In cerca di altri orizzonti
«Nel modo più singolare e solitario di condursi e nella situazione più miserevole e segreta ognuno ha migliaia di compagni di cui non suppone l’esistenza»Vorremmo invitarvi ad un incontro. Questo incontro nasce da una esigenza per noi non più rinviabile, quella di (ri)trovare una prospettiva sovversiva ed antistituzionale, quindi anarchica, che metta al centro della propria attenzione l’individuo ed i suoi desideri nella loro infinita varietà e libertà. Sollecitati di continuo dalle manovre di chi sta in alto (come le ondate di perquisizioni ed arresti che da tempo si susseguono) e dalle agitazioni di chi sta in basso (come lotte sociali che per forza di cose non vanno al di là di rivendicazioni spicciole), si finisce col correre di qua e di là sballottati da mille impegni da programmare e mantenere, rimanendo impigliati in una frenesia fine a se stessa, in una coazione a ripetere che non dà spazio alla riflessione precludendo ogni slancio utopico. È come se l’impellenza della situazione ci costringesse a «fare qualcosa», qualsiasi cosa, e a farla in fretta, senza porci troppe domande, prima fra tutte questa: «qualcosa, cosa?». Perchè fare qualcosa sull’onda dell’urgenza non sempre corrisponde a fare la nostra cosa, ovvero la cosa per ciascuno di noi più giusta.
Il nostro non è perciò l’ennesimo appello ad incontrarsi per lanciarsi all’inseguimento di una realtà talmente disprezzabile da offrire spazi di intervento che vanno afferrati al volo. Che la decomposizione di questo mondo ci stia fornendo molte occasioni è vero, ma occasioni favorevoli a… Già, a cosa? Non certo alla diffusione delle idee antiautoritarie, considerato che mai come in questo ultimo periodo esse sembrano essere scomparse dall’orizzonte. Piuttosto ad una certa presenza sul territorio. Ma che senso ha una presenza resa possibile proprio dall’assenza delle idee che più ci stanno a cuore? Ecco perché riteniamo che ogni discussione sul come debba seguire (e non precedere) quella sul cosa e sul perché.
Pensiamo di non essere i soli a domandarci se la strada che si sta percorrendo sia quella scelta con consapevolezza o quella imposta dalle circostanze, se essa vada nella direzione voluta da ciascuno o se porti da tutt’altra parte. Per chi l’avverte, è tempo di chiedersi non tanto come si sia arrivati a una tale situazione di smarrimento, dato che in fondo lo sappiamo un po’ tutti, ma soprattutto cosa tentare per uscirne. Ben sapendo che per cogliere il senso di una prospettiva andata perduta, non c’è che un modo: guardare le cose da una certa distanza.
Chi pensa che esista ancora un legame indissolubile fra l’agire e il pensare non può continuare ad accettare che questi vasi comunicanti, attraverso cui si esprime da sempre ogni individualità vogliosa di autonomia e di passione, perdano la loro armonica simbiosi. L’azione senza riflessione è uno sport, insignificante come tutti gli sport. Il pensiero senza movimento è un’elucubrazione, noiosa come tutte le elucubrazioni. E non sarà con il pretesto di non voler marcire da soli che ci sentiremo costretti a marciare assieme (oltretutto in pessima compagnia).
Vogliamo perciò prenderci il tempo per incontrarci e cercare di capire quali possibilità abbiamo oggi di sfidare la realtà che ci circonda e ci opprime. Di sovvertirla senza al tempo stesso servirla. Un incontro che non mira a fornire soluzioni collettive, ma piuttosto ad offrire quanti più spunti individuali è possibile. Spunti forse in grado di aiutare chi deciderà di parteciparvi nel proseguimento della propria strada. Questo invito non è perciò rivolto a vecchi e nuovi organizzatori di masse, né a vecchi e nuovi organizzati di base. Ci rivolgiamo a tutti coloro di cui abbiamo deciso di supporre l’esistenza: ai ladri di fuoco, ai sognatori in piedi, ai seduttori di suore, ai cacciatori di fragole selvagge, agli arringatori di nuvole, ai lustratori di stelle… a tutti coloro i cui occhi sono partiti per l’orizzonte e che non accetteranno mai di tornare su luoghi comuni confortevoli quanto una mediocrità capace di mettere in discussione solo quanto le impedisce di perpetuarsi.
Ci vediamo a Roma
Sabato 13 ottobre alle 14,30
presso lo spazio anarchico “E. Malatesta”
in via Nino Bixio 62, vicino alla stazione Termini
per arrivare: metro A “Vittorio Emanuele”, bus 105, trenino Roma-Pantano, tram 5 e 14