Sabato 4 febbraio 2012 – dalle ore 17.00
TEATRO “SACRO CUORE”, VIA GARIBALDI 19, GROTTAFERRATA (RM)
INCONTRO CON SANDY VOLK
(STORICO, si è laureato in Storia Contemporanea all’Università di Trieste e ha conseguito il master e il Dottorato in Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Storia della Facoltà di Filosofia dell’Università di Lubiana. Si occupa di storia contemporanea della Venezia Giulia, in particolare di Trieste e della storia degli sloveni della regione. Pubblica saggi in Italia e in Slovenia e collabora con Istituti e Centri di ricerca. E’ membro della commissione consultiva del Comune di Trieste per il Civico Museo della Risiera di San Sabba-Monumento nazionale.)
PROIEZIONI E MOSTRA FOTOGRAFICA “TESTA PER DENTE”
PER NON DIMENTICARE LE VITTIME DEL RAZZISMO, DEL NAZIONALISMO, DEL COLONIALISMO FASCISTA
DALL’OCCUPAZIONE NAZIFASCISTA DEI BALCANI AL REVISIONISMO STORICO NEL TERZO MILLENNIO
La resistenza contro i crimini fascisti nel confine orientale italiano
Nel 1924, dopo la fine della prima guerra mondiale, i trattati di pace inclusero all’interno del confine italiano circa 500.000 tra sloveni e croati. Il governo fascista cominciò una politica di italianizzazione forzata che raggiunse il suo culmine nel 1942, quando fu nominato comandante della seconda armata italiana e massima autorità militare jugoslava Mario Roatta. Era al comando della guerra italiana contro i partigiani slavi, che da decenni subivano le imposizioni e la repressione del regime fascista. Si è reso inoltre responsabile della costruzione di campi di internamento per migliaia di Jugoslavi e della stesura di leggi che permettevano di giustiziare ostaggi, deportare famiglie e incendiare case. Dall’aprile del 1941 al settembre del 1943 interi villaggi furono massacrati in Croazia e Slovenia con la scusa di essere sostenitori della resistenza partigiana. Nel solo territorio della provincia di Lubiana 9000 persone furono eliminate e 800 paesi distrutti. Il tutto rientrava in un lugubre piano di
pulizia etnica, che mirava a svuotare le città e soprattutto i villaggi, dagli slavi per far
posto alle famiglie delle vittime italiane.
Uno dei campi di concentramento più esteso si trovava sull’isola di Rab (Croazia), nelle vicinanze del villaggio di Campor, e conteneva circa 15.000 slavi; anche su territorio italiano ce n’erano più di uno: Trieste, Padova, Treviso, Toscana e altre regioni.
In un clima così teso e oppressivo fu forte la collaborazione tra perseguitati politici italiani e partigiani slavi. A testimonianza vi è l’episodio del 1943 della fuga dal campo di Renicci (comune di Anghiari) e la successiva confluenza dei prigionieri nelle brigate partigiane più vicine.
Viviamo in un periodo in cui il revisionismo storico è diventata una potente arma nelle mani di chi ci governa. Con lo scopo di creare false coscienze e distruggere lo spirito critico, politicanti d’ogni dove si divertono a riscrivere la storia, buttando fango su chi è morto per la Libertà.
Noi ci teniamo a ricordare questi giorni, non come le violenze di un popolo sull’altro o viceversa. Ci teniamo a ricordarli come la legittima resistenza di un territorio abitato da numerose etnie. Ci teniamo a ricordarli come un sincero episodio di solidarietà tra sfruttati\e contro un governo infame e violento. Ci teniamo a ricordarli per mantenere viva la speranza di Libertà che batteva nei cuori di tutti quegli uomini e tutte quelle donne uccise dal fascismo.
castelli.antifa@inventati.org
SIETE TUTT@ INVITATI
SABATO 4 FEBBRAIO
DALLE ORE 17.00
TEATRO “SACRO CUORE”, VIA GARIBALDI 19, GROTTAFERRATA (RM)