Liberazione animale perché ancora non basta dire solo Liberazione.
Purtroppo la visione è ancora antropocentrica, anche in ambienti libertari e anarchici. L’auspicio è quella di chiamarla Liberazione, che sia umana, animale e della Terra, perché ovviamente unite e dipendenti l’una dalle altre. Finché ci saranno gabbie, ci saranno per tutt*. Che lo si chiami carcere o gabbia, centro di ricerca o laboratorio di vivisezione, fabbrica o allevamento, campo di sterminio o mattatoio, le dinamiche sono quelle.
Semplicemente non vogliamo nulla di tutto questo.
Il potere ha sempre giocato sulla “forma”, cambiandola di volta in volta, senza cambiarne il contenuto. A seconda delle evenienze del momento si chiamano prima CPT poi CIE, aspettando il prossimo sinonimo o acronimo di lager. Prima manicomio ora OPG (ospedale psichiatrico giudiziario), prima guerra ora operazione di pace. E si va avanti così, chiamando lo sfruttamento animale allevamento, pelletteria, sperimentazione, macelleria, zoo, acquario etc. etc. Considerarci separati nelle lotte o semplicemente nel quotidiano da ciò che ci circonda è un grosso errore e un grosso guadagno per il potere. Mangiare carne e derivati animali non è altro che portare avanti le logiche di dominio e sfruttamento che vogliamo distruggere, le stesse che vedono esseri umani al posto degli animali.
Se si vuole sradicare lo sfruttamento, la violenza, il dominio, si deve avere il coraggio e la voglia di farlo davvero, altrimenti si cerca solo di salire un gradino, non di superare l’ostacolo. Se si parla di abbattere il potere, è il potere il punto, non come e dove viene usato. Se si parla di eliminare lo sfruttamento, è lo sfruttamento il punto, non chi viene sfruttato. Liberazione animale perché è la schiavitù più silenziosa, perché è la schiavitù considerata normale e naturale, e non si piò accettare come tale nessun tipo di schiavitù. Gli animali, la natura selvaggia, non parlano la nostra lingua, non organizzano proteste o partecipano alle assemblee: subiscono in silenzio lo stesso sfruttamento per il quale si sentono le nostre urla. In maniera subdola e sottile, questa, come altre forme di discriminazione, si è insinuata negli individui, al punto tale da non essere più messa in discussione. Così sugli animali è permesso di tutto, nell’ottica specista che li considera meno importanti e quindi al nostro servizio.
Dai tempi dei tempi gli animali hanno servito l’uomo. Sono serviti all’uomo. Servono l’uomo. Servono. Servi.
Il sistema fa di tutto per allontanarci dalla Terra, dai suoi ritmi e dalle sue quotidiane lezioni. Ci porta a considerarci superiori, in grado di dirigere e sottomettere ogni cosa al nostro servizio. Esseri umani che degenerano in mostri. Che per la loro sete di potere distruggono ecosistemi, avvelenano l’acqua, l’aria, si credono padroni del circostante e agiscono allo stesso modo nei diversi ambiti: sottomettono, schiavizzano e uccidono umani, animali e la Terra.
Essere antiautoritari vuol dire esserlo a 360 gradi e quindi, oltre a tutti gli “anti” conosciuti (fascisti, sessisti, razzisti etc.), anche antispecisti.
Mangiare carne e derivati è portare avanti la logica del potere, della sopraffazione sul più debole. Significa sottomettere, sfruttare e uccidere. Questo atteggiamento non può andare d’accordo con l’essere anarchici, con quello spirito che gode della libertà di chi è liber* davvero e aspira a quella autentica, quella selvatica; quello spirito che soffre della sofferenza di chi deve continuare a subire, umiliati e ridotti a merce da vendere e comprare, sfruttat* come lavoratore per l’essere umano, come animale da reddito per l’animale, come “risorsa” per la Terra. Questa ribellione al sistema-merce ci porta a rifiutarne i suoi prodotti. Ennesimo boicottaggio diretto all’ennesima espressione di violenza e dominio del potere. Per questo, da anarchici, siamo Vegan.
Nè servi nè padroni!
Tutt* liber*…ma tutt* per davvero!!!
ANARCHICI VEGAN o semplicemente ANARCHICI.
Si, borghese come la liberazione degli schiavi, che sono tanto cari e così utili quando servono il tè alle 5 della sera. Che stiano al loro posto con le bestie, per dio!
L’empatia non ha confini. La lotta per la libertà neppure! (A)
Sono anarchico ma non vegan. Non credo che la cosa sia negativa. Liberazione animale è solo un concetto borghese