Il Signor Teppista. Compendio illustrato sull’anarchismo fatto in casa.

Questa perla, inedita fino ad oggi sui blog, è stata realizzata in tandem da Alex Tirana e Simone Lucciola. Vecchia di qualche anno ma sempre attuale, “Il signor Teppista” è un compendio illustrato sull’anarchismo fatto in casa. L’originale, uscito sotto forma di fanzine autoprodotta, non si trova più in giro da anni; ora potrete scaricarlo, stamparlo e distribuirlo.  Buona lettura!

Grazie a Simone Lucciola e Alex Tirana!

Cliccare sulle tavole per ingrandire

 

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[Roma] Cena e concerto benefit Cassa di Solidarietà Anticarceraria al Bencivenga

PER LA DISTRUZIONE DEL CARCERE E DEI SUI CARCERIERI
SOLIDARIETÀ CON TUTTI I DETENUTI
VIVA I FARABUTTI, VIVA GLI ARRABBIATI,
PER L’ ANARCHIA!

UN ABBRACCIO PARTICOLARE AI COMPAGNI ARRESTATI DURANTE L’ OPERAZIONE “ARDIRE”
CHE LA VIOLENZA CONTRO LO STATO DILAGHI!

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Lettera aperta al movimento anarchico di Stefano Gabriele Fosco

Pur con il dovuto rispetto delle singole scelte dei compagni colpiti dalla repressione, ho sempre biasimato quegli anarchici che una volta arrestati hanno deciso di non pronunciarsi nel merito delle accuse. Certo, è sempre bene non fornire alcun elemento utile alle indagini, ma spesso questi silenzi hanno finito per condizionare la stessa solidarietà.

Se, ad esempio, un compagno viene accusato di aver partecipato ad una qualche azione diretta e la sua difesa tende a dimostrarne la totale estraneità ai fatti contestati, allora non ha proprio senso che il movimento pronunci la solita frase “solidali se innocente, ancor di più se colpevole”.

Ed è con questo spirito che, invece, ho apprezzato la scelta dei compagni greci di Lotta Rivoluzionaria e delle Cellule di Fuoco di rivendicare la propria appartenenza alle rispettive organizzazioni. A livello processuale poco cambia, perché nelle retate e nei successivi mega-processi vengono sempre inseriti dei compagni totalmente estranei a tali organizzazioni; ma all’interno del movimento aiuta e molto ad interpretare determinati fenomeni, evitando pericolosi malintesi.

Ebbene, nel merito di quel che viene affermato nella operazione “Ardire”, sento la necessità di confessare al movimento anarchico, al quale orgogliosamente appartengo da decenni che:

  • Non sono l’ideologo della Federazione Anarchica Informale
  • Non ho mai partecipato a nessuna delle azioni rivendicate dalla FAI (informale)
  • Non ho mai creato né modificato il simbolo della FAI/IRF

L’isolamento, prossimo ai due mesi, e la censura mi impediscono un libero confronto con i miei co-imputati/e agli arresti alcuni dei quali nemmeno conosco. Pertanto, parlo solo a titolo personale. Ci tengo, tuttavia, a che il movimento anarchico conosca la mia posizione in merito alle accuse che mi vengono contestate, in modo che non ci siano linee d’ombra.

La mia difesa punterà a dimostrare la falsità delle accuse, la manipolazione di intercettazioni ambientali e telefoniche e la palese distorsione della realtà.

Emblematica è la genesi del simbolo che non ho mai creato né modificato. Basterebbe una attenta lettura delle intercettazioni (manipolate) per capire la verità su quel simbolo. Sono inoltre in possesso di prove tecnico-informatiche che smentiscono in maniera incontrovertibile la ridicola ricostruzione dei miei repressori. A suo tempo renderò pubblici tutti questi dati. E, comunque, vale la pena sottolineare che quel simbolo non è mai stato utilizzato nelle azioni rivendicate dalla FAI/IRF che mi vengono imputate.

Potrei continuare a lungo confutando tutte le ridicole supposizioni, perché prove non sono, che condurrebbero a considerare il sottoscritto come l’ideologo e l’esecutore delle azioni rivendicate dalla Federazione Anarchica Informale. La verità è che con questa repressione anti-anarchica si è voluto colpire il blog anarchico Culmine per il ruolo che aveva assunto a livello internazionale nella diffusione di comunicati di azioni dirette e dei prigionieri anarchici di tutto il mondo. Si tratta della prima grande manovra repressiva contro un blog anarchico, blog che come decine di altri nel pianeta pubblica alla luce del sole – senza ricorrere ad insulsi “livelli occulti” – comunicati spesso tratti dai giornali di regime.

Come già accennato nel mio primo comunicato dal carcere, questo è il mio quinto 270bis in 10 anni, una media di uno ogni due anni. Tutti sanno che chi è indagato per questo tipo di reato associativo viene sottoposto ad ossessivi pedinamenti, intercettazioni e perquisizioni. Ebbene, in questi 10 anni in cui ROS e DIGOS di tutta Italia hanno tenuto sotto stretto controllo il sottoscritto, non è stato possibile fermare un solo attentato di quelli rivendicati dalla FAI (informale). C’è una qualche spiegazione logica? Una sola (purtroppo per i  miei repressori) è la verità: sono totalmente estraneo al progetto FAI/IRF.

A riprova, basta leggere i post di Culmine e di Iconoclasta in cui ho apertamente criticato il linguaggio lottarmatista, l’uso delle sigle e degli acronimi, il ricorso alle federazioni, ai fronti o alle organizzazioni scritti, anche antecedenti alla perquisizione del 29 marzo 2012. Ma non basta, perché i repressori mi accusano di essere dietro al pericoloso “asse italo-greco”. Ebbene, nelle lettere pubbliche inviate ai prigionieri della Cospirazione delle Cellule di fuoco, io – firmandomi con nome e cognome – criticavo apertamente il loro linguaggio lottarmatista, pur mantenendo intatta la mia solidarietà anarchica nei loro confronti. Culmine ha addirittura osato citare Benito Mussolini in risposta ad un’infelice citazione della CCF. E questo sarebbe il pericoloso “asse italo-greco”?

Prima del mio arresto, mi stavo occupando della difesa legale dei compagni greci – cinque della CCF e due estranei a tale organizzazione – in merito alle accuse da parte della procura di Bologna, pur sapendo che i compagni della CCF non desideravano difendersi da tali accuse. Rivendico con forza questo mio appoggio solidale per dei prigionieri anarchici. È quel che ho sempre fatto negli ultimi decenni della mia esistenza. Sono entrato in contatto con prigionieri anarchici e libertari di tutto il mondo. E, quando ne ho avuto la possibilità, sono anche andato a visitarli come è accaduto con Marcelo in Cile o Gabriel in Germania.

In effetti, un aspetto odioso di questa manovra anti-anarchica è quello di colpire i nostri prigionieri, reclusi da decenni, con il pretesto che non potrebbero salutare azioni solidali nei loro confronti. Sono secoli che questo accade, e non solo all’interno del movimento anarchico. È idiozia pura presumere che con comunicazioni – in cui eravamo certissimi di essere intercettati – io e il compagno Gabriel progettassimo attentati e che poi io, conclusa la telefonata, andassi ad effettuarli. E i repressori che mi controllavano, pedinavano e spiavano 24 ore su 24 dov’erano?

La verità è un’altra ed ha a che vedere con l’interpretazione che un blog anarchico stava cercando di dare ad un fenomeno tutto nuovo all’interno dell’anarchismo d’azione. Un fenomeno tutto da decifrare, al punto che non ha nemmeno una denominazione da tutti accettata. Sono veramente tanti gli scritti, le lettere, i post che dimostrano come negli ultimi mesi mi stavo occupando di decifrare quanto stava accadendo nel mondo.

In tutto questo dibattito internazionale, Culmine s’è confrontato con altri blog, giornali, prigionieri e individualità anarchiche.

In tutto questo dibattito, volutamente omesso nel mare delle intercettazioni manomesse, Culmine ha criticato in maniera netta l’utilizzo di termini quali federazioni, fronte o organizzazione. La ragione è piuttosto semplice: sono individualista anarchico da sempre e per me l’individualismo è per forza di cose antiorganizzatore. Non potrei mai aderire ad un qualsiasi patto associativo, nemmeno quello della FAI (informale). Diverso è il discorso relativo alla mia valutazione personale delle azioni rivendicate dalla FAI (informale) o da altre organizzazioni, ma qui entriamo nel campo delle opinioni.

A riprova di questa mia estraneità, invito tutti i compagni anarchici a leggere quanto ho scritto su Culmine dopo la pubblicazione della non-rivendicazione del nucleo Olga da parte de “Il Corriere della Sera”. Culmine, in effetti, è stato l’unico strumento di controinformazione anarchica a sollevare un forte dubbio sulla attendibilità di quella non-rivendicazione, evidenziandone una grave omissione. Che il rilievo di Culmine avesse un suo fondamento lo dimostra il fatto che nella traduzione greca di quel comunicato effettuata proprio dai prigionieri della CCF, è stata corretta quella omissione, con delle parentesi quadre (fonte: Athens Indymedia). Pretendere che i giornalisti italiani si accorgessero di quella omissione, che l’aveva portati ad allarmare la nazione sui prossimi 7 (e non 8) obiettivi, è pura utopia! Certo, perché avrebbero dovuto mettere in discussione la ricostruzione ufficiale del ministero degli interni. È lo stesso discorso della “pistola fumante” (citazione da un sinistro pennivendolo di regime) a proposito del simbolo mai utilizzato.

Si tratta di un falso clamoroso, e lo dimostrerò.

Se ho parlato estesamente del comunicato del nucleo Olga è perché per quel comunicato (lo ripeto non-rivendicativo, chiunque conosca la storia dei movimenti armati sa bene cosa voglio dire quando antepongo il non-) è stata stabilita la mia elevata pericolosità sociale, ovvero la mia carcerazione preventiva per mesi o anni.

Con questa indagine si vorrebbe stabilire che un blogger sarebbe penalmente responsabile dei comunicati che pubblica, anche quando sono un copia-incolla dai giornali di regime.

Inoltre si vorrebbe che i prigionieri anarchici debbano scontare in assoluto silenzio, meglio se in isolamento, il periodo della loro detenzione.

Non ci riusciranno mai, anche isolato e censurato continuo a tradurre comunicati e ad essere in contatto con prigionieri anarchici di tutto il mondo.

Per l’anarchia sempre.
Carcere di Pisa 30 luglio 2012
Al 48° giorno di isolamento
Stefano Gabriele Fosco

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Op. Ardire – Aggiornamento sui trasferimenti dei compagni

In questi giorni i compagni e le compagne arrestati il 13 giugno sono sottoposti a trasferimento in strutture detentive dotate di sezioni AS2. A motivo di ciò è stato anche loro tolto il divieto di incontro. Molto probabilmente quindi i ragazzi saranno trasferiti tutti ad Alessandria, le ragazze a Rebibbia.

Sono ad Alessandria tutti i ragazzi tranne Sergio che ieri (1 agosto) era ancora a Regina Coeli. Le ragazze invece sono tutte a Rebibbia.

I nuovi indirizzi quindi, in attesa di altri aggiornamenti, sono:

-GIUSEPPE LO TURCO

-SETTEPANI ALESSANDRO

-STEFANO GABRIELE FOSCO
CC San Michele,
Strada Casale 50/A
15040 – Alessandria San Michele (AL)

 

– GIULIA MARZIALE
– PAOLA FRANCESCA IOZZI                                                                                        -KATIA DI STEFANO                                                                                                                  – ELISA DI BERNARDO
CC Rebibbia Femminile
Via Bartolo Longo 92
00156 Roma

aracnide@autistici.org

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[Roma] In solidarietà agli arrestati dell’Op. Ardire al Bencivenga

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[Roma] Biblioteca L’Idea – Spigolo On The Rocks

VENERDI’ 3 AGOSTO 2012 dalle 19

BIBLIOTECA L’IDEA
SPIGOLO ON THE ROCKS

Degustazioni sonore a cura di
MURDERFARTS

Spulciate libresche
Stralci da proiettare
Improvvisate da apportare

Spizzicata vegan
Bibitoni misurati
Birra spargisudore

Serata di autosostegno

Allo Spigolo della Biblioteca anarchica L’Idea
Tra Via Braccio da Montone e Via Fanfulla da Lodi al Pigneto

La Biblioteca è aperta ogni martedì e venerdì dalle ore 17 in Via Braccio da Montone 71a

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[Milano] Villa Vegan occupata a rischio sgombero

riceviamo e inoltriamo:

A metà luglio 2012, agli indirizzi di residenza di due delle abitanti
della Villa Vegan occupata di Milano, si presentano pattuglie di
carabinieri che consegnano dei fogli di “chiusura indagini”
relative all’occupazione del posto. Ricordiamo che la Villa è uno
spazio anarchico vegan, occupato da ben 14 anni, nel corso dei quali
è sempre stata punto di riferimento per iniziative, concerti,
benefit, mobilitazioni e dibattiti relativi a molti aspetti della
lotta antiautoritaria al dominio, rifiutando sempre qualunque tipo di
rapporto con le istituzioni. Tra le lotte portate avanti, quelle per
la liberazione animale e della terra, contro la civilizzazione, Cie e
carceri, repressione, sessismo, capitalismo ecc. Inoltre in Villa sono
presenti anche una ciclofficina, una sala prove/registrazioni e un
orto, attività autogestite e al di fuori di logiche di mercato.

Da 14 anni questo posto è il crocevia di tantissime compagne e
compagni da tutto il mondo, che contribuiscono ad uno scambio di
esperienze politiche e legami di affetto e affinità a livello
internazionale.

In questo spazio hanno trovato una nuova vita anche molti animali
salvati dagli orrori degli allevamenti, oltre ad altri animali in
difficoltà: cani, gatti, galline, tacchini, anatre, conigli che dopo
una vita di prigionia e schiavitù vivono ora liberi nel parco della
Villa, senza che nessuno più li consideri oggetti o risorse da
sfruttare.

Dalla lettura dei fogli dell’inchiesta veniamo a sapere che la
denuncia parte su richiesta della direttrice del Settore Demanio e
Patrimonio Comunale di Milano MARI LAURA, come prima misura in vista
di un futuro sgombero: “Il Comune chiede che, previa identificazione
degli occupanti, vengano adottate tutte le misure idonee
all’estromissione degli occupanti dall’immobile, al fine di realizzare
quanto prima l’interesse pubblico attraverso il suo utilizzo secondo
la destinazione attribuitagli”.

Le indagini sono state effettuate dalla Digos di Milano che in più
occasioni ha fatto appostare vicino all’ingresso del posto due dei
suoi uomini per spiare e registrare gli ingressi e le uscite, ed in
una occasione è riuscita ad introdurre due agenti di polizia locale
nel parco con un sotterfugio, riuscendo ad annotare le targhe delle
auto e a riconoscere l’identità di quattro dei numerosi abitanti
della casa, gli stessi a cui poi ha fatto recapitare le denunce.

Oltre alla denuncia per l’occupazione c’è un’esilarante aggravante
per “deterioramento dello stato dei luoghi” con la costruzione di
un forno a legna, da cui in effetti abbiamo sfornato tantissime buone
pizze fuorilegge!

E’ chiara la volontà da parte del Comune di sgomberare la Villa, per
questo inizieremo sin da ora a mobilitarci con iniziative contro gli
sgomberi e la repressione. Se credono che li lasceremo agire con
tranquillità nel riprendersi questo spazio liberato, per farne
l’ennesimo mostro di cemento frutto della speculazione edilizia, si
sbagliano di grosso. Siamo pront* a resistere fino alla fine per
impedire lo sgombero di quelle che non sono solo quattro mura ma è
un’esperienza di complicità e di lotta vissuta quotidianamente. Di
fronte all’avanzata dell’ urbanizzazione e l’annientamento di ogni
spazio non funzionale al profitto siamo pront* a difendere ogni albero
che si trova in questo parco, e la libertà degli animali che qui
hanno trovato casa.

In caso di effettivo sgombero, invitiamo fin da ora le compagne e i
compagni di ogni dove a raggiungerci subito e nei giorni successivi
per una mobilitazione incisiva e duratura!

Nessuno sgombero senza risposta!

La via della libertà giace nella rovina delle nostre città!

Villa Vegan Occupata

30/07/2012

Contatti:

Via Litta Modignani 66

Milano

villavegansquat@inventati.org

Se avete qualcosa da dire…

Settore Demanio e Patrimonio, Via larga 12– 20122 MILANO, IV piano ,
Settore Demanio e Patrimonio, stanza 491, 493 ,495

Responsabile: Mari Laura, tel. 02.884.53175 – 02.884.53176

laura.mari@comune.milano.it

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[Milano] PIZZATA BENEFIT+DJSET TRASH VILLA VEGAN SQUAT

Giovedì 26 Luglio 2012 dalle ore 20

Pizzata e cena benefit per spese legali 

a seguire dj set trash

VILLA VEGAN SQUAT

VIA LITTA MODIGNANI 66 

MILANO

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[Roma] FAST Hungary’s fastest – Crippled Fox – xKatExMosHx – Reaction to Ruin al Bencivenga

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Incontro di Liberazione Animale 2012

Incontro di Liberazione Animale
31 Agosto – 1 e 2 Settembre 2012.
Luogo da definire

In questi ultimi due anni alcune campagne contro lo sfruttamento animale e alcuni gruppi antispecisti hanno suscitato un aumento dell’interesse e della partecipazione. In particolare la lotta contro la vivisezione si sta amplificando, e l’interesse suscitato da questa che da molti  è considerata la più orribile delle torture, sta cominciando ad aprire gli occhi anche su tutti gli altri modi con cui l’essere umano opprime le altre specie. L’uomo, credendosi superiore agli altri animali, si sente in diritto di disporne, come di oggetti: così gli animali diventano cibo, indumenti, ritrovati scientifici o cosmetici, giochi di uno spettacolo del circo o pezzi da museo in uno zoo. Nella corsa a un consumismo sfrenato e a un progresso vano e spietato, l’ingiustizia con cui costringiamo miliardi di animali a condurre ogni giorno una vita in prigione, senza la possibilità di conoscere mai i loro istinti nella natura, e il loro conseguente massacro, hanno le proporzioni della nostra società di massa, e le modalità industriali che sole possono soddisfare le sue esigenze.
Chi si scontra con questo orrore, il più delle volte, è stato già annichilito nella sua sensibilità, per rimanerne colpito. Ma per qualcuno questa consapevolezza squarcia un velo e dà l’avvio a un percorso di rifiuto delle pratiche con cui la società sfrutta gli animali, e aldesiderio di impegnarsi per porvi fine.

Un movimento di lotta in favore della libertà degli animali ha bisogno di spazi e occasioni per rafforzarsi: le proteste e gli incontri in piazza sono un momento importante per attuare i progetti e i percorsi con cui vogliamo combattere lo sfruttamento animale. Ancora più importanti forse sono i retroscena: le riunioni organizzative senza le quali questi momenti pubblici non avrebbero luogo. L’incontro di liberazione animale, ormai da molti anni, è un’occasione fondamentale per connettere queste due fasi fondamentali nel nostro impegno per gli animali. Tre giorni insieme, aperti a chiunque sia spinto dal desiderio di vedere gli animali liberi e le gabbie distrutte e consumate dal tempo, fino a scomparire. Tre giorni per conoscere e approfondire molte tematiche e riflettere sulle pratiche per scardinare una mentalità specista e una società che basa profitti e privilegi sulla pelle degli animali. Ma soprattutto tre giorni per conoscerci, creare gruppi di individui che hanno voglia di organizzarsi e impegnarsi in prima persona: portare nuove tematiche e nuove strategie, così come inserirsi in realtà che da più o meno tempo stanno cercando di portare avanti qualcosa nelle varie zone d’Italia. Insomma tre giorni per capire che cosa possiamo fare.

La riuscita dell’incontro, nel livello dei contenuti, così come nel benessere che questi tre giorni possono regalarci, è completamente affidata all’autogestione e alla collaborazione di tutti. Per questo è importante metterci in gioco anche in una crescita personale e etica: partecipare attivamente con i propri pensieri e le proprie mani, e applicare quei comportamenti che creano una convivenza paritaria. Per questo esplicitamente dichiariamo la nostra ripugnanza per ogni manifestazione omofoba, sessista o razzista, che, come lo specismo, portano qualcuno a discriminare qualcun altro per una presunzione di superiorità.

Per coprire le spese sostenute per l’affitto del luogo che ci ospiterà, chiederemo una piccola quota di partecipazione. A breve circoleranno tutti i dettagli.

Per ora vi invitiamo a visitare il nostro sito internet che sarà aggiornato con costanza:
www.incontroliberazioneanimale.org

e ad iscrivervi alla mailing list dell’incontro scrivendo a:
info@incontroliberazioneanimale.org

Per la liberazione animale.

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