Terremoto – Resoconto dai campi autogestiti [aggiornamento]

In questo momento dalle zone colpite dal terremoto non c’è richiesta di generi alimentari o di prima necessità. Piuttosto è importante reperire materiale da campeggio funzionale a costruire accampamenti durevoli per i prossimi mesi.
Per questo motivo segnaliamo la seguente lista:

Assorbenti
Pannolini [bambini/e]
Pannoloni [anziani/e]
Dentifricio
Spazzolini
Saponette
Shampoo / bagno schiuma
Carta igienica
Detersivo e prodotti igienizzanti
Giochi per bambini [tipo album da colorare/ pennarelli]
Lenzuola
Reti per letti / brande
Materassini da campeggio
Posate, piatti e bicchieri di plastica
Acqua
Materiale da campeggio:
teli cerati
tende
brandine
materassini
sedie e tavolini di plastica (pieghevoli)
fornelli da campeggio
gazebo
teli ombreggianti
corde/cordini da campeggio

Il punto di raccolta è alla
Scintilla, Via Attiraglio 66, 41122 Modena
La scintilla sarà aperta tutti i martedì, giovedì e venerdì di giugno dalle h 21:00 alle 24:00 per la raccolta del materiale.
Nel caso di spedizione di pacchi postali avvisare anche tramite email:  lascintilla@autoproduzioni.net

Tutto il materiale raccolta sarà distribuito direttamente alle famiglie colpite dal sisma e/o ai campi autogestiti direttamente dalla popolazione, senza utilizzare i canali della protezione civile, dei partiti o di altri intermediari istituzionali.


riceviamo e diffondiamo questo resoconto dai campi autogestiti:

CIAO A TUTTO!
IERI siamo tornati nei paesini vicino Modena.
A Mirandola il campo autogestito (in via Favorita) continua tra alti e bassi (non si può pretendere che la scintilla dell’autogestione illumini tutto d’un colpo individui abituati allo schiavismo di Stato!) e il punto di raccolta beni è sempre abbastanza folto di cibo e altro..
Si è tenuto un cineforum all’aperto con bimbi e genitori, gente del campo stesso spesso cucina autonomamente nella cucina da campo allestita, e per il week end che viene si pensava presentazione di un libro/opuscolo sull’Aquila e la militarizzazione delle emergenze.

Siamo stati a Carpi ieri dove la situazione è ben meno florida:
campi spontanei vissuti da migranti sono sorti a fianco del cimitero, di fianco all’ospedale (esattamente fuori da un campo della protezione civile) in via Due Ponti, nel parco della “Bollitora” (il più grande, popolare e abbandonato. sarebbe da andarci) e da altre parti. Tantissima gente praticamente lasciata a se stessa da quando questa brutta storia è iniziata.

Oltre a tanta altra roba abbiamo lasciato un fornello a gas e una bombola piena da collettivizzare nel parco adiacente al cimitero. Una famiglia indiana e una ghanese l’hanno posizionato sotto un telo di nylon di fortuna che hanno adibito a cucina.Da quello che abbiamo capito lo usano in un pò di famiglie ma non tutte perchè c’è molta diffidenza nel chiedere e nell’aiutarsi. La frammentazione è molto etnica: indiani con indiani, rumeni con rumeni, ghanesi con ghanesi e così via. C’è pochissima solidarietà…almeno per quello che abbiamo visto e la comunicazione è difficilitata dall’estremo bisogno (la gente arraffa e non si ferma a parlare) oltre che dalle tante lingue parlate nel campo.
Nel campo del cimitero (ma negli altri sopracitati non crediamo vada molto meglio, anzi,) la maggiora parte della gente vive/dorme ancora per terra sui cartoni!

C’E’ UN’URGENTE NECESSITA’ DI TENDE, COPERTE, CERATE, STUOINI, E ATTREZZATURA PER COPRIRSI E MANGIARE… il cibo bene o male si trova ma tutto il resto lì è irreperibile.

Molti probabilmente nemmeno si avvicinano ai campi dei nazisti della croce verde +  protezione civile per paura della richiesta documenti. gli sbirri sembra non abbiano ancora operato retate o infamie simili…

L’invito che ci sentiamo di fare a chi volesse scendere è di appoggiarsi alle realtà autogestite dove i compagni sono presenti (Mirandola via Favorita e San Martino S. presso “Il Regno” oppure nel circolo AICS dove hanno la cucina comune) ma dai punti organizzati muoversi verso destinazione più critiche: Carpi, Cavezzo, Finale Emilia etc.

A Carpi nei campi che abbiamo visitato hanno NECESSITà DI ACQUA POTABILE! CI SONO IN MEDIA UNA FONTANA PUBBLICA PER PARCO DOVE STANZIANO CENTINAIA DI PERSONE!!

Proprio a Cavezzo, tra l’altro, c’è giunta voce di una protesta della gente contro il sindaco e istituzioni che avrebbero cacciato via dei volontari perchè non della protezione civile. Solo voci di corridoio ma attendiamo sviluppi.

Il sentore della gente è che comunque non sia un normale terremoto: le deflagrazioni prima, dopo e durante i sismi danno a tutti l’idea che si tratti di danni collaterali delle erogazioni ad alta pressione per scavare il metano…piano piano le informazioni si accumulano. sarebbe un discorso da affrontare appieno (in calce alcuni appunti).

PIU’ CHE CIBO PRENDETE PANNOLINI, ASSORBENTI, ANTIZANZARE, TENDE, CERATE, TEGAMI, DISINFETTANTI, SAPONI, COPERTE.
Ci pare tutto…

Come ovvio questi sono solo consigli e indicazioni individuali, ognuno agisca secondo le proprie sensibilità: noi non abbiamo “linee guida” da elargire ai proseliti!

CONTRO IL BUISNESS FASCISTA DEI CAMPI DELLA PROTEZIONE CIVILE, CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DEI TERRITORI, PER LA SOLIDARIETA’ DIRETTA E L’AUTOGESTIONE!

– Alcun* Compagn* –


Alleghiamo per completezza un testo che sta circolando in merito a queste presunte connessioni tra invasive esplorazioni geologiche e sciami sismici.

Il 17 febbraio 2012, i Ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali
Corrado Clini e Lorenzo Ornaghi hanno decretato la compatibilità
ambientale e quindi l’autorizzazione di opere di indagine geologica,
ossia trivellazioni con uso di cariche esplosive e pompaggio di acqua ad
alta pressione, allo scopo di verificare la realizzabilità di un
gigantesco deposito di gas metano, nel sottosuolo dei comuni di San
Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e
Crevalcore, all’interno di una altrettanto gigantesca cavità naturale
situata a quasi tre chilometri di profondità ed in grado di servire
allo stoccaggio di 3,2miliardi di metri cubi di gas metano (equivalente
al volume di un’enorme sfera dal diametro di quasi 2km). Tutto ciò in
una zona ad elevato rischio sismico e contro il parere dei cittadini e
dai vertici della stessa Regione che da anni si oppongono agli studi di
fattibilità già promossi sin dal 2005 dai governi Berlusconi e Prodi.

Una strana coincidenza forse, vede i comuni oggetto delle opere di
trivellazione, essere anche quelli più interessati dal sisma.

A seguito delle prime scosse significative il Governo ha
comprensibilmente dato segni di imbarazzo. Il Ministro Clini ha subito
parlato di “ulteriori necessari accertamenti“, ricordando a tutti
che i Ministeri hanno concesso solo una “valutazione favorevole alla
esplorazione” (che si fa trivellando n.d.r.). La società autorizzata
alla realizzazione dell’opera, la Erg Rivara Storage srl, società
angloitaliana riconducibile, tra gli altri, al patron della Sampdoria
Garrone, che nega di aver «realizzato nell’area di Rivara nessuno
studio o perforazione, tanto meno con l’iniezione di gas, e di aver
compiuto del “fracking“».
Il fracking consiste nell’iniettare acqua ad altissima pressione allo
scopo di fratturare la roccia, allargare progressivamente la frattura e
penetrare in profondità. L’acqua di scarto, trattata con lubrificanti
e agenti chimici, tende normalmente a tornare in superficie ed il
problema dello stoccaggio di questo residuo fluido, normalmente
contaminato da polveri radioattive, è risolto attraverso la creazione
di pozzi profondissimi dove l’acqua reflua viene scaricata ad
altissima pressione e il problema sarebbe risolto.

Nel testo del decreto Ornaghi-Clini si individuano le due fasi che
precedono l’insufflamento di gas: quella preliminare “di
accertamento” che ha inizio dopo il rilascio delle autorizzazioni e la
fase “di sviluppo” per la realizzazione dei pozzi di stoccaggio.
Questa seconda fase “di sviluppo” è una rinomatissima causa di
terremoti, lo affermerebbe la comunità scientifica internazionale.
Infatti si legge nel Huffington Post del 9 maggio c.a., che lo stato
dell’Ohio, che ospita 177 di questi pozzi, ha recentemente preso dei
seri provvedimenti verso questa pratica, in quanto pare ormai
consolidata l’idea che il trivellamento dei pozzi di stoccaggio abbia
causato nella zona “una dozzina di terremoti”. E ancora più
interessante è ciò che si legge nel sito del Lamont-Doherty Earth
Observatory, dipartimento di Scienze della Terra della prestigiosa
Columbia University che spiega la correlazione tra il pompaggio profondo
di acque reflue da fracking e terremoti pari o superiori al grado 5,0
della scala Richter, sarebbe cosa nota sin dagli anni ’60 come
documentato negli eventi sismici occorsi in Arkansas, Texas, Oklahoma, e
nel Regno Unito.

E’ inquietante il verificare che il recente sciame sismico ha
modalità che appaiono molto simili a quelle riconducibili ad operazioni
di pompaggio di acque reflue nel sottosuolo, come ad esempio la fuori
uscita di metri cubi di melma grigiastra che si vedono affiorare ovunque
nei comuni interessati dal sisma.

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