[Op. Ardire] – Nuovi comunicati dalle carceri in merito alla pubblicazione ordinanza di custodia cautelare su siti di movimento

Riceviamo e pubblichiamo comunicati dal carcere di San Michele (AL) e Rebibbia:

Sulla comparsa dell’ordinanza di custodia cautelare riguardante l’operazione “Ardire” sui siti di movimento.

Queste nostre righe necessitano di una breve premessa: ciò che segue è una netta presa di posizione di noi prigionieri/e arrestati/e il 13 giugno in merito a delle condotte che non ci saremmo aspettati/e da parte di individualità o gruppi che si dichiarano anarchici.

Non ci sorprende il ruolo dei mass media nella spettacolarizzazione della cosiddetta “Operazione Ardire”. Nemici/che di ogni Dominio riconosciamo la funzione repressiva dell’informazione, quindi nessuno stupore in merito alla diffusione in rete dell’ordinanza di custodia cautelare, in versione integrale, del nostro arresto da parte di siti come TG COM o ai fiumi di inchiostro gettati come benzina sul rogo dell’inquisizione mediatica, più amaro è stato scoprire tra gli occhi voyeuristicamente curiosi quelli di presunti “solidali”. Purtroppo il ritardo delle comunicazioni impostoci dall’isolamento e dalla censura ci ha a lungo nascosto il fatto che alcuni siti di cosiddetta contro-informazione hanno diffuso a loro volta e integralmente il testo dell’ordinanza. Lasciamo mestieri infami ad altri, non ci interessa indagare sul perché qualcuno abbia deciso di rendersi complice degli spioni di regime che hanno saccheggiato sprazzi delle nostre vite, ma questo ci sembra, nella migliore delle ipotesi, una imperdonabile ingenuità e leggerezza.
Ci aspettiamo che l’ordinanza venga rimossa da qualsiasi sito che l’abbia pubblicata e speriamo di non dover aggiungere alle fila dei nostri nemici anche altri diversi dai soliti disinformatori asserviti al Dominio.

Stefano, Sergio, Alessandro, Giuseppe
dal carcere San Michele di Alessandria.

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Queste poche righe riguardano la pubblicazione su siti di movimento dell’ordinanza di custodia cautelare (o.c.c.) che ci ha viste arrestate il 13 giugno 2012 nell’ambito della “operazione Ardire”. Nonostante le diverse posizioni che ciascuna di noi ha riguardo la pubblicazione dell’ o.c.c. in internet, su un punto ci troviamo assolutamente d’accordo. C’è stata una mancanza da parte di chi gestisce tali siti nel consultare noi dirette interessate in merito alla pubblicazione della documentazione che ci riguarda. Nonostante la buona fede che pensiamo abbiano avuto le compagne* nel divulgare le accuse a nostro carico attraverso i propri siti, attingendo da quello del TG COM, vorremmo che fosse chiaro che l’esistenza di una precedente indebita pubblicazione dell’ o.c.c. su un sito di regime non giustifica la riproposizione della stessa.
Non vogliamo intrattenerci sull’uso più o meno appropriato di internet o altri mezzi – come il vecchio e prezioso confronto personale – per divulgare certe informazioni, giudiziarie o personali che siano. Per inciso: quelle personali sono spesso in aperta violazione dell’intimità di ciascuna, da targhe di auto a numeri di telefono a conversazioni spesso pubblicate – queste ultime – ad hoc per far sorgere attriti e divisioni all’interno del movimento oltre che per indebolire la solidarietà. Ognuna di noi ha, a riguardo, posizioni personali che non riteniamo indispensabile specificare in questa sede.
Vi chiediamo di informarci sulle modalità con cui è avvenuta la divulgazione dell’o.c.c. sui siti di movimento.
Sottolineiamo, in ultimo, per alcune di noi l’importanza che riveste lo sciogliere chi e con quali modalità informare rispetto alla propria vicenda giudiziaria.
Cogliamo l’occasione per abbracciare tutte coloro che ci hanno espresso la loro solidarietà e la loro vicinanza.
Solidarietà ai compagni rinchiusi ad Alessandria.
Solidarietà agli indagati e perquisiti della “Operazione Ardire” e della “Operazione Mangiafuoco”.
Solidarietà a Juan, Alessio, Maurizio, Elena e tutte le ribelli della Valsusa.
Solidarietà a Massimo e a tutte le compagne e i compagni colpiti dalla repressione a Trento e Rovereto.
Solidarietà a tutte quelle che non verranno mai prese.

Saluti dal carcere Rebibbia di Roma con amore, rabbia e anarchia!
Finché tutte siano libere!

Paola, Katia, Elisa e Giulia

*: si ritenga il femminile, al pari del maschile, inclusivo per qualsiasi genere.

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