Comunicati sugli arresti del 6 settembre

In attesa di ulteriori aggiornamenti, invitiamo chiunque avesse informazioni o voglia mandare comunicati o solo esprimere un pensiero, a scrivere al seguente indirizzo: noneislikeme@krutt.org

Riceviamo e diffondiamo:

Comunicato di Croce Nera Anarchica

“AVANTI…SIAMO QUI”

-Faccia a faccia col nemico-

All’alba del 6 settembre ha inizio l’operazione “Scripta Manent”.
Sono 32 i compagni anarchici che in varie città d’Italia vengono svegliati dal D.I.G.O.S. e sbirraglia con mandato di perquisizione. Di questi 15 sono gli indagati, per 7 di loro, Marco, Sandrone, Valentina, Alfredo, Nicola, Anna, Danilo spiccano altrettanti mandati di cattura, poi un altro arresto (al di fuori dell’inchiesta) viene effettuato a carico di Daniele redattore di C.N.A. in seguito al risultato della perquisizione (ritrovamento di alcune batterie e un manuale da elettricista).
Il mandante di questa operazione repressiva, ci teniamo a ripeterlo, è il Pubblico Ministero della procura di Torino Roberto Maria Sparagna.
I fatti contestati ai nostri compagni puzzano di carta vecchia, tirata fuori da cassetti polverosi di anni, nulla di nuovo sotto il sole, e anche dimostrazione di poca fantasia da parte degli inquirenti che, non sapendo dove aggrapparsi per giustificare la loro misera esistenza, mettono assieme vecchie inchieste, soliti nomi e giornali/discorsi già ben noti.
L’inchiesta si basa su attacchi compiuti a firma FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE dal 2003 al 2007
Nello specifico gli attacchi inclusi in questa inchiesta che vengono contestati, comprendono i plichi esplosivi inviati nel maggio 2005 al direttore del CPT di Modena, alla caserma dei vigili di Torino San salvario e al questore di Lecce [rivendicati da FAI / Narodnaja Volja], l’ordigno esplosivo contro la caserma del RIS di Parma [24 ottobre 2005 – rivendicato da FAI / Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)], il pacco bomba inviato a Sergio Cofferati [2 novembre 2005 rivendicato da FAI / Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)], gli ordigni contro la caserma allievi carabinieri di Fossano [2 giugno 2006 rivendicati da FAI/RAT (Rivolta Anonima e Tremenda)], i pacchi bomba inviati a Torino nel luglio 2006 alla Coema Edilità (ditta coinvolta nella ristrutturazione del CIE), al sindaco Sergio Chiamparino e al direttore di Torino Cronaca [rivendicati da FAI/RAT (Rivolta Anonima e Tremenda)], gli ordigni piazzati nel quartiere torinese di Crocetta [7 marzo 2007 rivendicati da FAI/RAT]; oltre ad altre azioni anche il ferimento dell’A.D. per Ansaldo Nucleare R. Adinolfi [7 maggio 2012], per il quale due compagni anarchici, Alfredo e Nicola sono già stati condannati e hanno rivendicato pubblicamente l’attacco.
Insomma, ritorna l’abitudinario reato associativo 270bis, più vari 280bis e un 285.

A livello tecnico questo è quanto, nell’attesa che si esprimano i compagni, e che si possano studiare le carte dell inchiesta.

-Mostriamo i denti-

Per quanto riguarda il progetto editoriale Croce Nera Anarchica, come scrivemmo agli inizi del progetto, “Fuochi di rivolta continuano a rischiarare le tenebre di un mondo altrimenti volto all’annientamento dell’individuo ed alla schiavitù omologata: ad attizzare questi fuochi e ad accenderne di nuovi queste pagine sono destinate.”
Croce Nera Anarchica oltre a diffondere notizia di attacchi sparsi per il mondo , rivendicazioni , comunicati e contributi di analisi e critica, interni o esterni alla redazione; è stato e continuerà ad essere, anche un supporto reale che permette ai compagni prigionieri di guerra di continuare ad essere parte viva del dibattito rivoluzionario, permettendo così il continuo apporto di idee e analisi per perseverare nella lotta.
Dunque, ora ci preme ribadire, ancora e ancora, che la violenza rivoluziona dell’azione diretta distruttiva è pratica che diventa necessario rivendicare. In quanto anarchici, ogni singola azione contestata ai nostri compagni ci appartiene; ci appartiene ed è patrimonio di tutto il movimento anarchico.
Per noi l’anarchia non solo è possibile qui ed ora, ma si concretizza in ogni sua esplosione, ogni volta che un azione va a buon fine. Si constata in quei brevi istanti in cui si illumina la notte con il fuoco refrattario, si conferma in ogni tentativo di evasione, si manifesta nel prendere una sedia in mano e frantumare il vetro divisorio tra i cani da guardia e la sala colloqui all’interno di una galera. L’anarchia ha tanti nomi, e noi ci assumiamo tutti i nomi dell’anarchismo, l’anarchia è il costante avanzamento verso l’orizzonte irraggiungibile. E’ la ricerca incessante della libertà illimitata. E’ la diffusione cosciente del caos e delle sue conseguenze.

-La solidarietà…e le azioni distruttive-

Come già detto e ridetto, la solidarietà come la intendiamo noi è quella che si fa azione, il continuare a portare avanti gli attacchi e le pratiche per le quali i compagni sono stati, arrestati. Pratiche che a tutti appartengono.
Non batteremo in ritirata, siamo qua, sempre spalla a spalla con i compagni che, contro i frangenti della rassegnazione, si scagliano con l’impeto della tempesta.
Col sangue agli occhi, stringiamo i nostri compagni, consci che rispondere alla repressione voglia dire fare passi in avanti, e rilanciare, ancora e ancora.
Tutto il resto è noia.
Tutto il resto è politica e ci fa schifo.
Sempre per l’Anarchia…

Omar, Lello e Ale, parte dei redattori di Croce Nera Anarchica

Solidarietà da Cagliari

Solidarietà alle compagne e ai compagni arrestati, inquisiti e perquisiti il 6 settembre 2016, nell’operazione “scripta manent”.
Gli epigoni dei Torquemada dello stato italiano non ci danno tregua, ma non riusciranno a fermare il nostro percorso di liberazione.
Sempri a innantis!

Is kumpanjas  is kumpanus de Kastedhu (SRD)


Comunicato della Biblioteca Sabot

La mattina del 6 settembre la procura di Torino fa scattare “Scripta Manent”: l’ennesima operazione repressiva contro gli anarchici.
Anna, Marco, Sandro, Daniele, Danilo, Valentina vengono tratti in arresto. Alfredo e Nicola ricevono la notifica nel carcere di Ferrara. Altri 8 compagni vengono inquisiti. 33 case subiscono la sgradita visita degli sbirri.
Anche questa volta, come fu per il processo Marini e le operazioni “Cervantes” e “Ardire”, il delirio inquisitorio del Dominio confeziona una fantomatica “organizzazione associativa con finalità di terrorismo” per attribuire 13 anni di azioni dirette  ad una “regia unica”.
E’ cosa risaputa: il Potere ha bisogno di capi espiatori per colpire in modo più efficace il fronte dei suoi più acerrimi nemici.
Di fronte a tutto ciò ci preme ribadire che l’informalità della tensione anarchica è per sua natura irriducibile alla rappresentazione questurino/giudiziaria e a tutti i suoi corollari basati su “strutture”, “verticismi”, “regie occulte”, “capi”, “gregari”….
Ai compagni sequestrati e inquisiti va tutta la nostra solidarietà, il nostro affetto, la nostra vicinanza, la nostra complicità.
Il modo migliore per fronteggiare la repressione e non lasciare soli i compagni rinchiusi è proseguire nella lotta per la distruzione di questo esistente marcio, ognuno in base alla propria coscienza, ai propri desideri, alle proprie possibilità.
Affinchè i responsabili della miseria, dello sfruttamento, dell’alienazione e della devastazione ambientale non dormano sonni tranquilli….

Biblioteca anarchica e libertaria “Sabot”.

Comunicato da Bologna

Alle luci dell’alba di martedì 6 settembre, la DIGOS, su mandato della Procura di Torino, pistole spianate, irrompe in casa di decine di persone in tutta Italia. Alla fine della giornata saranno due le notifiche di custodia cautelare in carcere e sei gli arresti, di cui cinque inerenti l’operazione e uno conseguente all’esito delle perquisizioni.
All’interno di un copione già visto si consuma l’ennesima operazione repressiva su scala nazionale, chiamata a sventare la cospirazione anarchica e la sua “organizzazione associativa”, grazie al famigerato e mai troppo attempato 270bis.
In provincia di Bologna, si consuma una vicenda emblematica del “modus operandi” delle forze dell’ordine. Nel corso della perquisizione dell’abitazione di un compagno e dei terreni a essa limitrofi, due agenti di polizia vengono sorpresi dal compagno stesso, grazie al suo atteggiamento vigile e diffidente, a trafficare con una pistola, non di ordinanza e posta all’interno di una busta trasparente. Accortisi di essere stati notati i due raccolgono da terra la pistola in questione e la ripongono in tasca. A voi l’interpretazione di questo inquietante episodio.
Ai/lle colpiti/e da questa ennesima operazione repressiva va la nostra solidarietà e vicinanza. In un mondo che ci vorrebbe inermi a lamentarci stiamo dalla parte di chi ha ancora dei nemici, li sceglie tra i responsabili della propria miseria e si organizza per fargliela pagare.

Alcuni/e anarchici/che a Bologna


Carogne settembrine – L’operazione “Scripta Manent”

Verso le ore 05:00 di questa mattina, 6 settembre, quasi come una scadenza annuale o la tassa sulla monnezza da pagare, si sono materializzati davanti l’uscio di casa mia un branco di cani da guardia.
Non elemosinavano crocchette, biscottini o ossa ma armi, esplosivi, rivendicazioni, Croce Nera Anarchica, Pagine in Rivolta e KNO3…
Con la tipica arroganza dei cani da guardia, si infilavano dentro casa per iniziare a rovistare non prima di avermi consegnato il biglietto d’invito firmato, non da me ovviamente ma, da un certo Roberto M. Sparagna che di mestiere fa l’inquisitore per conto della Procura di Torino.

A parte qualche petardo “Cobra” e un fumogeno non trovavano null’altro di “pericoloso”, quindi sfogavano la loro fame su giornali, opuscoli e manifesti soprattutto di provenienza Grecia e Messico, le suddette pubblicazioni anarchiche italiane più altre, manifesti con simboli della FAI/FRI oltre ad una buona quantità di corrispondenza anche datata di decenni.

Dopo aver ribaltato per bene la mia camera, e visitato anche le camere dei miei coinquilini, mi hanno chiesto di seguirli in Questura per fare il totale sulla razzia fatta e rilasciarmi il verbale di sequestro.

Anche questa volta, con una precisione chirurgica con l’inizio settembrino, sono scattate perquise, sono spiccati gli avvisi di garanzia, ma soprattutto sono stati sequestrati alcuni compagni, 8 per la precisione…
Questa volta per aggiudicarsi un posto sul libro paga dello Stato per qualche anno, il pm R. M. Sparagna ha dovuto pescare nel torbido, arrivando a fatti accaduti dal 2003 (chissà se il prossimo inquisitore non ci accusi e arresti per “moti del Matese” o la “rivolta di Piombino”…

Quelli a cui il “parruccone” di turno si rivolge, e riassume sotto forma di “270 bis”, sono gli attacchi messi in atto dal 2003 in poi a firma FAI/FRI, senza sapere che già nel 2004 qualcuno ci aveva provato da Roma con “L’Operazione Cervantes” e dopo un paio d’anni con l’operazione contro i compagni dell’allora Croce Nera Anarchica.
L’arresto dei nostri compagni non servirà a farci battere ritirata, quindi armatevi di “santa e inquisitoria” pazienza perché vi toccherà svegliarci ancora all’alba per tantissimo tempo…sempre se ci trovate ancora nei letti…
Alfredo, Nicola, Anna, Marco, Alessandro, Daniele, Danilo e Valentina non verranno lasciati soli nemmeno per un solo secondo.
I nostri pensieri saranno rivolti a loro in ogni istante di queste loro vite sequestrate, in ogni loro respiro, in ogni nostro passo lungo i sentieri delle selve oscure.


Io, me e me stesso
Napoli, 6 settembre 2016


In solidarietà con tutti i ribelli

Il giorno 6 settembre la polizia ha colpito ancora gli anarchici con una trentina di perquisizioni in tutta Italia e 6 arresti: Anna, Marco, Sandrone, Daniele, Danilo e Valentina, oltre alla notifica in carcere per Nicola e Alfredo.
Anche in questa occasione ci preme ribadire da che parte stiamo. Stiamo con chi non si rassegna, con chi non obbedisce alle leggi scritte e non scritte di questa società putrida, con chi crede nell’azione come mezzo per cambiare le cose e non nelle chiacchere.
Non aspettiamo tempi migliori o peggiori per esprimere concretamente tutta la rabbia verso chi opprime, sfrutta e distrugge ormai quasi indisturbato.
E’ ora il tempo!

Garage Anarchico pisano

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Comunicato di Lello Valitutti sugli arresti del 6 settembre

Compagni e compagne.

La repressione la notte scorsa ha arrestato sei compagni “liberi” e due già prigionieri ed ha invaso le case di 33 compagni. Questa ondata repressiva ha colpito un’area del movimento anarchico.. l’area non ha responsabili e non ha portavoce, quindi ognuno si esprime secondo la propria coscienza ed è responsabile di quello che dice.

La repressione come sempre vuole spaventare e intimidire, vuole obbligarci a fermarci o a fare un passo indietro. Noi ringraziamo tutti quelli che ci hanno espresso solidarietà.. la solidarietà dei compagni è sempre utile e preziosa. Da parte nostra invitiamo i compagni e le compagne ad esprimere la loro solidarietà nel solo modo che noi riteniamo efficace. Compagni e compagne, sorelle, fratelli non dobbiamo permettere che la repressione raggiunga il suo scopo. Tutti insieme dobbiamo impegnarci a moltiplicare i nostri sforzi per rendere la lotta sempre più dura, efficace ed distruttiva contro ogni forma di potere.. naturalmente ognuno seguirà la propria coscienza e farà ciò che riterrà opportuno. Rispondere alla repressione vuol dire fare passi in avanti, solo così potremo aiutare i nostri compagni prigionieri. Un abbraccio a tutte e tutti.

Lello, “quello in carrozzina”

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8 arresti e una trentina di perquisizioni per attacchi Federazione Anarchica Informale

All’alba del 6 settembre, un’operazione coordinata dalla Digos di Torino ha portato alla perquisizione di una trentina di abitazioni in Piemonte, Liguria, Lazio, Umbria, Lombardia, Abruzzo, Campania, Sardegna ed Emilia Romagna, oltre che all’arresto di cinque compagne e compagni anarchici con l’accusa di associazione sovversiva con finalità di terrorismo: Anna, Marco, Sandrone, Daniele, Danilo e Valentina, oltre alla notifica in carcere per Nicola e Alfredo.

L’operazione, denominata “Scripta Manent“, si prefigge di attribuire ad un’unica regia una serie di azioni accomunate dalla rivendicazione da parte della Federazione Anarchica Informale, ricalcando le strategie repressive di alcune precedenti come Op. Cervantes e Op. Ardire, e cercando di sovrapporre una struttura associativa e verticistica a espressioni della conflittualità anarchica.

Nello specifico, gli attacchi inclusi in questa inchiesta comprendono i plichi esplosivi inviati nel maggio 2005 al direttore del CPT di Modena, alla caserma dei vigili di Torino – San salvario e al questore di Lecce [rivendicati da FAI / Narodnaja Volja], l’ordingno esplosivo contro la caserma del RIS di Parma [24 ottobre 2005 – rivendicato da FAI / Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)], il pacco bomba inviato a Sergio Cofferati [2 novembre 2005 rivendicato da FAI / Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)], gli ordigni contro la caserma allivevi carabinieri di Fossano [2 giugno 2006 rivendicati da FAI/RAT (Rivolta Anonima e Tremenda)], i pacchi bomba inviati a Torino nel luglio 2006 alla Coema Edilità (ditta coinvolta nella ristrutturazione del CIE), al sindaco Sergio Chiamparino e al direttore di Torino Cronaca [rivendicati da FAI/RAT (Rivolta Anonima e Tremenda)], gli ordigni piazzati nel quartiere torinese di Crocetta [7 marzo 2007 rivendicati da FAI/RAT]; oltre ad altre azioni anche il ferimento di Adinolfi [7 maggio 2012], per il quale due compagni sono già stati condannati e hanno rivendicato pubblicamente l’attacco, ritorna a corroborare il reato associativo.

Per strutturare gli indizi, pare che gli inquirenti si siano dotati anche di periti linguistici e grafologici, oltre alla sorveglianza informatica, alle intercettazioni ambientali e ai pedinamenti.

Probabilmente i compagni saranno trasferiti in AS2 a Ferrara e le compagne a Rebibbia, ma attendiamo conferme prima di diffondere gli indirizzi.

fonte: informa-azione

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[Roma] Presidio al CIE di Ponte Galeria

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[Lecce] Nasce la Biblioteca Anarchica “Disordine”

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[L’Aquila] Villa Harcore Fest #2

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A-Bestial Productions presenta: VILLA _ (H)-ARCORE _ FEST#2

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〈〈〈 LIVE w/ ➊➑ Bands!!! 〉〉〉+ guests!
▪ START _ore: ‷17:00‷ _ [7+9ore_No!Stop]
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▶ INGRESSO a Offerta Libera
▶ BUFFET Vegan by La Cucina Vegana di Ambretta & ValleVegan
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ValleVegan – Valle Pezzata & Agripunk Onlus presentano:
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▪ [Venerdi 17] _ore: ‷18:00‷ /// [Sabato 18] _ore: ‷17:00‷
▶ INCONTRI su: “Liberazione Animale, Umana e della Terra”
*rifugi per animali, esempi di convivenza / le lotte comuni / l’ecologismo etc.
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▶ Spazio DISTRO / BANCHETTI
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▶ DISTRO Informativa Antispecista (materiale gratuito)
_Progetto Vivere Vegan Onlus _Essere Animali _Animals Asia
▶ BANCHETTO _Agripunk Onlus + Dolci Punx Vegan Bio _DIY
▶ DISTRO Informativa _Casa del Popolo _Campetto occupato
▶ Sbattezzo POINT _UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti
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▶ DISTRO Dischi _CD/LP & Fanzine
▶ DISTRO T-Shirts _A-Bestial Fest
▶ DISTRO Libri _alimentazione viva / geoingegneria clandestina
▶ DISTRO DVD _Scie chimiche: la guerra segreta.
▶ DISTRO Book – “Art Meets Conspiracy” _The Political Art of David Dees
▶ DISTRO _No Autodromo _Movimento NO Autodromo
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▶ PETIZIONE sull’utilizzo di animali in spettacoli ed altri intrattenimenti
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▪ In serata:
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▶ L’Aquila _Fire Juggling
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▪ [Venerdi 17] – START _ore: ‷20:15‷ concerti con:
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✖ Inganno hc ✖
➢➢➢ Taranto – Punk-Hardcore
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✖ KEEP THE PROMISE ✖
➢➢➢ Modena – Hardcore-Metal
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✖ Maxcarnage ✖
➢➢➢ Roma – Punk ’03
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✖ Violent Inner Protest ✖
➢➢➢ Macerata – Metalcore
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✖ Beneficio Del Dubbio ✖
➢➢➢ Civitavecchia – Hardcore
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✖ Matalahurra ✖
➢➢➢ Abruzzo – Metal-Punk-Hardcore
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✖ YES NO MAYBE ✖
➢➢➢ Pescara – Punk-Hardcore
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✖ MalClango ✖
➢➢➢ Roma – Noise-Punk
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▪ In chiusura:
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✖ Rak Shaza ✖
➢➢➢ Taranto – Rap-Hardcore ’09
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▪ [Sabato 18] – START _ore: ‷18:45‷ concerti con:
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✖ Hobos ✖
➢➢➢ Venezia – Metal-Punk
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✖ Mucopus ✖
➢➢➢ Torino – Punk-Hardcore ’95
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✖ MuD ✖
➢➢➢ Teramo – Ignorant Hardcore ’04
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✖ Angossa ✖
➢➢➢ Verona – Punk-Hardcore
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✖ Mefitica ✖
➢➢➢ Carpineto Romano – Crust-Necro Hardcore
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✖ GMC – Grande Mietitrice di Cervelli ✖
➢➢➢ Andria – Punk-Hardcore
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✖ Vlad’s Vertical Pole ✖
➢➢➢ Modena – Grind-Metal
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✖ Genocidio Chimico ✖
➢➢➢ Teramo – Crust-Punk-Grind
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✖ BREFOTROFIO ✖
➢➢➢ Lanciano – Crust-Hardcore
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✖ Krysto ✖
➢➢➢ Teramo – Noise-Grind
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▪ In chiusura:
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✖ DJ Eman ✖
➢➢➢ L’Aquila – Breakcore

 

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[Spagna] Gabriel Pombo da Silva è libero!

Il compagno anarchico Gabriel Pombo Da Silva è finalmente libero nonostante l’empasse che si era creato attorno alla sua scarcerazione per conclusione della condanna.

seguiranno aggiornamenti

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[Benevento] Manifesti anti-elettorali, fermati tre anarchici.

Alla vigilia delle elezioni comunali del 5 giugno, tre anarchici sono stati fermati e portati in questura per l’affissione di manifesti astensionisti e anti-elettorali. Una quarantina di solidali si è radunata per richiederne il rilascio, avvenuto poco dopo.

Seguono copie del materiale affisso:

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E’ uscito Metamorfosi sulla trasformazione della città e la morte sociale

riceviamo e pubblichiamo:

Abbiamo pubblicato una raccolta di scritti riguardo alla trasformazione delle piazze, delle città, e di Napoli in particolare. E’ possibile richiedere copie all’indirizzo louisemichel1977@gmail.com il prezzo è 2 euro a copia, 1.50 se le copie sono almeno 5.

Riportiamo di seguito l’introduzione:

Il materiale che vi apprestate a leggere è frutto di alcune discussioni nate dall’esigenza di riflettere e fare chiarezza sulle trasformazioni in atto nella città in cui viviamo.

Napoli è una città particolare che, a differenza della maggior parte delle città europee, non ha subito ancora quella sterzata definitiva verso una risistemazione urbanistica e sociale. La città infatti mantiene ancora, in alcuni quartieri e in particolare nel centro storico, una sovrapposizione di fasce sociali e culturali che condividono lo stesso territorio, non ancora completamente assorbito dai progetti di ristrutturazione messi in atto in altre città.

Ma l’intento di trasformare Napoli in nome del progresso e della ristrutturazione delle politiche di sfruttamento era già in atto dalla metà degli anni 80, quando fu finalmente approvato il progetto di costruzione del centro direzionale che avrebbe dovuto ospitare la “city”, cioè il centro nevralgico delle attività amministrative e non solo. Il progetto fu ultimato nel 95, quasi in contemporanea con l’apertura del primo tratto della linea 1 della metropolitana che sembrava dovesse più unire che dividere, come di fatto è avvenuto, le distanze a volte incommensurabili che esistono all’interno del territorio napoletano.

Altri progetti volti al cambiamento di faccia della città si sono succeduti nel tempo, determinando in alcune zone, grazie all’apertura delle stazioni della metropolitana e ai concomitanti lavori di ristrutturazione dell’arredo urbano circostante (così come è avvenuto a Montesanto con il rifacimento della stazione della Cumana), un aumento dei prezzi degli affitti che hanno provocato un primo allontanamento di alcune fasce della popolazione storicamente residente. Un allontanamento lento però, poiché la città, per tutta una serie di fattori coincidenti, ha opposto resistenza al processo di gentrificazione che le varie componenti politiche tentano da sempre di spingere. Tuttavia negli ultimi anni questo processo ha subito un’accelerazione notevole che è diventata più che tangibile in particolare nel centro storico.

Sono anni che nelle menti dei napoletani è stata innestata la convinzione, grazie a martellanti scambi di opinione mediatici in tutte le salse e in tutte le forme, che per risolvere gli annosi problemi della criminalità e della disoccupazione basterebbe una rivalutazione delle risorse culturali e l’incentivazione di politiche volte a incoraggiare il turismo. Perché se arriva il turista a Napoli c’è più lavoro, meno criminalità, meno sporcizia, tutto sarebbe più bello. E così, tra un’agevolazione fiscale per l’apertura di ogni forma di bed and breakfast, una serie di lauree triennali in ‘turistologia’, un accordo con le navi Costa, ecco che orde di turisti affollano ogni angolo della città antica partenopea, in cerca di pulcinella, presepi, mandolini e pizza a volontà. Non più scatti fotografici ai famosi sacchetti dell’immondizia, perché quella ce l’hanno nascosta sotto al tappeto, e ogni sorta di divertimento si offre al santo turista che è appunto sacro …e quando il turista ha bisogno di qualcosa…

La consacrazione del turista richiede uno sforzo da parte del napoletano a diventare più civile, a lavarsi la faccia e farsi da parte di fronte a un tale business che si presenta come una manna purificatrice. Un business che va coltivato nell’interesse di tutti, celando in realtà un unico interesse, quello dei pochi che traggono vantaggi economici e politici dalla trasformazione di luoghi da rivalutare e ingioiellare e di luoghi da ghettizzare o riadattare per altri profitti.

La riqualificazione urbana, con un effetto domino dal centro storico alla periferia investe inevitabilmente tutto il territorio cittadino, apre la strada alla ristrutturazione dei profitti, passando attraverso il concetto di ‘smart city’ fino alla spersonalizzazione di intere aree finora caratterizzate e vissute fisicamente dalla gente.

Tutto ciò è molto triste, ma ancora più triste è constatare che il grosso del cambiamento in corso è avvalorato e accompagnato da ogni forma di associazionismo e che una gran parte di quel movimento che si definiva antagonista ne sta accelerando la trasformazione in termini culturali più che strutturali, muovendo verso una pacificazione sociale sempre più estesa. L’appropriazione di spazi, chiamati liberati e in breve tempo riconosciuti dal comune stesso che li concede in affidamento, non ha altro scopo che favorire il cambiamento di qualsiasi atteggiamento oppositivo. Ogni minima posizione conflittuale si perde nella contrattazione democratica, ogni voce fuori dal coro rimane intrappolata dentro la petizione per l’installazione di un semaforo o la denuncia in commissariato di una vile aggressione fascista.

***

Gli articoli che troverete in questo opuscolo sono frutto sì di molte discussioni, ma non sono da intendere come una scrittura corale. Ciascun compagno ha provato a mettere nero su bianco ciò che nella discussione ha ritenuto interessante dal proprio punto di vista. Abbiamo analizzato la trasformazione sociale che ha portato la gente ad abbandonare le piazze, gli interessi del capitale che si nascondono dietro ogni politica di ristrutturazione urbana e sociale, la stretta interdipendenza tra città e territori limitrofi legati a filo doppio da bisogni energetici e ci siamo chiesti se ancora crediamo che valga la pena difendere questo tipo di città in metamorfosi costante. Con ciò non vogliamo fare un’operazione nostalgica su com’era bella Napoli prima e adesso invece… no, non è affatto nelle nostre intenzioni. Abbiamo conosciuto fin da bambini una città difficile da vivere, impastata da mani luride, succhiata e spremuta da ogni sciacallo si sia trovato a passare da queste parti. Questa che avete tra le mani è soltanto una riflessione su cosa ci ha portato a questo punto e cosa ci aspetta se non decidiamo una volta per tutte di prendere in mano le fila dei nostri destini, novelle Moire autopoietiche…

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Alle urne (funerarie)

da: blackshuck.noblogs.org

Su referendum e disastri ambientali.

In concomitanza con il referendum sulle trivelle, inscritto nel panem et circenses di quanti si illudono ancora che la democrazia abbia alcun valore, una macchia nera si è riversata nel letto del torrente Polcevera1, a Genthe-salt-of-the-earth-2ova, e ora sta raggiungendo il mare, soffocando ogni forma di vita. Che si tratti di idrocarburi, come nel caso delle trivelle, o di petrolio greggio, come nel caso di Cornigliano a Genova, quella che potrebbe sembrare una semplice coincidenza non è altro che il portato inequivocabile di un “magnifico” progresso destinato a implodere, ad autodistruggersi e a decretare l’annientamento del vivente.

In Liguria sono le spiagge a recitare il memento mori dell’ecocidio: il mare, a seconda delle correnti e delle maree, vomita nerume sulla sabbia, rigurgitando i veleni chimici di fabbriche come la Stoppani2, chiusa nel 2003 ma che continua a inquinare il sottosuolo, o le scorie del catastrofico incidente della petroliera Haven, che nell’ormai lontano 1991 esplose travolgendo in un inferno di fuoco i marittimi a bordo e buona parte della flora e della fauna circostante3.

Incidenti del genere non sono l’eccezione, ma la norma consolidata e accettata, con l’adagio frusto dei “danni collaterali”, di un sistema che ha come obiettivo primario lo sfruttamento indiscriminato e acefalo della terra e di ogni vita che respira, in nome del profitto di pochi padroni. Se chi tace è sicuramente complice, chi cede all’illusione di imporre la propria scelta in una cabina elettorale non è soltanto, oggi più che mai, un* pover* ingenu*, ma un* collus* con lo stesso sistema che pretende risibilmente di scalzare con un “Sì” e con un “No”.

Il passivismo qualunquista e pseudodemocratico si riempie la bocca di slogan propagandistici che invocano il voto “per salvare il mare”. Sono queste le semplicionerie che ci strappano un sorriso sarcastico, pratiche che non possono che ricordare il delizioso premio ammannito dal padrone al termine di un esercizio di addestramento.

Se vogliamo distruggere il sistema che ci distrugge, dobbiamo necessariamente prendere coscienza di noi stessi e delle azioni con le quali possiamo incidere sul reale. Il mare non verrà certo salvato delegando allo stato e, di conseguenza, ai padroni a cui sono soggiogati tutti i governi. Andate pure a votare, scendete in piazza a manifestare insieme alla vostra associazionegreen del cuore, con la beata convinzione di rivoluzionare il mondo perpetuando le stesse pratiche che lo condannano alla rovina.

Il mare muore ogni giorno non soltanto a causa delle trivelle, ma soprattutto per via delle forme socialmente accettate con cui viene sfruttato l’ecosistema marino, prima tra tutte la pesca. Risplende lampante una contraddizione: gli schiavi che si pensano cittadini provano scrupoli se l’ecosistema viene minacciato dalle infrastrutture di un sistema economico-energetico incompatibile, ma non si pongono il benché minimo problema se l’ecosistema muore per finire nella propria pancia. E se mangiare petrolio è l’amara nemesi di chi mangia sofferenza, non si può negare il fatto che sono sempre i più deboli a rimetterci: i pesci, prima; i meno abbienti,poi, perché non possono permettersi cibo sano, destinato solo ai ricchi.

L’errore fondamentale è che ogni questione politico-ecologica, dai “No” alle grandi opere ai referendum per la salvaguardia (sic!) dell’ambiente, viene sempre inquadrata in un’ottica esclusivamente antropocentrica. La devastazione del territorio, le catastrofi naturali o l’ennesima minaccia alla sopravvivenza di una specie animale (in genere, una specie addomesticata; in genere, una specie arbitrariamente ritenuta degna di vivere) vengono sempre affrontate come se la posta in gioco riguardasse solo l’umano, come se contassero solo le esigenze, gli egoismi e l’istinto di prevaricazione degli animali umani. Mai, o raramente, ci si immedesima negli altri animali, e quindi nella terra in toto, che occupano l’ultimo gradino nella scala gerarchica del mondo, che si pensano “creati” e messi a nostra disposizione, come detta il più bieco antropocentrismo di chiara impronta cattolica, come strumenti a uso e consumo della nostra specie.

Se vogliamo davvero la distruzione di questo sistema, dobbiamo tutti guardare al di là del nostro orticello, capire che il problema non consiste solo nel veder messa a repentaglio la nostra vita, ma piuttosto nel fatto che è a rischio la vita stessa del pianeta che ci ospita, e di tutte le altre creature che, come noi, meritano e hanno dignità di vivere, di provare emozioni e sentimenti, di godere della libertà.

Il cambiamento, il vero cambiamento, può diventare una realtà in strada, nei boschi, nel mare e nella vita di ognun* di noi solo distruggendo l’antropocentrismo.

Quando la terra grida vendetta, tocca a noi prendere le armi.

(1) http://www.ansa.it/liguria/notizie/2016/04/18/sversamento-greggio-in-torrenti-genova_392de867-7bd3-465c-8a7e-9ebd583a17ae.html
(2) http://www.today.it/cronaca/cogoleto-arenzano-bonifiche-legambiente.html
(3) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/07/05/un-onda-nera-investe-il-ponente.html

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