riceviamo e diffondiamo:
La nota di un conto in sartoria
L’11 settembre scorso, il ROS di Roma, in collaborazione con il ROS di Trento, ha perquisito l’abitazione di un redattore di “Invece” notificandogli un avviso di garanzia per “istigazione alla violenza” per via di un articolo apparso sul giornale. Di perquisizioni a compagni ce ne sono state, negli ultimi anni e mesi, talmente tante che certo non saremmo qui a parlarvene. Ma l’episodio merita qualche riga. Non solo perché l’indagine della magistratura ha per oggetto i contenuti di un articolo, ma per la figura del querelante. Si tratta di Pierpaolo Sinconi, tenente colonnello dei carabinieri nonché dirigente del Coespu di Vicenza, una delle centrali della controinsurrezione, dove si addestrano le truppe di mezzo mondo alla controsommossa e alla tortura. Il Sinconi si era preso, come qualcuno forse ricorderà, della vernice rossa sui suoi costosi abiti durante una conferenza a Sociologia, nell’ottobre del 2011, sulle missioni di guerra dell’Italia all’estero. Un gruppo di antimilitaristi – tra cui il compagno perquisito, che all’epoca venne arrestato – arrivò a un palmo di mano dall’esperto di controinsurrezione e di sicurezza nazionale. Uno smacco, in tutti i sensi. Al quale il militare non ha reagito molto sportivamente. Oltre ai vari processi già svoltisi o in corso contro alcuni antimilitaristi, possiamo segnalare delle anonime telefonate notturne a casa di genitori di compagni su un imprecisato conto salato in tintoria. E ora un’altra perquisitone per un’altra denuncia. Insomma, quel piccolo episodio gli ha proprio dato fastidio.
Se non possiamo che unirci ai compagni trentini che scrivevano “un po’ di vernice è il minimo”, è scontato ribadire la nostra solidarietà con il compagno e con quanto da lui scritto. Il concetto di istigazione, che sembrava caduto in desuetudine, presuppone che il lettore sia privo di autonomia di giudizio; eppure sappiamo che non ci leggono solo quelli del ROS.
Sarà che siamo degli inguaribili ottimisti, ma ci pare in fondo positivo il fatto che le idee siano ancora pericolose.
La redazione di “Invece”