[Mi] Presentazione de “Il mistero (solubile) dello zucchero assassino” a Villa Vegan

Venerdi 21 settembre dalle ore 19.00

apericena vegan e presentazione del libro
IL MISTERO (SOLUBILE) DELLO ZUCCHERO ASSASSINO
e discussione con l’autore Giuseppe Aiello.

Una storia di cibo, dominio, denaro e scienza O di alcune più o meno ragionevoli motivazioni per estromettere il saccarosio e diverse altre schifezze dalla vostra alimentazione

L’argomento del libro potrebbe sembrare piuttosto specifico, ad uso es- clusivo di chi si interessa alla relazione tra alimentazione e salute e che desidera comprendere se veramente una dieta ricca in zuccheri semplici e cibi raffinati sia veramente così nociva come sempre più spesso si sente ripetere. In realtà, anche se questa tematica costituisce la motivazione originaria che sta alla base di questo lavoro, ci sono altri argomenti ed altre prospettive che è stato necessario affrontare perché risultasse comprensibile l’enorme importanza che il saccarosio ha acquisito tra i nostri cibi. Il “Mistero”, come recita il titolo, dello zucchero, sta proprio qui, nel fatto che oggi a quasi tutti noi sembra indispensabile una sostanza che in realtà compare piuttosto di recente sulle tavole degli occidentali, e non se ne capisce bene il perché. Le ragioni infatti sono molteplici e sono da ricercare nelle particolari proprietà del saccarosio, che ha la capacità di suscitare desideri insopprimibili: le persone che resistono alla tentazione, per esempio, della cioccolata, sono piuttosto poche. Certamente la veloce cessione di glucosio, indispensabile carburante per ogni nostra attività, che i dolci forniscono, è un’ingannevole attrattiva per il nostro organismo la quale gioca un suo ruolo, ma non basta a spiegare l’aumento esponenziale dei consumi che da 1600 ad oggi ha conosciuto poche interruzioni. Bisogna considerare il lato economico e politico della coltivazione della canna da zucchero che gia dal XVII secolo ha richiesto un tipo di produzione che, come sottolineò l’antropologo Sidney Mintz nel suo Sweetness and power, era l’immediata anticipazione degli stabilimenti che consentirono la rivoluzione industriale. Il potere delle nazioni colonizzatrici utilizzò con profitto le possibilità di espansione dei consumi dei derivati della canna da zucchero (in primo luogo saccarosio e rum) e, successivamente, di altri tipi di prodotti agricoli quali tè, caffé e cacao che associati allo zucchero provocarono un mutamento sostanziale nell’alimentazione degli europei. La stessa cosa può essere detta per le odierne multinazionali dell’alimentazione, grandi gruppi politico-industriali, che si battono fieramente per nascondere quali siano i reali effetti di una dieta che prevede un uso quotidiano di dolci. L’ultima parte del libro prevede una rassegna breve ma completa di pubblicazioni scientifiche, lavori che sono stampati su riviste specializzate generalmente inaccessibili al grande pubblico, ricchi di esperimenti che dimostrano lo strettissimo collegamento tra tutta una serie di malattie e una dieta a base di dolci. E ciononostante queste pagine non sono “contro” lo zucchero, ma “sullo” zucchero, perché l’importante non è evitare assolutamente tutto ciò che ci fa male, ma sapere in che misura ci fa male ciò che mangiamo (o beviamo, o fumiamo, etc.). E poi decidere se ne vale la pena, in modo consapevole, che è in fondo ciò che più importa.

VILLA VEGAN OCCUPATA
via Litta Modignani 66
M3 linea gialla AFFORI FN, bus 40,41 e 89

villavegansquat@inventati.org
villavegansquat.noblogs.org

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Approfondimenti, Appuntamenti, Tutti i post | Commenti disabilitati su [Mi] Presentazione de “Il mistero (solubile) dello zucchero assassino” a Villa Vegan

Marina Cugnaschi trasferita nel carcere di Bollate

riceviamo e diffondiamo:

Sosteniamo Marina Cugnaschi, Compagna colpita dalla repressione, condannata a 11 anni & 9 mesi per gli scontri del G8 di Genova 2001

La Compagna Marina Cugnaschi ha bisogno del nostro sostegno, del nostro affetto.

Se frequenti un gruppo politico, se hai una band musicale, se vivi o solamente frequenti un Centro Sociale o una casa occupata, organizzati con i tuoi Compagni e Compagne per creare un evento benefit a sostegno di Marina.

Per inviarle lettere e cartoline :

Marina Cugnaschi
c/o Casa Di Reclusione Di Milano – Bollate
Via Cristina Belgioioso N° 120 – cap 20157 Milano (MI)

per sostegno spese carcerarie e detenzione di Marina Cugnaschi
intestato a:
Valli Massimiliano
CODICE IBAN – IT04U0100501660000000000594


Dichiarazione in aula della compagna Marina prima che la corte genovese la condannasse ad 11 anni per i fatti del luglio 2001 durante le contestazioni del G8:

Premetto che in quanto anarchica non riconosco come mio interlocutore l’apparato giudiziario, organo dello stato la cui unica funzione consiste nell’essenziale protezione delle classi sociali privilegiate e nella difesa della proprietà privata.
Quindi, con la seguente dichiarazione, principalmente indirizzata all’esterno di questo edificio, colgo l’occasione per rivolgermi a tutti coloro che possiedono i requisiti per poter comprendere le mie parole.
Desidero rivolgermi alle classi subalterne, a coloro che subiscono la condizione alienante di sfruttati e oppressi dall’avanzato e moderno sistema capitalista, sempre più spietato ed escludente.
Premetto altresì che nulla ho da chiarire circa la mia condotta, le mie convinzioni e le mie scelte politiche, tanto meno intendo chiedere clemenza ai signori della corte.
La natura squisitamente politica di questo procedimento penale impone una netta presa di posizione, alla luce soprattutto degli innumerevoli tentativi da parte della magistratura e della stampa di screditare e spoliticizzare davanti all’opinione pubblica gli imputati di questo processo.
Soggetti che loro malgrado sono incappati negli ingranaggi della giustizia borghese e fatti figurare in certi casi come un branco di violenti teppisti, in altri come un’orda di barbari scesi nelle strade di Genova con il preciso intento di devastarla e saccheggiarla.
No signori, intanto l’accusa di devastazione e saccheggio la rinvio direttamente al mittente poiché offensiva e poiché non fa parte del mio bagaglio storico politico.
La classe sociale a cui appartengo è colma fino all’orlo di ingiustizie, soprusi e umiliazioni inflitte dai padroni.
Ed è proprio nel santuario della democratica inquisizione dove viene sistematicamente perpetuata l’ingiustizia sociale, in cui tengo a precisare e ribadire la mia ferma opposizione ad ogni forma di dominio, all’ineguaglianza sociale, allo sfruttamento.
E seppur cosciente che come nemica della vostra classe mi si infliggerà una pena severa poiché portatrice di principi malsani assolutamente in contrasto con l’ordine costituito, vi comunico che personalmente come lavoratrice salariata ho avuto modo di conoscere i veri devastatori e saccheggiatori.
Risiedono nei palazzi di lusso o del potere, sono i padroni, i capi di stato, insomma tutta la classe dirigente di questo sistema infame.
Un’esigua percentuale di individui su questa terra che in nome del profitto, del prestigio e del potere assoluto depredano e saccheggiano l’intero pianeta.
Costringono alla fame ed alla povertà milioni di persone, sia nel sud del mondo che nell’Occidente, sfruttano gli operai sul posto di lavoro fino a renderli schiavi, di conseguenza sono i diretti responsabili delle morti bianche, un vero e proprio stillicidio.
Seppelliscono nelle patrie galere tutti coloro i quali sono costretti a vivere ai margini di questa società opulenta.
Combattono guerre siano esse umanitarie o di conquista poco importa, sterminando intere popolazioni, devastando interi paesi e saccheggiando le loro risorse. E l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
Contro tutto ciò è necessario lottare, è necessario porre una strenua opposizione alla dittatura capitalista.
Per quanto mi riguarda è stato questo il senso delle mobilitazioni di lotta antimperialista e anticapitalista a Genova nel 2001, non tanto perché lo ritenei un evento politico unico nella vita degli sfruttati determinato dalla presenza dei padroni della terra, dai quali elemosinare qualche briciola caduta dai loro sontuosi banchetti; lo feci in continuità con un percorso politico già intrapreso, animato dalla forte esigenza di trasformare radicalmente un modello sociale fondato sulla sopraffazione. Lo stesso motivo che mi spinge tuttora a partecipare a momenti di lotta costruiti dal basso, situazioni meno spettacolari e che meno interessano alle telecamere del potere mediatico, ma sicuramente autentici.
A Genova nel 2001 con molta determinazione è stato riaffermato un principio fondamentale, attraverso la riappropriazione di uno spazio urbano negato e reso inaccessibile dall’imponente presenza militare per impedire ogni forma di disapprovazione ai rappresentanti del dominio.
Nessuna sentenza potra’ riscrivere la storia di quei giorni. Carlo continuera’ a vivere tutti i giorni nelle nostre lotte.

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Galere e CIE, Repressione, Tutti i post | 1 commento

Settimana di agitazione e solidarietà internazionale per i/le compagn@ sequestrat@ in tutto il mondo

Settimana di agitazione e solidarietà internazionale dal 21 al 30 Settembre 
per i nostri compagni e le nostre compagne sequestrat@ in tutto il mondo

La sopravvivenza nel capitalismo e` cosi quadricolata e monotona da non essere poi molto differente da quella della cruda prigione; la citta`, gli orari, il lavoro, lo studio, la famiglia e un innumerabile quantità di organismi oppressivi, ci asfissiano in tal modo che a volte sembrerebbe stessimo in qualche grande sezione carceraria. Videocamere di vigilanza 24 ore al giorno, migliaia di sbirri custodiando la proprietà, severi giudici con sorrisetti soddisfatti all’applicare le loro leggi durissime, strette manette che precedono le loro gabbie inespugnabili e un lunghissimo eccetera, e` tutto cio` che la societa` utilizza per mantenere controllati gli individui, coloro che, timorosi dei castighi promessi a chi sconfina i codici di condotta imposta, tacciono, si abituano alla oppressione, la assimilano come parte integrale della vita, come qualcosa di naturale e preferiscono evitare i  conflitti con la autorita` invece di ribellarsi.
I potenti di tutti gli stati non si sono risparmiati sforzi di tutti i tipi per reprimere e incarcerare coloro che si sono mantenuti in posizioni di scontro con l’esistente.
Ma oggi non scriveremo a proposito della sopravvivenza dentro al capitalismo, vogliamo invece salutare quell@ che non hanno avuto nessun dubbio a traspassare i loro recinti morali e si sono scontrati faccia a faccia con il potere, quell@ che ad oggi dormono dentro al piu`palpabile edificio della repressione, il carcere. Scriviamo per esprimere la nostra urgenza di solidarizzare con i nostri compagni e le nostre compagne in galera.
Il potere attacca incarcerando i compagni e le compagne e si coordina per combattere le idee di liberta`.
Questa vendetta ricade principalmente su individui ben riconoscibili che senza maschere si sono dichiarati antiautoritari o anarchici e hanno fatto del propagarsi delle idee-azioni una  importantissima arma di lotta, come cio` che e` successo in Italia, Bolivia o Cile.
Il fantasma che si genera nella possibilita`di una rete internazionale (non ci riferiamo a nessun tipo di organizzazione) continui a materializzarsi, come una proposta reale.
Una rete nella quale compagn@ di differenti luoghi del mondo, che non si conoscono ne`si conosceranno mai, che non obbediscono a nessun tipo di struttura e  che non hanno bisogno di ideologi ne`leader, uniscano volonta`, sforzi e complicita`per confrontarsi con il dominio in tutto il
suo spettro; che, attraverso differenti strumenti, superando le barriere linguistiche e le frontiere fittizie, stabiliscano legami di solidarieta` e superino le false imposizioni…

Convochiamo quindi, dal 21 al 30 di settembre, una settimana di agitazione e solidarieta’  con i nostri fratelli e le nostre sorelle, con i compagni e le compagne sequestrat@ in tutto il mondo.
Anche se non dovrebbe essere necessario appellare a settimane di agitazione, visto che in generale ne siamo critici perche` la solidarieta’ non conosce date di calendario, i gesti comunque si vanno diluendo nella continua voragine della informazione e nelle “cosidette lotte locali” mentre la concentrazione delle energie in un lasso di tempo ridotto, ci aiuta invece a dare un nuovo e costante impulso nella lotta contro le carceri e nella diffusione delle idee libertarie; qualsiasi azione,
qualsiasi parola di appoggio apporta forza e coraggio ai detenuti e alle detenute.
E in questa lotta per la liberazione totale non vogliamo tralasciare la repressione che soffrono milioni di animali chiusi in zoo, circhi e laboratori, e della nostra necessita` di lottare per la loro liberazione.

Questo testo e` una chiamata per dire, mediante l’azione multiforme e con distinti strumenti, che i nostri compagni e le nostre compagne incarcerat@ non sono dimenticat@, i nostri gesti di solidarieta’ evadono qualsiasi torre di vigilanza e attraversano chilometri di oceano per abbracciare a qualsiasi irriducibile che si posizioni nella lotta dentro e fuori dal carcere.
Della stessa forma poniamo in dubbio questa imposizione astratta delle frontiere, ragione per cui il cosiddetto internazionalismo non dovrebbe essere tale, visto che “nel mondo dei leader siamo tutti stranieri”.

Saluti ribelli a:
-In Cile: Luciano Pitronello “Tortuga”, Carla Verdugo e Iván Silva, a i compagni e le compagne del cosidetto  “caso Segurity”:  Juan Aliste Vega, Marcelo Villarroel, Freddy Fuentevilla. A Alberto Olivares, Juan Tapia e ai fratelli e sorelle profugh@  Gabriela Curilem e Diego Rios. E agli arrestati della lotta di strada; Sebastian “Chasca” Fajardo, Eduardo “Mecha” Garay, e a tutt@ quell@ che sono ora sotto processo per gli scontri di strada.
– In Bolivia: Henry Serragundo, Nina Mancilla e Mayron Mioshiro
– in Argentina: Diego Petrissans e Leandro Morel
– in Messico: Mario Lopez,  Braulio Duran e la compagna  prófuga Felicity Order.
-Negli Stati uniti : Mumia Abu Jamal, Douglas Wrigth, Brandon Baxter, Connor Stevens, Joshua Stafford, Marie Manson, Eric McDavid e a Jeffrey “Free” Luers.
-In Indonesia: Eat y Billy.
-In Italia: Stefano Gabriele Fosco, Elisa Di Bernardo, Alessandro Settepani, Sergio Maria Stefani, Katia Di Stefano, Giuseppe Lo Turco, Paola Francesca Iozzi, Giulia Marziale, Lucca Abbá e a chi e’ stat@ condannat@ per le proteste del G8 a Genova.
-In Svizzera: Marco Camenish e Costa.
-In Germania: Gabriel Pombo da Silva. Sonja Suder e Christian Gauger (questi ultimi due arrestati l’anno scorso dopo 3 anni di fuga).
-In Spagna: Tamara Hernández (adesso a piede libero, condannata a 8 anni e aspettando l’indulto parziale per accorciare la pena ). ), Claudio Lavazza e Juan Rico
-Ai compagni e alle compagne incarcerat@ in Russia e Biolorrussia.
– E specialmente a tutt@ i/le prigionier@ in lotta e ai/alle profugh@ in Grecia. (Ai compagni e le compagne di Cellule di Fuoco, Lotta rivoluzionaria e tutt@ quell@ che sono stat@ incarcerat@ per la propria pratica antiautoritaria)

E a tutt@ i/le prigionier@ che si posizionano in guerra anche dentro le gabbie in qualsiasi parte del mondo…
Fino alla distruzione dell’ultimo bastione della societa’ carceraria!

Con amore e rabbia…
ci vediamo nelle strade!


Castellano.

Semana de Agitación y Solidaridad desde el 21 al 30 de Septiembre
con nuestrxs hermanxs y compañerxs secuestradxs en todo el mundo.

La sobrevivencia en el capitalismo es tan cuadriculada y monótona que no difiere demasiado de la cruda cárcel; la ciudad, los horarios, el trabajo, el estudio, la familia y un sinnúmero de organismos opresivos nos asfixian de manera que a veces pareciera que estuviéramos en algún gran módulo
carcelario. Cámaras de video vigilancia 24 horas al día, miles de policías custodiando la propiedad, estrictos jueces con sonrisitas satisfechas por aplicar sus durísimas leyes, apretados grilletes que preceden a sus inexpugnables jaulas y un larguísimo etcétera es lo que la sociedad utiliza para mantener a raya a los individuos, quienes temerosos de los castigos prometidos por desbordar los códigos de conducta impuestos, callan, se  acostumbran a la opresión, la asimilan como parte integral de su vida, como algo natural prefiriendo evitar conflictos con la autoridad antes que rebelarse.

Los poderosos de todos los Estados, no han escatimado esfuerzos de todo tipo para reprimir y encarcelar a quienes se han mantenido en posiciones de enfrentamiento a lo existente. Pero hoy no escribiremos de la sobrevivencia dentro del capitalismo, sino que saludaremos a esxs que no
dudaron en traspasar sus cercas morales y se enfrentaron cara a cara con el Poder, quienes hoy duermen en el más palpable edificio de la represión, la cárcel. Escribimos para expresar nuestra urgencia de solidarizar con nuestrxs compañerxs en prisión.

El Poder ataca encarcelando a compañerxs y se coordina para combatir las ideas de libertad, esta venganza cae principalmente hacia reconocibles individuxs que sin tapujos se han declarado anti-autoritarixs u anárquicxs y han hecho de la propagación de ideas-acciones una importantísima arma de lucha, como lo ocurrido en  Italia, Bolivia o $hile. El fantasma que les genera la posibilidad de una red internacional (no nos referimos a ningún tipo de organización) se continúe materializando como una propuesta real, en la cual compañerxs de distintos lugares del mundo, que no se conocen ni se conocerán, que no obedecen a ningún tipo de estructura, y que no requieren de ideólogxs, ni jefxs,  aúnen voluntades, esfuerzos y complicidades para enfrentarse al dominio en todo sus espectro, y utilizando distintas herramientas, superando las barreras idiomáticas, y las ficticias fronteras, establezcan lazos de solidaridad  y superen las falsas imposiciones….

Es por eso que nos convocamos a una Semana de Agitación y Solidaridad desde el 21 al 30 de Septiembre con nuestrxs hermanxs y compañerxs secuestradxs en todo el mundo. Si bien no debería ser necesario apelar a semanas de agitación, en general somos críticos de ellas, porque la solidaridad no conoce de fechas calendarizadas, sin embargo a veces los gestos se diluyen en la continua vorágine de la información y las “llamadas luchas locales”, la concentración de energías en un espacio de tiempo reducido nos ayuda a dar un nuevo y constante impulso en la lucha
contra las cárceles y la propagación de ideas libertarias, cualquier acción, cualquier palabra de apoyo inyecta fuerza y coraje a lxs presxs.
En esta lucha por la liberación total no queremos también dejar de mencionar la represión que sufren millones de animales encerrados en zoológicos, circos y laboratorios, y de nuestra  necesidad de luchar por su liberación.

Este texto es un llamado a expresar desde la acción multiforme y con distintas herramientas que nuestrxs compañerxs encarceladxs no están olvidadxs, nuestros gestos solidaridad evaden cualquier torre de vigilancia y atraviesan kilómetros oceánicos para abrazar a cualquier irreductible que se posicione en lucha dentro o fuera de las cárceles.
Asimismo nos cuestionamos esa abstracta imposición de las fronteras, por lo tanto el llamado internacionalismo, no debería ser tal, porque en “el mundo de los jefes somos todxs extranjerxs”.

Saludos rebeldes a:
-En Chile: Luciano Pitronello “Tortuga”, Carla Verdugo e Iván Silva, a lxs compaeñros  del llamado “caso Segurity”:  Juan Aliste Vega, Marcelo Villarroel, Freddy Fuentevilla. A Alberto Olivares, Juan Tapia y a lxs hermanxs profugxs Gabriela Curilem y Diego Rios. Y a los  presos de la lucha callejera; Sebastian Fajardo, Eduardo Garay, Adrián Díaz y todxs lxs que se encuentran procesadxs por la lucha callejera.
-En Bolivia: Henry Serragundo, Nina Mancilla y Mayron Mioshiro.
-En Argentina: Diego Petrissans y Leandro Morel.
-En Mexico: Mario Lopez, Braulio Duran y a la compañera prófuga Felicity
Ryder.
-En Estados Unidos: Mumia Abu Jamal, Douglas Wrigth, Brandon Baxter, Connor Stevens, Joshua Stafford, Marie Mason y Eric McDavid
-En Indonesia: Eat y Billy.
-En Italia: Stefano Gabriele Fosco, Elisa Di Bernardo, Alessandro Settepani, Sergio Maria Stefani, Katia Di Stefano, Giuseppe Lo Turco, Paola Francesca Iozzi, Giulia Marziale, Lucca Abbá y a lxs condenadxs por las protestas del G8 en Genova.
-En Suiza: Marco Camenish y Costa.
-En Alemania: Gabriel Pombo da Silva, Sonja Suder y Christian Gauger (estxs últimxs capturados el año pasado luego de 33 años de fuga).

-En España: Tamara Hernández (en la calle, condenada a 8 años y a espera de indulto parcial para recortar la pena), Claudio Lavazza y Juan Rico.
-A lxs compañerxs enjauladxs en Rusia y Biolorrusia.
En especial a todxs lxs presxs en lucha y a lxs prófugos en Grecia. (A lxs compañerxs de la Conspiración de Células del Fuego, Lucha Revolucionaria, y todos aquellxs que han sido encarcelados por su praxis anti autoritaria).
Y a todxs lxs prisionerxs que se posicionan en guerra dentro de las aula en cualquier lugar del mundo…
¡Hasta destruir el último bastión de la sociedad carcelaria!

CON AMOR Y RABIA….NOS VEMOS EN LA CALLE.

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Appuntamenti, Azione Diretta, Comunicati, Galere e CIE, Repressione, Tutti i post | 1 commento

[Operazione Ardire] Comunicato di Stefano Gabriele Fosco dal carcere di Alessandria: “Carogne pseudo-nichiliste”

riceviamo e diffondiamo:

CAROGNE PSEUDO-NICHILISTE

Mio malgrado eccomi a scrivere su alcune carogne pseudo-nichiliste che si aggirano nel movimento anarchico.
Prima di iniziare invito i compagni e le compagne a leggere quanto hanno scritto queste carogne sui fatti di Brindisi in una delirante serie di post e commenti in cui hanno attaccato gli anarchici leccesi (definiti “compagnucci”) e hanno vaneggiato sul superamento di qualsiasi morale ed etica (fonte: ParoleArmate). Nello stesso istante in cui ho letto quelle farneticazioni pseudo-nichiliste ho smesso di aver alcun tipo di affinità con tali carogne.
Adesso, quelle stesse carogne vogliono coinvolgermi in una stupida polemica su internet in merito all’antigiuridismo. Mi guardo bene dal cadere nel loro gioco, che sa molto di provocazione gestita dalla repressione.
Questi idioti pseudo-nichilisti non conoscono o fanno finta di non conoscere quella che è una consuetudine all’interno di tutti i movimenti rivoluzionari. Quando un compagno è prigioniero nelle mani dello Stato, e ancor più se le indagini sono ancora aperte, si pone una particolare attenzione dall’attaccarlo in merito a questioni o scelte ideologiche. Nel caso in cui il punto di divergenza da chiarire abbia una particolare urgenza, allora si attende sempre la chiusura delle indagini e si valutano dei canali di comunicazione per mettere in evidenza il punto da dibattere. In nessun caso si ricorre a comunicati pubblici additando dei compagni prigionieri. Mai! In passato chi ha osato violare tale consuetudine automaticamente si è posto al di fuori del movimento di appartenenza e, spesso, ha avuto le ore contate. I tempi sono cambiati, ma alcuni atteggiamenti  non possono essere tollerati in nessun caso. Solo delle carogne possono approfittare della prigionia di un compagno per attaccarlo!
Non entro nella polemica ma sottolineo solo degli aspetti, che sono più che sufficienti per capire l’idiozia dei miserabili che mi attaccano:
–    “Severino Di Giovanni era essenzialmente antigiuridico e amorale”: l’anarchico abruzzese era così antigiuridico da chiedere la costituzione di un Giurì anarchico composto da compagni a lui non affini in relazione alle voci circolanti sulla morte di Lopez Arango. Idiota!
–    Sia nel primo che nel secondo “Processo Halandri” i compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco hanno avuto almeno un avvocato di fiducia e hanno presenziato a molte delle udienze. Idiota, questo non è antigiuridismo!
–    Alcuni anarchici cileni, coinvolti nel “Caso Bombas” hanno inviato comunicati solidali ai prigionieri della CCF e viceversa. Idiota!
–    Un blog anarchico è solo uno strumento di controinformazione. In nessun caso un blog o un giornale possono essere degli strumenti di ideazione e realizzazione di attacchi esplosivi e incendiari. Pretendere che il gestore di un blog anarchico debba assumersi la responsabilità – ideologica e materiale – delle azioni dirette anarchiche che pubblica significa fare il gioco della repressione. Idiota e provocatore!
Un’ altra carogna è arrivata a scrivere sul suo blog: “si utilizzano strumenti che, è bene ricordarlo, sono concessi dal nemico” in relazione alla mia scelta di farmi difendere da un avvocato.
Attualmente nel mondo non c’è un solo prigioniero anarchico che non si sia difeso con l’ausilio di un legale (ovvio, tralascio i furtarelli dai supermercati). Attualmente nel mondo ci sono prigionieri anarchici in carcere da oltre 15-20 anni. Sono prigionieri che per mantenersi lavorano in carcere e quando possono presentano tutti i ricorsi e le istanze per poter ottenere un qualche beneficio. Sono onorato di avere un rapporto di affinità e di amicizia con questi compagni e mai mi sognerei di dire loro che “stanno utilizzando strumenti concessi dal nemico”!
Carogne pseudo-nichiliste, avete perso l’occasione per tacere. State cercando di dividere i prigionieri anarchici tra di loro e state invitando dei compagni imprigionati e sotto inchiesta ad assumersi responsabilità a loro estranee. Il tutto su internet, non all’interno di assemblee in circoli e centri anarchici.
In diversi ritengono che siete dei provocatori al servizio della repressione, altri – me compreso – pensano che siete solo dei miserabili idioti.
Chiudo qui un dibattito mai iniziato.

Il prigioniero individualista anarchico
Stefano Gabriele Fosco
15 agosto 2012

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Comunicati, Galere e CIE, nichilismo, Repressione, Tutti i post | Commenti disabilitati su [Operazione Ardire] Comunicato di Stefano Gabriele Fosco dal carcere di Alessandria: “Carogne pseudo-nichiliste”

Carcere – Testimonianza sui pestaggi nel carcere di Tolmezzo

da: informa-azione

Riceviamo e diffondiamo una lettera arrivata al Circolo Cabana di Rovereto da un detenuto del carcere di Tolmezzo (UD) dove è stato rinchiuso Massimo prima di essere trasferito nella sezione di Alta Sorveglianza del Carcere San Michele di Alessandria. Questa lettera testimonia dei continui pestaggi e punizioni compiuti dall’amministrazione penitenziaria per mezzo dei suoi agenti e spiega il celere trasferimento di Massimo. Leggendola troverete altri buoni motivi per partecipare al presidio che si terrà davanti al carcere di Tolmezzo indetto dai NO TAV di Udine, domani sabato 8 settembre dalle 16

Per chi viene a Tolmezzo dal Trentino, l’appuntamento è davanti al circolo Cabana alle h.12:00.

——————————————————————————————-

Tolmezzo, 31/08/12
Carissimi compagni, chi vi scrive è un detenuto (del carcere di Tolmezzo), mi chiamo Maurizio Altieri.
Vi scrivo da una cella di isolamento, senza perdere un momento. Ho avuto il piacere di conoscere Massimo che mi ha dato il vostro indirizzo.
Brevemente vi racconterò la mia storia sin dal primo ingresso in questo istituto “lager”.
Sono arrivato il 4 giugno dal carcere di Padova, dove avevo denunciato gli abusi degli agenti a Radio Carcere di Riccardo Arena che voi conoscerete.
Arrivato in questo carcere ho avuto subito un diverbio con un brigadiere che era arrogante, prepotente e continuava a minacciare. Così non curante delle sue minacce chiedevo i miei diritti. Finita la perquisizione, con il rifiuto di fare le flessioni, vietate dal regolamento, mi hanno fatto salire in sezione infermeria senza il vestiario.
Arrivato in infermeria, al mattino, al passeggio, iniziano a raccontarmi che qui gli agenti picchiavano senza nessun motivo. Non c’è voluto tanto a capire che erano tutti terrorizzati e avevano paura di prendere botte.
Così ho iniziato a convincere alcuni detenuti che erano stati massacrati a scrivere le denunce, per non lasciare impuniti questi trattamenti disumani.
Dopo tre giorni che ero in infermeria, e dopo aver raccolto 3 denunce dettagliate con i pestaggi a manganellate, i secchi di acqua fredda, nudi senza materasso e nulla, alle 15 arrivò una perquisizione nella cella. Cercavano le denunce. Le trovarono perché stavo scrivendo a Riccardo Arena. Mi portarono in isolamento. Dopo 6 giorni mi chiamarono al consiglio di disciplina e mi contestarono due pezzetti di lamiera. Protestai e chiesi dove fossero le tre denunce ma ricevetti solo minacce. Così mi diedero 15 giorni di isolamento per due pezzettini di lamiera di cui non sapevo nulla. Dall’isolamento ho iniziato a raccogliere denunce di pestaggi.
Sto subendo abusi di ogni genere: mi hanno lasciato senza vestiario, senza sigarette..ho denunciato tutto alla Procura di Udine con 18 denunce per violazione dell’art.27, etc. etc.
Mi trovo dal 7 giugno in isolamento. Non vogliono farmi salire in sezione perché sanno che raccoglierei le firme contro la Direzione dell’istituto.
Qui per far conoscere la realtà di quello che succede ci vorrebbe una manifestazione davanti al carcere.
Massimo vi ha raccontato anche di quello che è successo l’altro giorno ad un ragazzo, che per protesta dopo aver rotto alcuni mobiletti della cella, è stato convinto ad uscire dalla cella che avrebbero risolto i problemi per i quali era andato in escandescenza; invece dopo essere uscito gli hanno messo le manette dietro ed hanno iniziato a colpirlo a calci e manganellate, gli agenti in tenuta antisommossa.
Abbiamo iniziato ad urlare ed inveire contro di loro, ma non abbiamo più saputo nulla di cosa sia successo. Solo il giorno dopo abbiamo saputo che era in una cella “liscia”, senza materasso e nudo.
In tre mesi sono avvenute decine di pestaggi, non abbiamo nessun diritto, la dignità qui viene calpestata, ci trattano peggio degli animali.
Solo un presidio potrebbe dare forza e coraggio a tutti i detenuti di lottare, anche con scioperi della fame, con qualsiasi forma di protesta, atta ad interrompere l’illegalità che vige e regna insieme alla Procura di Udine.
Io combatterò sempre contro gli abusi, non mi fermerò con le loro minacce. Ho scritto alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, sono quasi tre mesi che mi trattengono in isolamento contro la mia volontà, trovano sempre scuse per farmi rapporto in modo da poter giustificare tre mesi di soprusi.
Proprio in questo momento hanno avvisato Massimo che domani verrà trasferito…
Noi pensiamo che sia stato il fatto che Massimo abbia detto al G.I.P. ieri, che avevano picchiato un detenuto a manganellate. Logicamente il giudice ha parlato con la Direzione che ne ha chiesto il trasferimento immediato.
Mi dispiace di cuore per Massimo perché stavamo organizzando alcune iniziative volte ad ottenere dei miglioramenti dentro a questo inferno.
Compagni, se vi è possibile far conoscere all’opinione pubblica tutto quello che succede in questo carcere, a nome mio e di tutti i detenuti di Tolmezzo, non finiremo mai di avere parole di ringraziamento per tutti voi.
Avrei tantissime altre cose da scrivervi, tutto quello che accade qui è quasi irreale.
A nome di tutti vi ringrazio per tutto quello che farete per noi, per non lasciare che tutto rimanga dentro queste quattro mura, occultato, celato dal legislatore.

AIUTATECI A FAR SENTIRE LE NOSTRE VOCI.

Fiducioso vi mando una forte stretta di mano, unito a Massimo, Valerio, Jlir, Redovane (tutti detenuti in isolamento).
Con stima, Maurizio.

N.B. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e dolore ai familiari e gli amici di Stefano, perché Massimo ci ha raccontato tutta la storia e non abbiamo parole per esprimervi tutta la vicinanza al vostro dolore. Ciao Stefano!

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Comunicati, Galere e CIE, Repressione, Tutti i post | 1 commento

[Roma] Concerto benefit per le zecche al Bencivenga

CONCERTO BENEFIT
PER LE ZECCHE CON TANTO DI MANGIAFUOCHI E ARDITISSIMI SUONATORI

Politici, giudici e sbirri vorrebbero intimidire chiunque pratichi o difenda l’azione diretta contro lo sfruttamento e l’autorità, contro i ricchi e i loro servi e, con la partecipazione dei media, mette in atto lo stesso copione: destabilizza e crea un clima d’insicurezza per rendere ogni atto repressivo utile e necessario al mantenimento dell’ordine sociale. Quell’ordine sociale messo in crisi dai sempre più frequenti attacchi, di differente natura e intensità, che nellla lingua del dominio si traducono in reati da perseguire.

Così negll ultimi due mesi 4 operazioni colpiscono il movimento anarchico, in Italia e non solo:
ll 13 giugno l’operazione “Ardire” dei R.O.S. e della procura di Perugia con 8 arrestati e 21 indagati.
L’ 8 agosto l’operazione “MangiaFuoco” dei R.O.S. e della procura di Bologna con 21 indagati.
Il 27 agosto l’operazione “Ixodidae” portata avanti dalla digos e la procura di Trento e Rovereto con 2  arrestati e 43 indagati.
L’1 settembre l’operazione “Thor” con 6 denunciati/e nei dintorni di Ravenna.

Solidarietà con tutti gli indagati

libertà per giulia paola katia elisa sergio
alessandro stefano giuseppe massimo e daniela

… perchè “la ribellione e l’anarchia
non conoscono ferro e cemento”

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Approfondimenti, Appuntamenti, Autogestione, Azione Diretta, NOTAV, Tutti i post | 1 commento

[Roma] Dibattito “Uno sguardo sull’Afghanistan” al Bencivenga

Domenica 9 settembre al Bencivenga Occupato

ore 20.00 – Cenetta afghana benefit per i detenuti

ore 21.30 – Cortometraggio introduttivo e Dibattito “Uno sguardo sull’Afghanistan”

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Approfondimenti, Tutti i post | Commenti disabilitati su [Roma] Dibattito “Uno sguardo sull’Afghanistan” al Bencivenga

[Milano] Concerto Benefit in Villa Vegan Squat

Sabato 15 settembre 2012

Concerto Benefit in Villa Vegan Squat:
Inizio ore 21:00
Drunkards (apocalyptic alcoholic crustcore)
Flic dans la tete (punx montanaro)
Cancer Spreading (stenchcore d’oltretomba)
Grumo (manate grindcore)
Lascia a casa il cane!!!!
NO NAZI-NO SESSISMO-NO SPECISMO!!! RISPETTA LO SQUAT E CHI CI VIVE!!!

Villa Vegan Squat
Via Litta Modignani 66
Milano

 

 

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Appuntamenti, Concerti, DiY, Repressione, Tutti i post | Commenti disabilitati su [Milano] Concerto Benefit in Villa Vegan Squat

[Op. Ardire] – Nuovi comunicati dalle carceri in merito alla pubblicazione ordinanza di custodia cautelare su siti di movimento

Riceviamo e pubblichiamo comunicati dal carcere di San Michele (AL) e Rebibbia:

Sulla comparsa dell’ordinanza di custodia cautelare riguardante l’operazione “Ardire” sui siti di movimento.

Queste nostre righe necessitano di una breve premessa: ciò che segue è una netta presa di posizione di noi prigionieri/e arrestati/e il 13 giugno in merito a delle condotte che non ci saremmo aspettati/e da parte di individualità o gruppi che si dichiarano anarchici.

Non ci sorprende il ruolo dei mass media nella spettacolarizzazione della cosiddetta “Operazione Ardire”. Nemici/che di ogni Dominio riconosciamo la funzione repressiva dell’informazione, quindi nessuno stupore in merito alla diffusione in rete dell’ordinanza di custodia cautelare, in versione integrale, del nostro arresto da parte di siti come TG COM o ai fiumi di inchiostro gettati come benzina sul rogo dell’inquisizione mediatica, più amaro è stato scoprire tra gli occhi voyeuristicamente curiosi quelli di presunti “solidali”. Purtroppo il ritardo delle comunicazioni impostoci dall’isolamento e dalla censura ci ha a lungo nascosto il fatto che alcuni siti di cosiddetta contro-informazione hanno diffuso a loro volta e integralmente il testo dell’ordinanza. Lasciamo mestieri infami ad altri, non ci interessa indagare sul perché qualcuno abbia deciso di rendersi complice degli spioni di regime che hanno saccheggiato sprazzi delle nostre vite, ma questo ci sembra, nella migliore delle ipotesi, una imperdonabile ingenuità e leggerezza.
Ci aspettiamo che l’ordinanza venga rimossa da qualsiasi sito che l’abbia pubblicata e speriamo di non dover aggiungere alle fila dei nostri nemici anche altri diversi dai soliti disinformatori asserviti al Dominio.

Stefano, Sergio, Alessandro, Giuseppe
dal carcere San Michele di Alessandria.

——————————————————————————————–

Queste poche righe riguardano la pubblicazione su siti di movimento dell’ordinanza di custodia cautelare (o.c.c.) che ci ha viste arrestate il 13 giugno 2012 nell’ambito della “operazione Ardire”. Nonostante le diverse posizioni che ciascuna di noi ha riguardo la pubblicazione dell’ o.c.c. in internet, su un punto ci troviamo assolutamente d’accordo. C’è stata una mancanza da parte di chi gestisce tali siti nel consultare noi dirette interessate in merito alla pubblicazione della documentazione che ci riguarda. Nonostante la buona fede che pensiamo abbiano avuto le compagne* nel divulgare le accuse a nostro carico attraverso i propri siti, attingendo da quello del TG COM, vorremmo che fosse chiaro che l’esistenza di una precedente indebita pubblicazione dell’ o.c.c. su un sito di regime non giustifica la riproposizione della stessa.
Non vogliamo intrattenerci sull’uso più o meno appropriato di internet o altri mezzi – come il vecchio e prezioso confronto personale – per divulgare certe informazioni, giudiziarie o personali che siano. Per inciso: quelle personali sono spesso in aperta violazione dell’intimità di ciascuna, da targhe di auto a numeri di telefono a conversazioni spesso pubblicate – queste ultime – ad hoc per far sorgere attriti e divisioni all’interno del movimento oltre che per indebolire la solidarietà. Ognuna di noi ha, a riguardo, posizioni personali che non riteniamo indispensabile specificare in questa sede.
Vi chiediamo di informarci sulle modalità con cui è avvenuta la divulgazione dell’o.c.c. sui siti di movimento.
Sottolineiamo, in ultimo, per alcune di noi l’importanza che riveste lo sciogliere chi e con quali modalità informare rispetto alla propria vicenda giudiziaria.
Cogliamo l’occasione per abbracciare tutte coloro che ci hanno espresso la loro solidarietà e la loro vicinanza.
Solidarietà ai compagni rinchiusi ad Alessandria.
Solidarietà agli indagati e perquisiti della “Operazione Ardire” e della “Operazione Mangiafuoco”.
Solidarietà a Juan, Alessio, Maurizio, Elena e tutte le ribelli della Valsusa.
Solidarietà a Massimo e a tutte le compagne e i compagni colpiti dalla repressione a Trento e Rovereto.
Solidarietà a tutte quelle che non verranno mai prese.

Saluti dal carcere Rebibbia di Roma con amore, rabbia e anarchia!
Finché tutte siano libere!

Paola, Katia, Elisa e Giulia

*: si ritenga il femminile, al pari del maschile, inclusivo per qualsiasi genere.

Pubblicato in Tutti i post | 1 commento

Operazione Thor – Perquisizioni a Ravenna

1 settembre 2012, la procura di Bologna prosegue con il proprio contributo alle manovre repressive che in questi mesi estivi hanno colpito il “movimento” anarchico in Italia. Nelle prime ore della mattina, diverse abitazioni sono state perquisite annunciando a 13 compagni e compagne l’inscirzione tra gli indagati dell’operazione denominata “Thor”… in quanto una delle azioni prese in considerazione, riguarderebbe un bancomat preso a martellate. Da quanto appreso non vi sono stati arresti.
I vari strumenti giuridici accordati per l’occasione comprendono gli articoli 110, 112 e 270 bis del codice penale; l’associazione sovversiva, secondo gli inquisitori, sarebbe costituita attorno al gruppo “Ravenna AUT”, mentre le azioni specifiche riguarderebbero attacchi contro un bancomat e una filiale Unicredit, contro auto aziendali di ENI e CMC, contro veicoli di lusso come SUV e limousine, il tutto con finalità di eversione dell’ordine democratico.
Solidarietà con tutti i compagni e le compagne indagati e i perquisiti.

———————————————————————————-

Velen(A) riceve e pubblica il comunicato di Federico Buono riguardo l’ennesima operazione repressiva denominata Thor.

In quel del 1 Settembre vengo a sapere di essere inquisito per 270bis  in un operazione  denominata “Thor” su degli attentati perpetrati a  Ravenna.

Fino ad ora-come successo per l’operazione “Ardire”inizialmente-non sono stato fermato e nessuno mi ha notificato nessun atto.

La strada mi darà un segno..

 A tutti i miei affini di sangue e a chi attenta agendo in maniera antigiuridica  e amorale dichiaro

Un non percorso rivendicativo e negatore di  ogni parabola Ope Legis.

Inoltre propongo un superamento di ogni solidarietà da carità cristiana  con l’azione Nichilista Egoista come scritto sul testo “Inferno Personale”.

Mi pongo come assuntore di me stesso individuo come rivendicatore di un  percorso che esalta il mio Io!

E do la mia affinità negli attentati perpetrati da sublimi individui in quel di Ravenna-e a chi distrugge la quotidianità imposta-distruggendo le regole e le dinamiche della società ordine annientando ogni codice morale e di condotta verso la società umana.

Do la mia affinità Egotista  a tutte le forme di guerriglia informale come quella degli individui singoli che si rivendicano specificatamente(dando una specificità alla loro singolarità)con una sigla o acronimo!

Avanti per il Nichilismo distruttore!

Federico Buono “Compulsivo“

“L’attacco Nichilista non conosce confini che rimarginano il proprio vissuto,e alla continua ricerca di un moto volente che-nel momento e nell’attimo scelto-neghi il diritto-andando in collisione con l’autorità preposta alla legge-con il cittadino legalmente riconosciuto-e con chi sceglie la giurisprudenza come forma mentis nella difesa etica della propria redenzione”.

Il Codice della chiave-ordine

——————————————————————————————–

Comunicato di Sara PA sempre sull’operazione Thor:

Svegliarsi una mattina…Thor!!

Non mi perderò in chiacchiere gridando ai quattro venti per all’ennesima repressione anarchica perché credo che rimarrà un fatto circoscritto e di poca risonanza (ma questo si vedrà), ma, di fatto la Procura della Repubblica di Bologna stamattina ci ha voluto omaggiare con un nuovo “regalo” (per me il primo), che va ad aggiungersi ad una lunga serie di non richiesti “pensierini” repressivi. E’ tornato ancora, più splendente che mai, il 270 bis! sinceramente, ne sentivamo la mancanza!

Le accuse mosse in questa fantomatica operazione ravennate? Aver bruciato qua e là bancomat, danneggiato auto e  piazzato ordigni.

Che dire , non era proprio il risveglio che mi aspettavo, nemmeno gli altri compagni coinvolti (di cui mi riservo di non fare i nomi non essendo stampa di Stato!!)e che dire di Tomo che è già alla terza perquisizione, con cadenza bimestrale? Vedersi piombare in casa la DIGOS(BOIA) e, per l’ennesima volta vedersi portare via tutto il materiale informatico?

Ma non è mia intenzione piangermi addosso e fare l’anarchico perseguitato, una cosa però mi sento di dire a nome mio e di ParoleArmate se credete di poter fermare con queste vili e avvilenti azioni la lotta e la diffusione del pensiero iconoclasta e anarchico vi sbagliate totalmente. Chi intraprende la lotta sa esattamente dove sta andando, quindi sempre più forte si alza il grido contro lo Stato e i suoi servi.

Sara PA

Pubblicato in Tutti i post | Commenti disabilitati su Operazione Thor – Perquisizioni a Ravenna