Proposta per la realizzazione di una biblioteca virtuale gratuita per i/le detenuti/e

E’ ormai da qualche anno che portiamo avanti un’attività di raccolta e spedizione di libri, riviste e opuscoli all’interno delle carceri.
Questo lavoro è nato nel 2005 a seguito della campagna “un libro in più di Castelli” quando l’allora ministro di giustizia Castelli provò a limitare il numero di libri che potevano essere tenuti in cella nel carcere di Biella. Si sviluppò allora un’attività di sensibilizzazione e di contrasto al provvedimento che interessò svariate città d’Italia, basata sulla raccolta e la spedizione di libri nel carcere piemontese. Il provvedimento di limitazione dei libri venne poi ritirato.
Alla campagna aderirono anche alcune case editrici che misero a disposizioni numerosi titoli e che negli anni a seguire, insieme ad altri materiali, hanno costituito un fondo di documentazione che abbiamo reso disponibile in carcere mediante un catalogo periodicamente inviato ai detenuti con cui eravamo in contatto o a chi ne faceva richiesta.

Ad oggi questa attività continua e crediamo possa essere ulteriormente migliorata se allargata ad altre realtà che vogliano condividere questo lavoro. Anzitutto si tratta di rendere disponibili dei titoli ed un recapito postale, affinché possano essere inseriti nel catalogo.
Oltre ad una maggiore disponibilità e varietà di testi, l’allargamento di questo lavoro permette di distribuire le richieste in modo che non gravino su di una sola realtà dati i limiti di spazio ove raccogliere i testi ed economici per sostenere le spedizioni.

Riteniamo importante svolgere, sviluppare e consolidare questa attività perché lo studio e la lettura sono strumenti fondamentali di crescita, di autonomia e di coscienza politica.
In carcere il tempo a disposizione per leggere non manca. Inoltre la scarsità in quantità e qualità di testi nelle biblioteche penitenziarie, le difficoltà ad accedervi ove queste sono presenti, la mancanza di testi in lingue diverse dall’italiano e in molti casi anche le difficoltà economiche ostacolano la lettura che specialmente in carcere, e tanto più nelle sezioni speciali e di isolamento, rappresentano un essenziale strumento di “evasione” e dunque di sopravvivenza psicologica.
Una conferma di tale valenza la troviamo nell’instancabile volontà statale (del ministero e della direzione carceraria) di restringere l’accesso alla lettura e all’informazione che, come nel 2005 nel carcere di Biella, si ripresenta oggi attraverso una disposizione che inserisce ulteriori e drastiche limitazioni alla possibilità di leggere e informarsi per i detenuti sottoposti al regime dell’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario (circolare DAP 16/11/2011 n. 8845/2011).
Una volontà che, in assenza di iniziative di contrasto, sarà destinata ad estendersi progressivamente ai circuiti di Alta Sicurezza per poi diventare un ulteriore strumento arbitrario nelle mani della direzione penitenziaria per “rieducare” il detenuto con il “premio” della lettura piuttosto che con la “punizione” espressa nel suo divieto. Già oggi esiste una forte discrezionalità in tal senso per cui a seconda del carcere o della sezione detentiva esistono differenze nell’applicazione del regolamento per cui, ad esempio, i libri vengono pesati insieme al cibo e al vestiario oppure l’invio di un libro può essere considerato come un “pacco” diminuendo rispettivamente la quantità di cibo o vestiti che possono essere portati mensilmente o il numero dei pacchi che è possibile inviare mensilmente.

L’attività proposta vuole anche essere un occasione per costruire relazioni ed estendere concretamente la solidarietà e il sostegno a chi è detenuto/a a seguito di lotte contro la devastazione ambientale, contro lo sfruttamento e i licenziamenti, contro il razzismo e le spinte reazionarie e neofasciste, lotte rivendicative e di emancipazione sociale e a tutti/e coloro che fanno della galera un terreno di lotta.

Per aderire alla proposta scrivete all’indirizzo e-mail sottostante indicando i titoli dei libri messi a disposizione (completi di autore, casa editrice e numero di copie), un recapito postale al quale potranno fare riferimento le richieste, un indirizzo e-mail per mantenere i contatti.
Nell’auspicio che tale proposta possa avere un’ampia circolazione invitiamo tutti/e coloro che l’hanno ricevuta di inviarla a chi reputano possa interessare.

Milano, settembre 2012
OLGa
olga2005@autistici.org

Questa voce è stata pubblicata in Anarchismo, Antiautoritarismo, Approfondimenti, Comunicati, Repressione, Tutti i post. Contrassegna il permalink.