[Roma] Concerti benefit a Torre Maura [Ottobre 2012]

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Antispecismo, Appuntamenti, Concerti, DiY, Repressione, Tutti i post | Commenti disabilitati su [Roma] Concerti benefit a Torre Maura [Ottobre 2012]

Manerbio – Liberazione di 3 maiali contro il mega macello e in solidarietà con i Barchem 4

riceviamo e diffondiamo:

In supporto alla campagna contro il mega macello, riceviamo in forma anonima del nuovo materiale video realizzato all’interno di alcuni allevamenti presenti in Lombardia, con un finale a sorpresa: la liberazione di tre piccoli maiali.

Ciò che testimoniano le immagini sono scene di vita quotidiana, di detenzione e di allevamento di animali da reddito. E’ la normalità, non si tratta di casi limite. Esseri viventi considerati mera merce, oggetti, la cui carne alimenterà un’industria che lucra sullo sfruttamento animale.
Gli allevamenti sono dei luoghi di tortura e di sofferenza, dei veri lager, dei moderni campi di concentramento in cui la vita è calpestata dalla cupidigia di un sistema, che dall’allevatore al consumatore, azzera l’esistenza di animali senzienti, riducendoli a risorsa produttiva e merce di consumo.

Il primo passo per salvare delle vite è eliminare qualsiasi prodotto di origine animale dalle proprie abitudini, diventando vegan.
Un ulteriore modo per ridare la libertà a questi schiavi è l’azione diretta.
Vedere le immagini della liberazione ci riempie il cuore di gioia, perché questi tre individui non saranno condannati a morte, non verranno deportati negli impianti di macellazione e non diventeranno cibo. Saranno maiali liberi, liberi di fare i bagni di fango nelle ore più calde della giornata, di coricarsi e riposare sopra un letto di paglia, di sviluppare il proprio carattere e seguire il proprio istinto.

Questo video è dedicato alle/ai ‘Barchem4‘, attivist* olandesi vittime della repressione. In questi mesi stanno affrontando un duro processo perché accusat* di avere liberato 5000 visoni da un allevamento nei pressi della città di Barchem. Inoltre lo dedichiamo a tutt* coloro che supportano l’azione diretta e la lotta per la liberazione animale.

Contro ogni tipo di sfruttamento, di dominio e di discriminazione.
Contro lo specismo.
Scegli da che parte stare.

Coordinamento Contro il Mega Macello

http://www.controilmegamacello.net

fonte: Informa-azione

Pubblicato in Antiautoritarismo, Antispecismo, Azione Diretta, Tutti i post | Commenti disabilitati su Manerbio – Liberazione di 3 maiali contro il mega macello e in solidarietà con i Barchem 4

Contrasto – “Tornare ai resti” benefit tour 2012

Sentenza Diaz, operazioni Tramonto, Outlaw, Ardire, Mangiafuoco, Ixodidea (Zecca), Thor, ValSusa… sono soltanto alcune tra le innumerevoli azioni preventive/repressive con cui negli ultimi mesi lo stato padrone ha duramente colpito individui, realtà e soggetti politici antagonisti al proprio ordine socio-economico ultra consolidato.

Un monito per tutti coloro che vogliano alzare la testa o che provino ad opporsi a piani e strategie di sfruttamento atti a perpetrare, da oltre mezzo secolo, la subalternità tra potere borghese e classi subordinate. Un monito nei confronti di chi si ostina a comunicare, a scrivere, ad incontrarsi, a ribellarsi contro ciò che ritiene intollerabile (una devastazione ambientale, una fabbrica di morte, il lavoro alienante, una galera, un permesso di soggiorno…).

Perquisizioni, misure cautelari, diffide, pestaggi, arresti, omicidi/suicidi ma anche licenziamenti, cementificazione del territorio, discriminazioni, respingimenti, violenze di genere, leggi razziste e xenofobe, CIE, OPG… gli strumenti “persuasivi” di una normalità assimilata e totalitaria che stringe ogni giorno la vita di tutti quanti.

Cosa fare dunque? L’idea è che lo scontro non possa rimanere confinato in queste nuove “catene di montaggio strategiche” ma debba poter essere allargato a tutti i settori d’interesse vitale. Si tratta di capire che la vita, che il capitalismo troppo spesso ci porta a maledire, può essere anche bella…e che il programma di lotta che abbiamo intrapreso non è per una vita migliore, ma per una vita radicalmente diversa. Tornare ai resti.

CONTRASTO….BENEFIT TOUR 2012

– giovedì 18 ottobre @ ROMA, Torre Maura

– venerdì 19 ottobre @ CATANIA, Csa Auro

– sabato 20 ottobre @ CRISPIANO (TA), Masseria

– domenica 21 ottobre @ L’AQUILA, Asilo occupato

– sabato 27 ottobre @ PADOVA, Cpo Gramigna

– sabato 10 novembre @ LIVORNO, Ex Caserma

– sabato 15 dicembre @ VETRALLA (VT), C.D.G.

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Antifascismo, Appuntamenti, Concerti, DiY, Repressione, Tutti i post | Commenti disabilitati su Contrasto – “Tornare ai resti” benefit tour 2012

Due scritti di Giulia dal carcere di Rebibbia [Op. Ardire]

Da una galera

Attenzione! Attenzione!
Questo, a distanza di 100 giorni dal mio arresto, è un piccolo contributo che voglio dare per mettere in guardia voi tutte e tutti.
1) Se per caso avete lampadari in casa, funzionanti con lampadine, fate attenzione, potreste pentirvene. Ma se proprio non potete farne a meno di averne qualcuno, non tenete in casa altre lampadine, oltre quelle già inserite negli appositi lampadari. Quando si fulmineranno, vagherete nel buio e solo allora potrete averne di nuove. Assicurandovi però di buttare quelle rotte, perché anche esse, come fatto notare dagli acutissimi Ros e Pm, sono un ottimo mezzo per costruire bombe.
2) Se ritenete opportuno abbellire la vostra presenza fisica con orecchini, badate bene a non acquistarli, qualora siano di rame. E se per caso un amico o amica ve ne voglia regalare un paio, separatevene senza indugi, perché sono armi pericolosissime.
3) Se non avete la maniacale abitudine di dare un posto ad ogni cosa, ma siete disordinati e tendete ad avere una improvvisata scatola degli attrezzi, dove tenete fra l’altro chiodi e pinzette per fermare i fogli, che dirvi? Evidentemente siete pericolosi terroristi, pronti a preparare bombe in ogni minuto.
4) Se vi capita di avere in casa mollette per i panni, non di plastica, bensì di legno, inceneritele, bruciatele, spargete le loro ceneri ai quattro venti. Non avete idea di cosa si nasconda dietro di loro.

A voler essere seria, tutta questa trafila di piccoli, ma non poco importanti avvertimenti, servono perché la notte in cui mi hanno arrestata hanno trovato nella casa dove vivo con il mio compagno (e dove non mi trovavo) lampadine di riserva, orecchini di rame, chiodi, ferma fogli e una molletta di legno. Il tutto è stato messo insieme, fotografato e sistemato da loro stessi in modo tale da farlo sembrare un assemblaggio di oggetti per preparare ordigni esplosivi. Così, infatti, il materiale sequestrato è stato presentato dai Ros e dalla Pm durante l’udienza del riesame.
Non parliamo ovviamente del fatto che, non avendo trovato alcun materiale cartaceo che descrivesse come si preparino tali bombe, sia stato da loro detto, evidentemente grandi conoscitori della mia persona, che non ce ne era bisogno, “perché era tutto nella mia mente, nella mia salda memoria!” Ogni commento è superfluo, vero?

Vorrei aggiungere un ultimo punto della lista, seppur a prima vista possa sembrare poco inerente ai precedenti:
5) Se questo mondo vi fa schifo; se ripudiate guerra, sfruttamento e devastazione; se non avete mai avuto il timore di dirlo; se non avete mai abbassato la testa pensando “non ci posso fare niente”; se ci avete sempre messo la faccia; se avete chiara la coscienza di chi sono i responsabili delle vite terribili che conduciamo; se siete convinte che la società in cui viviamo sia lobotomizzata; se non riuscite a guardare una gabbia con indifferenza; se il cuore vi si chiude, il sangue vi pulsa, la vista si annebbia al pensiero di una donna, di un uomo o di un animale rinchiuso, beh, prima o poi, come dice una donna rinchiusa qui con me “ti devi fare la galera”.
E se questo mio essere, questa Giulia che sto scoprendo forte, dignitosa, ancora più ferma e convinta delle sue idee e sprezzante dell’annichilimento in cui chi mi ha rinchiusa vorrebbe gettarmi; se questo mio essere loro lo vogliono etichettare come pericoloso, che costruisce bombe, che partecipa ad associazioni sovversive (magari affiliate alla fai-informale, nonostante qualunque cosa io abbia mai fatto, detto o pensato, non possa in alcun modo far pensare ad una mia benché minima adesione o partecipazione) volte a terrorizzare e seminare il panico fra la gente, beh, io non glielo permetto e rimando tutto al  mittente.
Terrorista è chi rinchiude, chi manganella, chi devasta. E allora, parafrasando una canzone, che tremino i potenti di fronte agli animi fieri di tutte queste “terroriste”, che non hanno paura di lottare contro tutto ciò che realmente genera e rinvigorisce il terrore, la discriminazione, la diseguaglianza, la devastazione, lo sfruttamento.
Che tremino, che abbiano paura! La loro vera paura è che sanno che qualsiasi gabbia mi metteranno intorno, che sia cella, che sia lavoro, che sia diffamazione, che sia isolamento, niente mi toglierà la voglia di romperla e di continuare a guardare il mondo  con gli occhi lucidi, aspri, vitali e liberi.
Che si arrovellino pure il cervello per trovare maglie migliori per le mie catene, io sarò più forte. Perché ho in me una coscienza, una consapevolezza di quello che sono, che non intaccheranno mai.
Che si specializzino nell’arte sopraffina (vera arte dei nostri tempi) del reinventare un significato per le parole, laddove guerra diventa missione di pace; laddove le bombe sono intelligenti e non pericolose e gli orecchini di rame e le lampadine pericolosi esplosivi; laddove il terrorismo non è quello di chi rinchiude, uccide, reprime ma quello di chi critica tutto ciò; laddove la devastazione si chiama civilizzazione, progresso o ricchezza; laddove il non accettare lo status quo dell’ingiustizia è sinonimo di pericolosità sociale; laddove gli immigrati carcerati si chiamano ospiti.

Le mie parole non hanno il peso della storia dei nostri tempi, della rabbia, dell’insolenza, della voglia di abbattere tutta la crudeltà, la ferocia della gabbia che rinchiude la vita di tutti noi, fuori e dentro le galere, schiavi di una vita che non vogliamo, di un mondo che cade a pezzi e che chiama i suoi residui progresso.

Dalla parte di chi lotta, di chi non si inchina.

Le bombe e il terrore li semina lo Stato, il Potere e la nostra santa Democrazia

Per la libertà di tutte e tutti.

Una donna libera.
Giulia.


Is There Anybody Out There?

C’è da credere che tutto il trambusto creato dalla sfortunata sorte delle Pussy Riot, nonché l’ondata di indignazione e solidarietà scaturita da tutte le menti democratiche di giornalisti, cantanti, uomini e donne di governo sia nata dall’attenuante dell’uso, nel momento dell’ “atto criminoso”, di simpatici passamontagna colorati.
Personalmente ne sono quasi certa. Anche perché, diciamocelo, i colori destano più l’attenzione, ci allietano la vita, ci rendono più comprensivi e aperti verso gli altri.
Altrimenti proprio non si capirebbe come mai i giornalisti, i primi a catapultarsi in “arditi” articoli atti a sbattere i nemici della collettività (terroristi incappucciati accusati di attaccare striscioni, di offendere la repubblica e le sue istituzioni con pericolosissime azioni sovversive che distribuiscono colla e vernice sui muri della città) sulle prime pagine dei loro giornali, abbiano sposato la causa delle Pussy Riot.
Sicuramente dipende dal colore del passamontagna!
Eh già, perché nella democrazia, da loro tanto ostentata e dalle alture dalle quali mandano le loro invettive contro il cattivissimo Putin e il medievale Patriarca della Chiesa di Mosca, una simile situazione non si sarebbe mai verificata.
O meglio, si verificherebbe se i passamontagna o le felpe con cappuccio fossero neri. Se in chiesa invece del nome di Putin venisse urlato (e non per inneggiare) quello di qualche noto mercificatore o incatenature delle nostre vite, un ministro, un capo della polizia, qualche politico, qualche potente del clero di Roma.

Non so quanti giornalisti indignati di questi ultimi tempi siano andati a leggere il codice penale della nostra santa democrazia. Credo davvero pochi.
D’altra parte si sa, il lavoro è tanto, la difesa dei diritti democratici (degli altri Paesi) non conosce sosta, è una dura corsa e non si può sprecare il tempo.
Ma io, che di tempo ne ho, essendo chiusa in una patria galera per un tempo che non mi è dato sapere (detenuta in attesa di giudizio), ho pensato di aiutare lor signori nel loro nobile lavoro.
Art 405 cp, Turbamento di funzioni religiose del culto di una confessione religiosa: “Chiunque impedisce o turba l’esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose del culto di una confessione religiosa… è punito con la reclusione fino a 2 anni”. Aggiungerei il reato di travisamento (legge n°152 del 22/5/75): “è vietato l’uso di caschi o qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico senza giustificato motivo… in manifestazioni… tranne in quelle sportive. Il contravventore è punito con l’arresto da 1 a 2 anni e con una ammenda da 1000 a 2000 euro.” E, perché no, il vilipendio a chicchessia (religione, presidente repubblica, repubblica e alle sue istituzioni)… Che fatica.
Insomma, se le Pussy Riot avessero fatto la stessa cosa in Italia, avrebbero avuto un trattamento forse ben peggiore.
Ora, di certo, non mi interessano lezioni di diritto comparato, anche perché le mie conoscenze di questo infausto mondo, che peraltro non mi appartiene, sono molto ristrette.
Vorrei solo “esplorare il mondo di San Patrizio delle vostre democrazie” per rimestare nel torbido. Se le mie parole avessero la forza della mia rabbia, sarei sicuramente più efficace, più incalzante nell’esporre le miei argomentazioni.
Mi chiedo se i difensori della libertà di questi giorni scrivano i loro articoli con ingenua consapevolezza o con il classico sporco servilismo ipocrita che li contraddistingue. Quello che gli permette di dedicare pagine e pagine di ringraziamenti a chi ha salvato il Paese da pericolosi attentatori, senza curarsi di capire i reali disegni celati dietro la carcerazione di tante persone, riportando le veline dei loro padroni condite di qualche aggettivo un po’ letterario (così da rendere l’articolo più accettabile agli occhi di un lettore la maggior parte delle volte decerebrato, ma esigente) e costruendo un mondo fittizio.
Un servilismo che garantisce la loro integrità morale agli occhi dell’opinione pubblica, che li vede battersi contro le ingiustizie assassine di Assad, contro l’arresto delle Pussy Riot, per Assange, così da non dover rendere conto del loro sporco e reale lavoro condotto in Patria, l’unico per cui la stampa ha il permesso di esistere, ossia giustificare, servire il Potere, lo Stato e i suoi scagnozzi.
Così i ribelli siriani sono tali, quelli della Val di Susa sono terroristi e violenti; le Pussy Riot sono dissidenti, represse dal sistema dittatoriale russo, mentre chi in Italia viene accusato di fare scritte o di attaccare striscioni contro la guerra, il governo o i responsabili di disastri ambientali è un pericolassimo eversore dell’ordine democratico da rinchiudere in galera (prima ancora del processo, ovvio).
Ah scusate, dimenticavo! Probabilmente nella democraticissima Italia, le Pussy Riot, oltre ai già citati articoli del c.p., si sarebbero viste appioppare sicuramente il tanto amato 270 bis, articolo sulla cresta dell’onda. Anche perché in una chiesa, cantare contro il governo, in tre, cosa è se non una associazione sovversiva con finalità eversive, con “l’aggravante della richiesta dell’aiuto alla madonna” (e qui, se capitassero nelle mani di qualche prete/Pm, avrebbero sul groppone anche “stregoneria ed eresia”)?
Certa che le mie parole cadano nel vuoto delle vostre teste schiave, cari giornalisti, vi auguro sia di poter continuare il vostro fondamentale e necessario lavoro, sia di non guardarvi mai allo specchio. Casomai doveste scorgere una divisa al posto dei vostri vestiti, una catena al posto dei vostri cervelli, un manganello al posto della vostra penna.
Comunque, a scanso di equivoci, solidarietà alle Pussy Riot, non in nome della democrazia e dei suoi diritti, ma in nome della libertà, contro le galere e i loro carcerieri, contro tutti i benpensanti che puntano il dito dall’altra parte del loro recinto, senza guardare il fango che arriva alle loro gambe.
Detto ciò, mi auguro che le Pussy Riot non siano risucchiate da una rogatoria internazionale che le coinvolga in un’associazione sovversiva intergalattica.

Un saluto, da Giulia,
una sovversiva senza passamontagna colorato, detenuta nel carcere di Rebibbia.

Buon fine estate!

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Comunicati, Repressione, Tutti i post | 1 commento

[Roma] Li sonetti post bellici de Teo Baracca all’Idea

Presentazione del libro
LI SONETTI POST BELLICI DE TEO BARACCA

A cura di Mascolini
Tra lineamenti di prosodia volgare
Endecasillabi – enjambement – rime in tmesi
Cenni de linguistica pe anarfabbeti de ritorno
Diacronie – rotacismi – imbuti demografici

POI

LI STORNELLI DEL ‘R TERZO MILLENNIO

Storni co rime, assonanze e consonanze toniche
Strutture a fiori e a la maggnera de Peppazzo

QUINDI

PSYCHO CIRCUS!

Dischi – rischi – riproduzioni psycho-meccaniche
Selezioni rock’n’roll surf & beat shaker

LIBBRI – INTRUJJI – VIVANDE VEGAN – LAUTOFINANZIAMENTO

Allo Spigolo della Biblioteca anarchica L’Idea
Tra Via Braccio da Montone e Via Fanfulla da Lodi al Pigneto

La Biblioteca è aperta ogni martedì e venerdì dalle ore 17 in Via Braccio da Montone 71a

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Appuntamenti, Tutti i post | Commenti disabilitati su [Roma] Li sonetti post bellici de Teo Baracca all’Idea

Costa libero!

Dopo Silvia e Billy anche Costantino è uscito dal lager svizzero! Bentornati tra noi!

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Antispecismo, Comunicati, Repressione, Tutti i post | Commenti disabilitati su Costa libero!

Lettera di Massimo dal carcere di Alessandria

 Alessandria, diciotto giorni di settembre 2012

Cari compagni e compagne,
con questa lettera voglio raccontarvi qualcosa che mi sta a cuore e mettervi a parte di un’intenzione. Quando sono stato portato, il 27 agosto scorso, nella sezione di isolamento del carcere di Tolmezzo ho conosciuto alcuni ragazzi lì rinchiusi. Sono stato accolto in modo non solo solidale, ma anche fraterno. Sia pure per una settimana ( poi sono stato trasferito nella sezione di Alta Sorveglianza qui ad Alessandria) abbiamo condiviso cibo, caffè, sigarette, urla e battiture.  Quello di Tolmezzo è un carcere punitivo, dove quotidiani sono gli abusi e i pestaggi. Al gip, di fronte a cui mi sono avvalso della facoltà di non rispondere, ho denunciato tutto questo.
Tra gli altri ho conosciuto Maurizio Alfieri, in carcere ormai da diciotto anni senza aver mai goduto dei giorni di liberazione anticipata per aver sempre lottato a testa alta. Da oltre tre mesi in isolamento per le tante denunce di pestaggi che ha raccolto e fatto uscire, viene di continuo minacciato ( l’ultima volta come ritorsione verso il presidio di solidarietà organizzato lì a Tolmezzo dai compagni: negazione del colloquio telefonico, consiglio di disciplina per lui e gli altri ragazzi). La capacità e la fraterna gentilezza di Maurizio mi sono andate dritte al cuore. Lo stesso vale per i compagni e le compagne con cui Maurizio è in contatto, più forte e deciso di prima. Minacciano, dopo averglielo fatto subire a lungo, di sottoporlo di nuovo al regime di 14 bis (niente tv, blindo sempre chiuso, restrizioni sulla’aria ecc.).
Con questa mia lettera dichiaro anticipatamente – di modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità- che se la direttrice del carcere di Tolmezzo dovesse applicargli tale misura vendicativa e vigliacca, comincerò subito uno sciopero della fame. Non ho una grande simpatia per gli scioperi della fame ( per il principio che, se sono gli oppressori a commettere le ingiustizie, non vedo perché dovremmo essere noi a soffrire….), ma altre forme di lotta per il momento voglio riservarle per eventuali questioni che riguardino anche gli altri compagni rinchiusi con me in Alta Sorveglianza.                                                                                          Questa forma di protesta servirebbe innanzitutto per mantenere vivi il pensiero e la vicinanza con Maurizio. Questa sezione ha lo scopo di isolarci non solo dal resto del mondo e dalle lotte, ma anche dagli altri detenuti e, più in generale, dalla nostra classe. Il mio sforzo vuole andare in direzione ostinata e contraria. Parliamo spesso, nei nostri volantini e nei nostri testi, di gioventù selvaggia, di classe pericolosa, di ribelli sociali quali nostri complici “naturali” nella rivolta e nella riscossa. In fondo il potere, con le sue pretese “associazioni”, attacca preventivamente la nostra disposizione, in una società che è un “formicaio di uomini soli”, a condividere idee, sogni, bisogni, pratiche, vita. Proprio come ha fatto un rapinatore di nome Maurizio con uno sconosciuto quale ero io. Chiedo a chi condivide sentimenti e visione della vita simili di mobilitarsi affinchè questo 14 bis – carcere nel carcere –  non passi. Per essere un po’ più liberi. Per non dimenticare chi ha continuato a lottare, anche in carcere, anche solo.
Approfitto di questa lettera – visto che la precedente mai giunse – per ringraziare tutti per la calorosa solidarietà che rischiara le mie giornate.
Un abbraccio giunga ai compagni detenuti, ai miei fratelli rinchiusi in isolamento a Tolmezzo, alla Valle che resiste e a coloro che si battono per la libertà di tutti, anche a rischio di giocarsi la propria.

Massimo Passamani

Per scrivere a Maurizio:

Maurizio Alfieri – c.c. via paluzza 77 – 33028 Tolmezzo (Udine)
Anche lettere e cartoline alla direttrice sarebbero utili

Per scrivere a Massimo:
Massimo Passamani
Carcere San Michele strada Casale 50/A
15122 Alessandria

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Comunicati, Galere e CIE, Repressione, Tutti i post | Commenti disabilitati su Lettera di Massimo dal carcere di Alessandria

[Cr] Cineproiezione “Colpo al cuore” al Kavarna

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Approfondimenti, Appuntamenti, Tutti i post | 1 commento

Terni – Repressione per solidarietà ai compagni sotto processo per Op. Brushwood

riceviamo e diffondiamo:

Terni – Otto decreti penali di condanna per manifestazione non autorizzata durante il processo Brushwood. Il 31 Ottobre a Perugia comincia l’Appello

Durante questa calda estate della repressione – come se non bastassero i 10 arresti di Perugia dellOperazione Ardire, i 2 arresti di Trento della fascistissima Operazione Zecca, l’arresto di due compagni a Torino per i la gambizzazione di Adinolfi…per non parlare degli indigati a piede libero di tantissimi altri procedimenti del regime, dall’op. Thor all’Op, Mangiafuoco – tanto per cambiare ancora una volta in Umbria arriva una nuova ondata repressiva.

Sono infatti in viaggio, alcuni già arrivati altri forse in attesa del ritornno dal mare degli sbirri, 8 decreti penali di condanna per altrettanti compagni di Terni e di Spoleto per manifestazione non autorizzata. La condanna è di 10 giorni di carcere, sostituita da un’ammenda di 2600 euro. La manifestazione non autorizzata sarebbe stata svolta nel settembre 2009 durante una delle prime udienze del processo Brushwood. Il processo, seguito all’inchiesta che portò nel 2007 all’arresto di 5 spoletini, si è concluso con 2 (due) condanne (cosa alquanto soprendente) per associazione sovversiva con finalità di terrorismo (art. 27 bis), nei confronti di Fabiani Michele (3 anni e 8 mesi) e Dinucci Andrea (2anni e 6 mesi). A sostenere l’accusa era la famigerata pm Manuela Comodi, la quale dimostrò la propria moderazione liberale con richieste di carcerazione che partivano dai 6 anni per una scritta su un muro.

Non è un caso che questi decreti di condanna sono stati emessi, tre anni dopo il presunto reato, ma negli stessi giorni in cui scattava l’Operazione Ardire. L’intento, evidentemente minaccioso, è quello di intimorire chi volesse esprimere solidarietà a questi nuovi arrestati, mostrando come viene perseguitato chi è stato solidale con gli altri compagni.

Cosa è un decreto penale di condanna?

E’ a tutti gli effetti una condanna penale, che avviene senza che l’imputato sia informato di essere sotto inchiesta ed abbia l’opportuità di difendersi. Quando un reato non è grave, rischia la prescrizione, e le prove contro l’imputato sono “schiaccianti”, il giudice può decidere di condannarti senza udienza preliminare, rinvio a giudizio e regolare processo. Se non si accetta la condanna, come è evidente in questo caso, si può fare “opposizione” ed inizia il processo vero e proprio.

Così è successo che 8 compagni di Terni e Spoleto sono stati “condannati” a 10 giorni e  2600 € per aver partecipato ad un’udienza a porte aperte del processo Brushwood.

Respingiamo questa ennesima operazione repressiva come di tutte le altre, che stanno facendo della fù verde Umbria un lager a cielo aperto.

Ricordiamo inoltre che il 31 Ottobre ricomincia, presso il tribunale di Perugia il processo Brushwood, in quanto è stata fissata la prima data del Processo di Appello. Non faremo mancare la nostra solidarietà.

SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI SOTTO PROCESSO PER L’OPERAZIONE BRUSHWOOD!

SOLIDERITA’ AI PERSEGUITATI PER LE MANIFESTAZIONI AL TRIBUNALE DI TERNI!

LIBERTA’ PER TUTTI I RIBELLI PRIGIONIERI!

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Repressione, Tutti i post | Commenti disabilitati su Terni – Repressione per solidarietà ai compagni sotto processo per Op. Brushwood

[Roma] Non ci sono gabbie che tengano al L38 squat

Non ci sono gabbie che tengano!

Serata a sostegno delle anarchiche e degli anarchici colpit* dalla repressione.

Dalle ore 18:00:

Proiezioni video e a seguire dibattito su “l’antispecismo nella liberazione totale” con i compagni e le compagne di ARACNIDE- cassa di solidarietà contro la repressione.

Dalle 21:00:

Cena vegan a cura di VEGAN RIOT.

A seguire concerto con: NO CONFIDENCE e LIVORE.

Pubblicato in Anarchismo, Antiautoritarismo, Antispecismo, Autogestione, Concerti, Repressione, Tutti i post | Commenti disabilitati su [Roma] Non ci sono gabbie che tengano al L38 squat