Raccolta comunicati di solidarietà NO-TAV [in aggiornamento]

Solidarietà  agli arrestati e ai denunciati del 26 gennaio!
Quest’ennesima operazione repressiva non ci stupisce: si tratta della “logica” conseguenza della forza e della determinazione dimostrata da coloro che lottano contro il TAV. Siamo certi che la resistenza e
l’insubordinazione della Valle non verranno minimamente scalfite dalle sortite di sbirri e magistrati.
Pensiamo piuttosto che i fuochi della rivolta si moltiplicheranno via via che la crisi accentuerà l’istinto saccheggiatore del capitale; il Tav è un progetto che ha la sua unica giustificazione nella pseudo-razionalità padronale, proprio come le riforme e i tagli di bilancio imposti in nome della “crescita” o le guerre in nome dei “diritti umani”. Il timore dei potenti è proprio che l’esempio della Valsusa, l’esempio dei pensieri che non vogliono limitarsi ad essere parole, si diffonda ovunque: per loro
sarebbe la fine….
Dal 3 luglio, giorno del nostro arresto, il nostro pensiero continua a essere con chi lotta in Valsusa e ovunque….
Non un passo indietro!

Marta Robbi Sabbo – 02/02/2012

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Solidarietà con gli arrestati e i denunciati NO TAV

Nel pomeriggio del 26 Gennaio, in seguito alla notizia dell’operazione repressiva che ha portato all’arresto di 26 attivisti/e No Tav, a diverse denuncie e misure restrittive, oltre alla perquisizione di alcune occupazioni libertarie di Torino e dintorni, un corteo spontaneo composto da un centinaio di persone ha attraversato le strade del centro di Roma per esprimere solidarietà  con chi è stato colpito dalla repressione: una prima e necessaria risposta, che parla di sincera complicità e calorosa vicinanza con la Val di Susa e tutti/e coloro che si oppongono da anni al progetto Tav.

Un messaggio, tra i tanti espressi in tutta Italia, portato in strada per ribadire che la Val di Susa non si tocca e che il vero terrorista è lo Stato, che, di fronte alla tenace resistenza No Tav, sguinzaglia i propri cani da guardia per tutelare gli interessi politici e i profitti di costruttori e speculatori.

Abbiamo tenuto ben saldo uno striscione che recitava “LA LOTTA NON SI ARRESTA, ORA E SEMPRE NO TAV”, abbiamo sventolato le bandiere No Tav, mentre incessanti cori hanno rotto il silenzio e la quotidiana routine del traffico cittadino. Abbiamo camminato per le vie della città a testa alta, mentre in molti dai palazzi si sono affacciati al suono delle voci che si alzavano dal corteo.

Oggi non c’era niente da aspettare.

Ancora una vota: quei sentieri di montagna li abbiamo percorsi tutti/e noi, quelle reti le abbiamo assediate tutti/e insieme.

Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo, perché il mondo per cui lottiamo è un mondo che vogliamo libero da ogni nocività. A loro, politici, speculatori ed aguzzini, le macerie di ciò che vogliamo abbattere.

Solidali e NO TAV, da Roma

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32 ARRESTI E 11 DENUNCE: E’ QUESTO IL BILANCIO DELLA ASSURDA OPERAZIONE DI POLIZIA AI DANNI DEL MOVIMENTO NO TAV CHE DA TEMPO COMBATTE QUESTA NOBILE CAUSA  CON DETERMINAZIONE E CONVINZIONE.
ANCORA UNA VOLTA, LO STATO COLPISCE IL DISSENSO CON UN FORTE ATTACCO REPRESSIVO CHE COLPISCE AMICI, COMPAGNE E COMPAGNI LA CUI COLPA SAREBBE SOLO QUELLA DI CREDERE IN UNA ESISTENZA PIU DIGNITOSA.
OGNI GIORNATA DI CONFLITTO SOCIALE, COME QUELLA DEL 3 LUGLIO IN VAL DI SUSA, VIENE CRIMINALIZZATA ED ESORCIZZATA DAI MEDIA E DAL POTERE COSTUITO COME SE SI TRATTASSE DI SEMPLICE TEPPISMO.
LA RESISTENZA POPOLARE, DAL BASSO, IN VAL DI SUSA, E’ UN ESEMPIO CONCRETO DI PARTECIPAZIONE, AGGREGAZIONE E CONFLITTO.
IN QUESTO PARTICOLARE MOMENTO CI STRINGIAMO ATTORNO AGLI ARRESTATI ED ALLE LORO FAMIGLIE CONVINTI CHE LA MACCHINA DELLA SOLIDARIETA’ ACCOMPAGNERA’ QUESTA ENNESIMA ASSURDA MACCHINAZIONE.
SIAMO COMPLICI E SOLIDALI CON TUTTI COLORO CHE PRATICANO AZIONE DIRETTA ED ORGANIZZANO RESISTENZA POPOLARE CONTRO LA TAV E CONTRO OGNI TIPO DI NOCIVITA’.

SARA’ DURA….MA SAREMO SU OGNI BARRICATA!
LIBER* TUTT* SUBITO!

Libertari/e San Lorenzo

Velen(A) individualità Anarchiche

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RIBELLARSI o andare a fare in culo

Il 27 giugno le forze dell’ordine sgomberano la libera repubblica della Maddalena per iniziare i lavori per la costruzione dell’alta velocità. A quella occupazione militare del territorio valsusino, si opposero direttamente centinaia di NoTav.
Nella giornata del 3 luglio, 70.000 persone hanno assediato il cantiere della TAV in Val Susa. Un cantiere particolare, perchè in esso non lavorano operai, ma stanno trincerati militari e forze dell’ordine in anti-sommossa. Un esempio concreto della devastazione ambientale, degli interessi del grande capitale e della mafia ad esso connivente.
Il 26 gennaio lo Stato arresta 32 compagni in tutta Italia “per i fatti di quelle giornate”. Un’operazione che assume un solo significato: la resistenza attiva contro le infrastrutture, i poteri, le forze armate e le istituzioni che violentano e impoveriscono il pianeta, è considerata illegale.
Questa operazione di polizia si pone, infatti, come acmè in una scia di attacchi repressivi cominciata  lo scorso aprile a Bologna, continuata nei mesi successivi a Firenze, Cuneo e, negli ultimi giorni, a Modena.
L’obiettivo è sempre quello: eliminare dalla scena realtà ed individui che lottano contro l’oppressione che banche, governi e padroni impongono ogni giorno; evitare che si uniscano alle lotte che in questo periodo vanno aumentando; creare terra bruciata intorno ai movimenti che già hanno intrapreso percorsi conflittuali, come il movimento contro la TAV. Non a caso questi arresti avvengono in un momento di particolare agitazione sociale inaugurato dal movimento dei Forconi siciliani la scorsa settimana.
L’Italia corre il rischio di incorrere in una rivolta generale. I blocchi dei tir in autostrada e la protesta in Sicilia e Sardegna dimostrano come il capitalismo possa essere messo in ginocchio, e infine annientato dall’azione congiunta di più individui. In un tale contesto di depressione economica, ogni persona che si oppone individualmente o collettivamente al sistema è considerato un criminale, arrestato e represso.
Quello che sta succedendo in Italia, così come nella nostra quotidianità a Bologna, è un esempio puro di stato di polizia, di un autoritarismo terrorista nato dal patto tra stato e capitale, imprenditoria e sbirraglia. Quando singoli individui attivi nelle lotte vengono presi dalle proprie abitazioni, minacciati, incarcerati, quando la digos ti controlla ogni giorno in tutti i tuoi movimenti, quando ogni tua azione può essere reato perchè sei un ribelle, un antagonista, un anarchico, un NoTav: questo è uno stato di polizia.
Se non ci rendiamo conto di ciò che sta succedendo, se non apriamo gli occhi sulla realtà autoritaria in cui siamo piombati, il futuro sarà per tutti una ripetizione storica di ciò che è avvenuto ormai lo scorso secolo. Mentre il sentimento di indignazione porta alla protesta pacifica davanti alle istituzioni e alle richieste ridicole di insolvenza e riforme, il capitale e i suoi cani da guardia ci divorano lentamente, togliendoci la libertà e escludendo i soggetti scomodi da questa effimera e fasulla società.
E tutto questo sta succedendo sotto i nostri occhi, proprio mentre ci troviamo spiazzati dalle esplosioni spontanee di protesta che abbiamo visto destabilizzare varie zone del paese in questi giorni.
Ben lontani dallo scegliere la rassegnazione, non possiamo che dedurre che mai come ora è tempo di scendere in strada, senza ulteriori indugi generati dalle asfissianti analisi sull’esistente.
Mischiarsi alle lotte generate da questa crisi, allargare le lotte già intraprese, fondersi nei quartieri conflittuali e nelle situazioni critiche, consolidare e nel caso ricreare i legami di solidarietà tra sfruttati, per costruire progetti finalizzati alla diffusione generale del dissenso e delle pratiche di rivolta, alla sovversione del sistema e alla rivoluzione sociale.
Rilanciamo con tutte le nostre forze le lotte, in solidarietà agli arrestati del 26 gennaio e a tutti i sequestrati dallo Stato.
Nessuna gabbia e nessun potere può arrestare il desiderio di libertà.
Avanti tutta!

Compagni e compagne di Bologna

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PIÙ VALLI, MENO MONTI

La repressione non ferma le lotte

ALL’ALBA DI GIOVEDÌ 26 GENNAIO, in una maxi-operazione repressiva vengono perquisite 52 persone in tutta Italia, 26 arrestate e una quindicina sottoposte a varie misure restrittive che vanno dagli arresti domiciliari all’obbligo di dimora al divieto di soggiornare a Torino. Le accuse – resistenza, violenza e danneggiamento aggravato – si riferiscono alla resistenza contro lo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena il 27 giugno e all’assedio di massa del fortino del TAV il 3 luglio.
Compatta la solidarietà della Valsusa, numerose le iniziative in tutta Italia: presìdi, cortei spontanei, azioni contro i giornali, occupazioni di stazioni e sedi di Trenitalia si svolgono da Palermo a Torino, da Cagliari a Trento.
Questo attacco repressivo non è solo il maldestro tentativo di dividere il movimento NO TAV in buoni e cattivi o un test per verificarne la risposta in vista di altri arresti. L’operazione condotta da polizia, magistratura e mass media è un messaggio a tutti coloro che lottano, soprattutto in un periodo in cui il governo Monti è attaccato da più parti.
Se è necessario quindi rispondere con forza alla repressione, è altrettanto necessario rilanciare e radicalizzare le pratiche di lotta contro cui questa repressione è rivolta.
Come abbiamo già scritto e ripetuto in tanti: “In quei boschi, dietro quelle barricate, davanti a quelle recinzioni c’eravamo tutti. Si parte e si torna insieme”.
Tanti giovedì 26 gennaio non sono tornati.
Li vogliamo tutti liberi. Subito.

A Juan – nostro amico e compagno ora richiuso nel carcere di Trento – e a tutti gli altri va la nostra piena solidarietà.

PRIMA O POI QUELLE RECINZIONI ANDRANNO GIÙ.
DI BLOCCO IN BLOCCO, DI RIVOLTA IN RIVOLTA, LA LIBERTÀ TRIONFERÀ SULLA MERCE,
E LA VITA SULLA MORTE.

anarchici di Trento e Rovereto

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SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA

Sbatti il mostro in prima pagina, e’ questo quello che hanno tentato di fare polizia di stato, magistratura e “giornalai” con gli arresti del 26 Gennaio ai danni del Movimento NO TAV.
Nei fatti 27 misure di custodia cautelare di cui 26 sono di custodia in carcere mentre per un altro attivista si tratta di domiciliari, in più un’altra decina di obblighi di dimora ovvero l’impossibilita’ di spostamento dal comune di residenza.
La realtà dei fatti è però meno semplice di come misere cifre possano raccontare, in carcere finiscono un consigliere comunale di Villar Focchiardo, barbieri, giardinieri della Val Susa, insomma chi tra le decine di migliaia di comuni cittadini ha partecipato alla lotta NO TAV e in particolare alle giornate di
questo ultimo anno che hanno segnato uno spartiacque importante in questi vent’anni di movimento.
Gli altri arrestati sono studenti e lavoratori, attivisti di altre regioni d’Italia che sono stati attratti dalla potenza, dalla radicalità ma anche dal radicamento di una lotta portata avanti da un popolo intero decidendo quindi di mettere in gioco tutta la loro generosità fino al punto di perdere anche quel briciolo di libertà che gli rimaneva.
Colpiti da questo evento, significativo per come uno Stato possa passare con gli anfibi dei celerini (e in val di susa anche con i cingolati dell’esercito) sul dissenso di una intera vallata, con un occhio rivolto non solo alla valle ma anche a quelle lotte che si stanno esprimendo nel territorio isolano, sentiamo la necessità di stringerci attorno agli arrestati di qualsiasi estrazione essi siano e così come sta succedendo in altre città della penisola abbiamo deciso di indire un presidio per Sabato 28 Gennaio alle 17
presso la stazione di Piazza Matteotti.
Con la richiesta di massima diffusione vi invitiamo a non delegare la solidarietà, a scrivere agli arrestati e a partecipare ai presidi e alle iniziative di solidarietà che nel tempo saranno poste in essere.
“I popoli in rivolta scrivono la storia, NO TAV fino alla vittoria”
Solidali con il movimento NO TAV – Cagliari

Il 28 gennaio il gruppo dei solidali decide per un blocco alla stazione dei treni di Piazza Matteotti a Cagliari ed entra scandendo slogan in solidarietà con la lotta NOTAV e con gli arrestati come “Nessuna bugia nessuna scusa , giù le mani dalla Val Susa”; “La repressione non fermerà la lotta, oggi come ieri la Valle non si tocca”, “Fuori i compagni dalle galere, dentro nessuno, solo macerie”.
Il gruppo si sposta sui binari e resta li 40 inuti sino a ritardare alcuni treni in partenza, poi decide per un corteo spontaneo che si snoda per la via del commercio, il LargoCarlo Felice per arrivare inpiazza Jenne.
Non possiamo restare indifferenti di fronte all’ennesima ondata repressiva mirata a scoraggiare una visione auto-organizzata dell’esistente, fuori dalle dinamiche gerarchiche e cannibali del capitale, di chi vuole difendere il proprio territorio e i propri ideali sino al sacrificio della propria libertà.
Complici e solidali sempre, partiamo e torniamo insieme.
NOTAV SEMPRE.

Solidali con la lotta NOTAV – Cagliari – Sardegna.

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ATTACCO AL MOVIMENTO NO TAV
All’alba di giovedì 26 Gennaio, su mandato della procura di Torino, ci sono state in quindici province d’Italia perquisizioni in abitazioni private e centri sociali a carico di attiviste/i NO TAV. L’esito è stato di 26 arresti, 15 misure di obbligo di dimora e un divieto di dimora nella provincia di Torino. I reati contestati sono: resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento per una serie di manifestazioni tenutesi in Val di Susa tra il 27 Giugno e l’8 Dicembre.
Il movimento colpito è quello NO TAV, che da più di vent’anni lotta e resiste contro una cosiddetta “grande opera”, l’alta velocità, perché la ritiene inutile e dannosa per il proprio territorio, ma che è sostenuta dai governi di destra e di sinistra per puri interessi economici, legati alle mafie e alle lobbies che li finanziano.
Noi, antileghisti della provincia di Varese, non possiamo che sentirci vicini a questa lotta e al popolo valsusino, viste le basi comuni che ci legano a questo movimento.
La Val di Susa, infatti, ha saputo esprimere efficacemente quel senso di difesa del proprio territorio, che a noi piace, fatta di disinteressato amore per la propria terra, di capacità di desiderare e creare il proprio futuro senza delegarlo ai poteri forti, fatta di accoglienza e apertura verso coloro che pur non abitando in quei territori li hanno difesi con la propria presenza durante le lotte.
Quanto siamo lontani e contrari al leghismo razzista, escludente e predatore presente sui territori in cui viviamo, così ci sentiamo affini e vicini alla resistenza no tav, dove chiunque è benvenuto purché difenda per davvero il territorio in cui vive, non con l’inganno della retorica tradizionalista.
Padroni a casa nostra non ci siamo mai sentiti, ma piuttosto ospiti di un territorio che vogliamo preservare da speculazioni edilizie, mafie e da politici di ogni risma. Malpensa insegna.
Detto ciò, ci suona strano che la procura di Torino sostenga che non si tratta di un attacco al movimento no tav, ma piuttosto una contestazione di reati specifici a singole persone… se poi fosse vero che questi attivisti hanno resistito alla distruzione di questa terra con i propri corpi, le proprie forze o anche lanciando dei sassi contro chi li assaliva, perché non esser loro solidali? Hanno agito con coraggio e amore contro la costruzione di un treno ad alta velocità, che sventrerà l’intera e bellissima Val di Susa, prosciugandola, tra l’altro, di tutta l’acqua presente nella sue montagne e sommergendola di milioni di metri cubi di rocce piene di amianto e uranio pericolosi.
Quale chiamereste crimine tra queste due azioni?
Noi non abbiamo dubbi: la distruzione della montagna in nome del profitto economico.
Non è facile combattere questi malaffari, quindi come dicono i valsusini… A SARÀ DÜRA !
Per la vera difesa del territorio,
Antileghisti Varesotti

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SOLIDARIETÀ AGLI ARRESTATI NO TAV!
Tutta la nostra solidarietà va a chi è stato arrestato,perquisito e denunciato per esser andato contro un’ opera come quella della TAV totalmente inutile,costosa e dannosa; fermi questi ultimi mirati ad una delegittimazione del movimento valsusino attraverso la solita logica dei buoni e dei cattivi. Noi che molto spesso siamo andati in valle e abbiamo partecipato a varie iniziative NO TAV, abbiamo conosciuto  queste persone che sono state definite  delinquenti e  teppisti  dai vari magistrati, politici e  pennivendoli del potere. Questi pericolosi elementi non sono altro che uomini e donne con un enorme cuore e spirito di sacrificio per difendere non solo un territorio,ma un intero modo d’ intendere i rapporti sociali ed economici di un paese che ormai sta andando a rotoli sotto il dominio di banchieri e politicanti. Oltre alla nostra totale solidarietà gli mandiamo  un caloroso abbraccio ed un invito a non arrendersi anche se sappiamo di certo che non lo faranno, perchè chi lotta con le montagne sa benisimo che esse saranno sempre li pronte a proteggerlo pure nelle situazioni più difficili.
ORA E SEMPRE NO TAV!
Collettivo Ultimi Mohicani, Gallarate

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NO TAV! Solidarietà agli arrestati.
Le parole non possono descrivere il legame che ci lega alle persone inquisite e arrestate, e al movimento NO TAV in generale. E’ quindi con il cuore colmo di rabbia che scriviamo queste poche righe di piena e sovversiva complicità a chiunque sia stato considerato dalla mafia che specula, dallo Stato che dirige e dagli sbirri che reprimono, un delinquente. Opporsi a una tale barbarie resta per noi un atto imprescindibile, ci hanno privato per qualche tempo di amici e compagni, ci impegneremo affinché non si senta la loro momentanea assenza. Un caloroso abbraccio a chi è ora in cella o ai domiciliari, una calorosa spinta a chi è ora uccel di bosco.
“L’azione propaganda più di mille parole”
TeLOS Squat, Saronno

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Il calore di una valle al freddo di una cella

Mercoledì 26 gennaio un’imponente operazione di polizia ha permesso perquisizioni ed arresti in tutta Italia tra chi, soprattutto la scorsa estate, ha impiegato le sue energie per la difesa dalla devastazione che il Capitale, con l’Alta Velocità, ha in programma per la Val Susa.
Non è nostra intenzione riproporre in questa occasione le tesi contro il TAV: le persone intelligenti e di buona volontà hanno avuto, ed hanno, a disposizione tutto il materiale che il movimento NO TAV ha prodotto in questi ultimi 20 anni.
Quello che ci preme, in questa sede, è parlare invece di ciò che ha determinato un tale livello repressivo (3 occupazioni torinesi e uno spazio politico in affitto a Napoli perquisiti; 26 arresti di compagne/i di varie aree politiche) e di delineare in che relazione si ponga la repressione statale con il contesto odierno.

1) Con questi arresti lo Stato tenta ancora una volta di indebolire il movimento forzando distinzioni tra “buoni e cattivi”. Tranello respinto dai NO TAV che, come in passato hanno sempre fatto, rispondono “si parte insieme si torna insieme”, rivendicando tutte le pratiche dispiegate in Val Susa, la cui pluralità rappresenta da sempre la loro vera forza.

2) Colpendo per lo più compagni appartenenti a realtà politiche extraparlamentari, non solo lo Stato punta a calunniare le suddette, come è normalmente abituato a fare, ma attraverso un sofisticato dispiegamento di illazioni e menzogne ha montato una canea mediatica volta a criminalizzare i NO TAV, additandoli come un movimento “infiltrato da violenti”. Ma la stampa asservita tralascia volontariamente le manganellate, i gas lacrimogeni sparati ad altezza uomo, per ferire (o uccidere!?), ma soprattutto l’inaudita violenza insita in quello che è il progetto dell’Alta Velocità, che passa per la devastazione di una intera vallata per gli interessi dei soliti noti.

3) Viviamo un contesto sociale potenzialmente esplosivo. I blocchi degli autotrasportatori degli scorsi giorni, se pur forgiatisi nell’alveo di interessi corporativi e parziali, hanno dimostratoc he è possibile mettere in ginocchio un Capitalismo in fase di agonia, ridando consistenza, consapevolmente o meno, alla parola sciopero.
Il movimento NO TAV rappresenta attualmente la punta più avanzata delle lotte sul territorio italiano, non tanto per l’obiettivo che si pone, ma per l’irriducibilità al compromesso, la tenacia e le pratiche che è in grado di dispiegare.
Lo Stato colpisce questo movimento per ciò che esso rappresenta. Il suo è un monito per tutti quelli che per un motivo o per un altro, se non stanno già alzando la testa, cominciano per lo meno a pensarci.

D’altronde il Capitalismo è un gigante coi piedi d’argilla e ormai sono davvero in pochi a non accorgersene.
E poi si sa… la Rivolta è contagiosa!

Solidarietà agli arrestati. Liberi tutti subito!

Gruppo Anarchico “Senza Patria” – Benevento

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Solidarietà da Berna a Palermo

All’ alba di giovedì 26 gennaio con una colossale ondata repressiva lo stato delle lobby e dei padroni ha privato della libertà 39 attivisti NO TAV  arrestandone 25 e imponendo misure restrittive a 14.
L’operazione è il punto culminante di un disegno orchestrato da mesi, teso a criminalizzare un intero movimento che fino a questo momento non ha mai permesso al potere di creare divisioni al suo interno fra buoni e cattivi. Un altro grave segnale da parte di uno stato di polizia ormai generalizzato che investe l’intero quadro europeo, messo alle strette da una crisi che i tecnocrati del neoliberismo vogliono poter gestire senza il minimo dissenso! Un clima che non sfugge certamente alla fortezza elvetica: sabato scorso, a Berna, durante una manifestazione anti WEF, 150 attivisti sono stati fermati brutalmente dagli sbirri col chiaro intento di impedire ogni forma di rifiuto in merito alla kermesse delle lobby e dei potenti della terra. Davos come la Val Susa vive in questi giorni una vergognosa militarizazzione del territorio (oltre 3000 gli effettivi militari sul territorio retico). Per poter decidere e banchettare sulle sorti del nostro pianeta, gli “esportatori di democrazia” arrestano preventivamente manifestanti in città a centinaia di chilometri di distanza, militarizzano i territori, chiudono gli spazi aerei, limitano la circolazione lungo le frontiere. Lo stato di eccezione di Davos rispecchia appieno le logiche di chi, da mesi, sta tenendo sotto scacco la Val Susa, dichiarando il non-cantiere di Chiomonte, sito di interesse strategico nazionale. Già dopo gli scontri del  15 ottobre romano un’infame campagna mediatica iniziava a preparare questo attacco. L’obiettivo era e rimane soltanto colpire chi in Val Susa contrasta da sempre, non solo con il dissenso ma con la resistenza attiva, gli scellerati interessi di quanti intendono imporre la devastazione di una valle per realizzare un opera inutile e dannosa. Pennivendoli e servi della peggior specie si sono prodigati per incollare l’etichetta di terrorismo organizzato su di un movimento che da oltre vent’anni cresce e si compatta nella lotta concreta.
L’apparato repressivo si è ora mosso con decisione e, anche se il “democratico” procuratore Caselli si è affrettato a dichiarare che l’operazione non è tesa a colpire  il dissenso ma solo singoli episodi, tutto lascia intendere, a partire dagli eterogenei percorsi dei colpiti (provenienti da tutta la penisola e militanti di diverse frange del movimento) sino alla grave inconsistenza delle  accuse (per alcuni si parla di associazione a delinquere) che questa non è altro che la solita funzionale montatura del potere. L’ennesimo teorema di una propaganda repressiva che è necessario smascherare.
La reazione del movimento anche questa volta è unitaria e in Valle come sempre si parte e si torna tutti insieme.
Alla repressione rispondiamo con la solidarietà attiva a tutti i compagni coinvolti e la lotta dura sul territorio, iniziando da sabato 28 gennaio a Torino.

Solidarietà e complicità da Berna a Palermo
“Chi non terrorizza si ammala di terrore!”

CSOA Il Molino, Lugano

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Solidarietà No Tav dal Kavarna – Cremona

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DALLA VAL SUSA A MILANO NON UN PASSO INDIETRO _ NO TAV!

Il 26 gennaio in tutta Italia sono state effettuate 52 perquisizioni che hanno portato a 26 arresti e 16 denunce a piede libero per le mobilitazioni contro la costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione (TAV). Un’opera, questa, oltre che inutile dannosa, tanto dal punto di vista ambientale quanto da quello economico, voluta solo dagli interessi di poche lobby forti dell’appoggio dei principali partiti nazionali.

Le accuse sono resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Viene così criminalizzata una lotta che ha saputo essere espressione di massa e punto di riferimento per i movimenti del Paese classificandola come violenta; paragonando la giusta difesa di un territorio con ogni mezzo necessario ad atti di criminalità comune (come se le migliaia di lacrimogeni lanciati ad altezza uomo dalle “forze dell’ordine” in quelle giornate non fossero invece mai esistiti).

Nonostante i tentativi della stampa e oggi anche della magistratura, volti a dividere il movimento in buoni e cattivi, dipingendolo come succube di poche frange di violenti esterni alla Val Susa,
il movimento NO TAV ha saputo rispondere con manifestazioni, assemblee e presidi in cui la costante è sempre stata la partecipazione popolare e la condivisione di ogni passaggio politico per impedire la costruzione del TAV.

Criminalizzare e intimidire la lotta NO TAV è un attacco a tutti i movimenti che contrastano le politiche economiche e sociali di questo o altro governo che sia, come monito a chi volesse rialzare la testa in un contesto di grave crisi economica come quello che stiamo vivendo, in cui licenziamenti e negazione di diritti sono ormai all’ordine del giorno.

Ma la manifestazione del 28 gennaio a Torino dimostra che la paura in questo movimento non è di casa né in Valle né altrove.

Riteniamo quindi che la risposta a questo attacco repressivo che ha colpito compagni e compagne in tutt’Italia non possa e non deve essere delegata solo alla Val Susa e ai territori limitrofi ma si debba estendere in ogni città; consapevoli che solo se ci uniremo in una lotta autorganizzata dal basso e che sappia parlare a tutta la città di Milano potremo essere veramente incisivi.

SOLIDARIETA` A TUTTI I COMPAGNI ARRESTATI ED INQUISITI!
LIBERI TUTTI E TUTTE SUBITO
LE LOTTE NON SI ARRESTANO
SI PARTE INSIEME SI TORNA INSIEME
ORA E SEMPRE NO TAV!

Centro Occupato Autogestito T28

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COMUNICATO DEL COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI DI MILANO E PROVINCIA

Solidali e complici a chi lotta da Milano alla Val Susa, liberi tutti e Ste di nuovo a scuola!

Oggi picchetto e assemblea al Pascal, striscioni e iniziative in tutte le scuole! Dopo che ieri mattina abbiamo visto la vergogna di uno stato che lascia liberi i mafiosi e mette paura a chi alza la testa e cerca di sedare i movimenti che in tutta Italia si stanno ribellando a tagli e austerity, uno stato che ha arrestato, con blitz in casa all’alba, piu di 20 no tav, abbiamo deciso di dare una risposta, perchè dietro alle barricate c’eravamo tutti. Liberi tutti, liberi subito. Nel blitz é stato coinvolto anche uno di noi, uno dei collettivi delle scuole milanesi e questo per noi é intollerabile. Al momento é ai domiciliari, cosa che oltre tutto gli impedice di andare a scuola, quella scuola per cui anche con lui ci battiamo tutti i giorni rivendicandocela come sacrosanto diritto. Al Pascal, la sua scuola, i compagni di collettivo, di classe e gli altri studenti stamattina hanno organizzao un picchetto e subito dopo un’assemblea dove hanno letto una lettera / testimonianza del ragazzo che ovviamente non poteva essere presente. Dopo aver raccontato l’esperienza di ieri, le ragioni del no tav: perchè in tempi di crisi si spendono miliardi per bucare montagne cancerogene piene di amianto devastando i terriori che sono solo di chi li abita per una ferrovia, dove ce nè già una che é poco usata per la scarsa richiesta della tratta? Perché far speculare e guadagnare sempe i soliti quando scuola e servizi cadono a pezzi?? Da tutti i colletivi siamo con gli arrestati, con i no tav, con tutte le lotte e con il nostro compagno ai domiciliari che ora rischia di non poter fare la maturità. Per questo stamattina abbiamo organizzato picchetti, assemblee e iniziative in tante scuole, abbiamo appeso ovunque striscioni con scritto “solidali e complici con chi lotta da Milano alla Val Susa, liberi tutt* Ste di nuovo a scuola, guai a chi tocca studenti e collettivi”. Le iniziative non finiscono oggi, nel pomeriggio collettivi straordinari per organizzarci per i prossimi giorni.

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La mattina del 26 gennaio 52 compagni in tutta Italia si sono svegliati con la polizia alla porta, pronta a perquisire le loro abitazioni. Queste perquisizioni si sono tramutate in 26 arresti e 16 denunce a piede libero.
Tutte queste persone sono accomunate dall’aver preso parte a cortei NO TAV ed in particolar modo a quello del 3 luglio.
Quest’operazione nasconde la palese volontà mediatica di separare il movimento fra violenti e non violenti. Non a caso i valsusini colpiti sono una strettissima minoranza, e per il resto la scure repressiva si è abbattuta su attivisti di collettivi e centri sociali di ogni parte d’Italia e ogni area politica.
Milano in particolare è stata una delle città più colpite e adesso ben 4 dei nostri compagni sono in carcere e molti altri hanno invece obblighi di dimora che li confinano nel loro comune di residenza.
Ma la presunta separazione fra attivisti violenti e attivisti non violenti in realtà non esiste, come confermato da tutto il movimento che ancora una volta ha ribadito una coesione totale fra tutti gli attivisti/militanti e si è rivendicato gli attacchi al fortino della Maddalena.
Esprimiamo pertanto la nostra più totale vicinanza agli arrestati assieme alla nostra solidarietà e complicità.
LA VALLE NON SI ARRESTA, LIBERI TUTTI!
NO TAV SEMPRE, A SARÀ DÜRA!

Collettivo Black Aut

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DA ALBANO ALLA VAL SUSA ORA E SEMPRE NO TAV! Solidarietà con tutti/e gli arrestati/e e i denunciati/e

All’alba della mattina del 26 gennaio, 52 persone solidali alla lotta NO TAV Torino-Lione sono state svegliate dall’arroganza delle forze dell’ordine. Nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla questura di Torino sono state effettuate in tutta Italia molte perquisizioni che hanno portato a 26 arresti e 16 denunce a piede libero per le mobilitazioni contro la costruzione della linea ad alta velocità in Val di Susa. I fermati sono accusati di aver preso parte alla grande manifestazione del 3 luglio scorso, quando più di 70.000 persone hanno assediato il “fortino militare” di Chiomonte in Val di Susa, dove dovrebbe sorgere il cantiere per lo scavo di un tunnel di più di 50 km.

Come movimento che si batte contro le nocività, contro le discariche e gli inceneritori nel Lazio, esprimiamo la nostra vicinanza, la nostra solidarietà e tutta la nostra complicità a coloro che sono stati/e arrestati/e o denunciati/e solo per aver difeso la Val di Susa dalla speculazione e per aver resistito all’occupazione militare da parte dello Stato. Noi ci troviamo nel Lazio ed è nel Lazio che lottiamo contro la speculazione e l’aggressione ai territori che qui, prima di tutto, si traduce in discariche e inceneritori. Se fossimo in Val di Susa avremmo lottato anche noi contro il TAV. Ma nonostante le distanze non vediamo differenza tra la nostra lotta e quella dei valsusini: sono entrambe lotte contro il capitalismo che non riuscendo più a creare profitto con la produzione di beni, aggredisce i territori e le popolazioni che li abitano, cementando per continuare a crescere; le nostre sono, quindi, entrambe lotte per la difesa dei territori e per l’autodeterminazione di chi li vive.

Proprio per questo anni fa, durante le iniziative o i campeggi NO TAV, ma più recentemente anche durante l’esperienza della Libera Repubblica della Maddalena, durante il 3 luglio, eravamo anche noi in Val di Susa a lottare al fianco dei valsusini, ad innalzare barricate o a respirare con loro aria di montagna mista a lacrimogeni. Le bandiere NO INC sventolavano al fianco di quelle NO TAV. Perché crediamo in questa lotta e crediamo che sia anche la NOSTRA lotta. Anche noi, ad Albano, a Roncigliano, SIAMO CONTRO IL TAV!

E’ questo che i politici, la sbirraglia fatta da PM o uomini in divisa, il Procuratore Capo di Torino Caselli non riescono o non vogliono capire. Si sono precipitati ad evidenziare che solo 3 delle persone arrestate sono della Val di Susa, mentre i restanti sono “estremisti facinorosi” che provengono da altre parti d’Italia, “la distantissima” Torino prima di tutte. Quello che non capiscono questi soggetti corrotti, forse perché troppo attenti al loro conto in banca individuale, è che, dopo vent’anni di lotte, la resistenza e la contrarietà al TAV è una RESISTENZA collettiva e diffusa su tutto lo stivale!! Continueranno ad affluire persone da tutta Italia per difendere quella valle dalla distruzione operata dal capitalismo, dai politici e dagli speculatori e in tutta italia si moltiplicheranno iniziative di solidarietà.

I politici di ogni colore plaudono alle operazioni poliziesche, perché ogni partito ha garantita una fetta di quella torta da 22 miliardi di euro che è la linea ad alta velocità. Purtroppo qualcuno osa di più ed invoca la chiusura della radio “Black Out” di Torino, primo megafono della lotta contro il TAV. Per questo esprimiamo la nostra solidarietà anche a tutti i redattori e le redattrici di Black Out che con impegno impagabile fanno un’informazione diversa da quella corrotta e servile di molti media main stream, come La Repubblica o La Stampa su tutte che continuano a pubblicare, non articoli, ma veline della questura.

CONTRO IL TAV, LE DISCARICHE E GLI INCENERITORI
Contro ogni opera inutile costruita solo per speculare!

PER L’AUTODETERMINAZIONE DEI NOSTRI TERRITORI!

TUTTE E TUTTI LIBERE/I !!

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano

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