CONCERTO IN VILLA VEGAN
VENERDI 7 SETTEMBRE 2012
Serata benefit di supporto alle prigioniere e ai prigionieri
CONCERTO IN VILLA VEGAN
VENERDI 7 SETTEMBRE 2012
Serata benefit di supporto alle prigioniere e ai prigionieri
All’alba del 27 agosto 2012, prosegue l’offensiva estiva contro il movimento anarchico. Le informazioni sono ancora poche, ma si parla di 43 indagati per associazione sovversiva (270bis) e diverse perquisizioni principalmente tra Trento e Rovereto, tra cui lo spazio El Tavan. Una compagna, Daniela, è stata messa agli arresti domiciliari, mentre un compagno, Massimo, è stato tratto in arresto presso il carcere di Tolmezzo.
Per scrivere al compagno:
Massimo Passamani
C.C. di Tolmezzo
via Paluzza, 77 – 33028 Tolmezzo (UD)
Solidarietà con le compagni e i compagni perquisiti e indagati, Massimo e Daniela liberi!
Seguiranno aggiornamenti
—————————————————————————————
In attesa di ulteriori e più precise notizie dai compagni riguardo al blitz di due giorni fa, pubblichiamo i comunicati di solidarietà distribuiti in questi giorni
da Roma:
Oggi, 27 agosto, è stata resa esecutiva l’ ennesima operazione repressiva contro degli anarchici.
La D.I.G.O.S., su mandato della procura di Trento, ha consegnato diversi avvisi di garanzia nella provincia effettuando numerose perquisizioni e due arresti: fin dalla prima mattinata Massimo viene tradotto nel carcere di Tolmezzo – Udine, e Daniela ristretta ai domiciliari. L’ accusa per tutti/e è quella di appartenere ad un’ associazione sovversiva con finalità di terrorismo.
Pur non conoscendo ancora i dettagli, sentiamo la necessità di esprimere tutta la nostra solidarietà con i compagni e le compagne colpite, d’ altra parte le categorie di innocenza e colpevolezza non ci appartengono nè ci interessano: la legge è solo lo strumento che il potere usa per difendere e mantenere sé stesso.
Rifiutiamo inoltre qualsiasi tentativo di imposizione di ruoli, in primis quello di leader, di “capo degli anarchici”, come attribuito da sbirri e giornalisti nei confronti di Massimo. Lo rifiutiamo perché degradante e infamante, oltre che falso, per chi fa della negazione di ogni autorità la propria ragione di lotta. E di vita.
Il tentativo di cancellare l’idea anarchica rinchiudendo chi la porta nel cuore, e nelle strade, si mostra con evidenza: padroni, politici, magistrati e sbirri temono che l’ azione diretta, la conflittualità permanente e l’ orizzontalità dei rapporti si doffondano come un virus contagioso tra gli sfruttati. Dalla nostra pensiamo sia necessario organizzarci affinchè ciò si realizzi, e al più presto.
Per la libertà immediata di Massimo e Daniela. Per la libertà di tutte e tutti.
Roma, 27 Agosto 2012
anarchici e anarchiche
—————————————————————————————
SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI DI ROVERETO E TRENTO
Lo Stato i suoi servi continuano a non annoiarsi nell’uso di aberranti e pretestuose associazioni nei confronti dei compagni, e di chiunque lotti per il cambiamento di questo mondo, sperando così di poter frenare il malcontento sociale dilagante e irrefrenabile.
Da anni ormai la qualità delle nostre vite all’interno di questo sistema capitalista e democratico è peggiorata e continua a peggiorare. Continuiamo a sentirlo e a dirlo che questo sistema non ha più nulla da offrire. Non c’era nulla da salvare prima, non c’è niente da salvare anche adesso; semplicemente è tutto da cambiare.
Un forte saluto solidale e fraterno a tutti i compagni e le compagne di Rovereto e Trento che questa mattina si sono visti entrare la polizia in casa con un mandato per 270bis, e soprattutto a Massimo che ora si trova nel carcere di Tolmezzo e a Daniela che è ai domiciliari.
Anarchici
27 agosto 2012, Genova
——————————————————————————————-
Solidarietà per chi lotta contro l’esistente
Nella mattinata di oggi, 27 agosto, gli sbirri infami hanno arrestato i compagni Massimo e Daniela (quest’ultima agli arresti domiciliari),
perquisito le abitazioni di compagne e compagni, controllato luoghi liberati di Trento e Rovereto, affibbiando il solito articolo del sistema coercitivo imperante contro gli anarchici: il 270bis, associazione sovversiva. Dopo le operazioni repressive contro Fuoriluogo, contro il movimento No Tav, le sentenze del G8 di Genova, fra Ardire e Mangiafuoco, oltre alle denunce a compagne e compagni di Villa Vegan, minacciando lo sgombero dello squat,
il potere tesse ancora la sua tela inquisitoria di persecuzione contro individualità antiautoritarie. Solidali con i perseguitati dallo Stato, ci accingiamo ancora a constatare che le individualità che lottano senza nessuna mediazione con sfruttatori e oppressori, entrano nell’ordinaria repressione contro chi vuole, con il proprio agire, distruggere l’esistente fatto di omologazione, devastazione ambientale, nuclearizzazione dei territori e rapporti mercificati che producono dominio e galere. Pensare e agire contro il controllo e la repressione per essere solidali oltre che complici.
Solidarietà a tutte/i le/gli indagate/i! Massimo e Daniela liberi subito!
Anarchici dalla grigia pianura cremonese
Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni uscite dall’ incontro nazionale sull’operazione repressiva Ardire tenutosi alla Riottosa. Pubblichiamo inoltre un’immediata risposta in punto di polemica egoista da parte di Federico Buono a questo stesso documento.
All’intensificarsi della morsa repressiva, riteniamo sia importante incontrarsi fra compagni per ragionare su alcune questioni di cui sarebbe importante discutere e confrontarsi. Avendo saputo tardi dell’incontro che si terrà a Firenze, noi non potremo partecipare. Ma le modalità con cui è stata chiamata quest’assemblea hanno lasciato in noi parecchie perplessità di cui vorremmo farvi partecipi.
Tanto per cominciare, non capiamo perché gli organizzatori di quest’incontro, non si siano preoccupati di contattare i compagni che sono stati fatti oggetto dell’attenzione sbirresca, proprio nell’inchiesta di cui sostengono di voler discutere. Non sappiamo da quale valutazione sia dettata questa scelta e vorremmo esserne fatti partecipi.
Il tipo di chiamata poi ci lascia veramente sbalorditi. Non uno straccio di testo che accompagni l’appuntamento fissato. Se non una bozza di analisi della situazione, che al limite potrebbe essere fatta collettivamente nell’assemblea, almeno ci saremmo aspettati di essere messi al corrente di quali siano le basi su cui si desidera incontrarsi, oltre ad apprendere che il menù sarà vegano. Ciò ci fa presumere – ma speriamo di sbagliarci – che l’attenzione sarà incentrata, come al solito, solo su alcuni aspetti di carattere tecnico, ossia: preoccuparsi di organizzare una raccolta di soldi tramite concerti e cene benefit, organizzare una serie di presidi sotto il carcere in cui stanno rinchiusi i compagni e, per concludere il copione che si è soliti porre in atto in queste circostanze, preparare e diffondere un manifesto in solidarietà con gli arrestati e gli indagati. Ma se queste sono le attività che solitamente il movimento mette in atto, non è detto che siano le cose più importanti da discutere. Riteniamo, che limitarsi a seguire un cliché ormai noto e assai scarso di prospettive, non sia il modo più appropriato di porsi davanti alla questione, ma che al contrario, urga la necessità di ricominciare ad interrogarsi sulle varie questioni che la realtà ci pone davanti, per scoprire e riscoprire quelle pratiche, che possano contenere di già quei fini a cui aspiriamo, e perché il nostro non sia un fare per il fare, ma un agire cosciente lontano da una qualsiasi logica da militanza.
Ciò che ci preme, in questo momento, sarebbe avere la possibilità di discutere. Proprio perché non abbiamo delle soluzioni da fornire sul da farsi, né tanto meno siamo alla ricerca di indicazioni operative che siano valide per tutti, sentiamo la necessità impellente di un confronto su svariate questioni, che partano dalle ultime vicende repressive ma che non debbano necessariamente limitarsi ad esse, dato che la repressione è solo uno degli aspetti che ci costringono ad un’esistente così misero, e che non riteniamo possa essere risolto separatamente. Non crediamo che lo scopo di una tale iniziativa dovrebbe essere quello di trovare una risposta da dare alla repressione, perché ciò, riteniamo, ci condurrebbe su una falsa strada. Creare o farsi trascinare in un rapporto dialettico con lo Stato, a nostro avviso non è ciò che gli anarchici dovrebbero fare. Da nemici giurati di una qualunque autorità, pensare di dover rispondere alla repressione, equivarrebbe a farsi trascinare su un terreno di scontro stabilito da altri, cosa che non ci è assolutamente congeniale da nessun punto di vista. Con questo non si intende voler ignorare ciò che la realtà ci pone davanti, ma non farsi dettare da questa tempi, luoghi e modalità con cui intervenire sull’esistente, perché fare questo significherebbe porsi di già come perdenti.
Ancora. Perché occuparsi separatamente dell’operazione Ardire? In questi ultimi tempi, purtroppo, non mancano i compagni che in vario modo sono stati fatti oggetto delle attenzioni sbirresche, e vari sono quelli in carcere. Da inchieste più o meno “bizzarre”, dai fatti del G8, alla lotta in Val Susa per arrivare alle ultime operazioni, lo Stato ha incrementato le proprie attenzioni “particolari” sugli anarchici ed altri ribelli. Se per sua necessità suddivide gli arresti, variando le motivazioni ed i contesti, perché noi dovremmo fare altrettanto? Perché seguire la strada che lo Stato ci pone davanti seguendo incasellamenti e inquadrature a noi estranee?
È tempo di “fermarsi” a riflettere, è tempo di trovare delle soluzioni pratiche che non siano dettate dal caso, dal pressapochismo o dalla volontà di ripercorrere i sentieri ben noti, solo perché in una qualche misura rasserenanti. La logica dell’urgenza, troppo spesso spinge su questi percorsi, lasciando spazio solo alla rappresentazione di un copione già scritto. La dimensione riflessiva, quindi teorica e critica è sempre più spesso bollata come inutile e del tutto secondaria rispetto alla pratica, quando non addirittura dannosa. Per noi non vi può essere azione, neanche la più semplice, che non sia indissolubilmente guidata da un pensiero, un’analisi, da una prospettiva. Siamo ancora persuasi che debba esistere un imprescindibile legame fra Pensiero e Azione, e che solo questo ci possa condurre la dove desideriamo, in un mondo in cui l’individuo sia libero da una qualsiasi autorità, collettiva o elitaria che sia.
Ci auguriamo che queste poche righe, appunto perché critiche, possano essere un utile contributo a questa ed a future discussioni.
Non consideriamo utile firmarci, affinché vengano prese in considerazione le idee, anziché coloro che le espongono.
Individualità anarchiche
——————————————————————————————-
PUNTO DI POLEMICA EGOISTA-RISPOSTA AL TESTO “Riflessioni sull’incontro nazionale sull’operazione Ardire”.
Nel testo qua polemizzato si legge con interesse che alcune “individualità anarchiche” pongono dei punti con dei dubbi sul motivo del perché ci sia o ci si debba essere un incontro nazionale sull’operazione “Ardire”-senza chiamare a tale contesto chi è indagato.
Questo è almeno è quello che scrivono le “individualità anarchiche” nel supporre che nessuno degli indagati ci sia-cosa che invece in un simil contesto è avvenuto per l’incontro a Monteluco(Pg) con dentro in questa iniziativa indagati e parenti che si legge nel testo “interverranno”:.
Poi di come gli indagati si siano espressi non si legge riga da nessuna parte-come un “segreto di stato”.
Il punto di Polemica egoista seguito da testi di risposta a quello del compagno Stefano Culmine e a Radioazione-come già scritto si distingue nettamente da ogni testo di approfondimento perché va a scavare fino alle fondamenta del discorrere in maniera normalizzante-aspetto pregiudicante contro ogni emersione dell’individuo con le sue particolarità e le sue peculiarità-senza che si debba associare forzatamente come un gregge al belare della massa.
Quello che non si capisce però di queste “individualità anarchiche”è l’accentrare tutto sul ritenere che ci debba essere un confronto e un discutere paritetico-perché come scritto a loro sembra che la repressione sia uguale per tutti e che nel contesto che porta a questa repressione-siano da eliminare le differenze tra gli individui per far fronte al solito “stato” unendosi.
Ma scusate ma voi siete o no “individualità”?
Sentite delle differenze tra voi come individui e il resto della massa?
Questo è un primo punto polemizzante su cosa poi significhi dirsi “individualità” che dovrebbe essere differente dal gregge cittadinista che emerso in questi ultimi anni..
Non si possono mettere assieme il g8 con la Val susa e l’operazione Ardire:
è come scrivere che le scelte di negazione del diritto dei compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco sono uguali a quelle dei compagni del caso “Bombas” che hanno scelto la completa difesa tecnica.
Poi sempre in ambito di punto polemico in ambito Egoista Nichilista con il testo “Inferno Personale” ci si è posti un superamento della solita solidarietà anarchica del “tutto”,e questo perché care “individualità anarchiche”-già nell’operazione “Ardire” ci sono tante differenze che ci si dovrebbe un attimo soffermare nel leggere che alcuni imputati hanno scelto l’antigiuridismo e altri la completa difesa tecnica.
Quindi-per cui-se uno di voi sente che non è affine alla scelta di un compagno dentro l’inchiesta “Ardire” dona solidarietà come se facesse un regalo a qualcuno?
Nel continuo della lettura del testo delle “individualità anarchiche” da una parte emerge la solita retorica sull’intensificarsi della repressione-come se da questo potere statale ci si debba aspettare qualcosa-e non agire colpendolo nelle sue infrastrutture(per chi scrive l’attacco può e deve essere portato anche contro chi cerca di fermare un atto distruttivo o un singolo individuo nelle sue scelte individuali-che sia il cittadino ben pensate o lo sbirro)-senza “reagire” ad ogni sussulto della “terribile” macchina statale.
Dall’altra ci si pone quesiti sul perché non ci sia un testo approfondimento dell’iniziativa-se non nel sapere quale sarà il menù della serata:
Non è difficile dedurre che l’iniziativa è volta esclusivamente al lato del difensivismo più esasperante e legale-in cui ci sarà da scrivere due righe roboanti ma prive di ogni contenuto di attacco-e una raccolta fondi-per avvocati che nessuno mai scrive cosa diranno nel processo per fare “uscire” il loro assistito.
Non ci sono contenuti perché non è solo la facilità di una raccolta fondi a dire la “sua”-ma perché la cosidetta galassia anarchica negli anni(ripercorrendo gli ultimi 16anni dal processo dell’infame Marini in poi..)si è immersa completamente in un circolo vizioso di reazione e difesa-di facili ragionamenti e di come “scavallare” il carcere-usando tutti gli espedienti possibili per uscire.
Sarebbe interessante leggere le trascrizioni di quello che esprimono ogni volta gli avvocati dei compagni processati?
Si sa che in questo modo verrebbero alla luce tutti gli espedienti usati dal difensore di “fiducia” per cercare di salvare il “salvabile” senza che il compagno imputato possa minimamente dire la “sua”-che sia tecnico o politico il procedere della condotta di chi è sotto processo-e in maniera fondamentale soprattutto perché il difensore di fiducia ignorerà completamente ogni riga vergata dal compagno assistito sulle sue “idee” del processo a lui sottoposto-in quanto per carriera deve “vincere”.
Lo sappiamo-ma si nasconde sempre-il difensore di fiducia è amico di pm e giudici.
Il solito dilemma letto nel testo risposta all’iniziativa nazionale,è questo unirsi insieme per far fronte al nemico comune-che sappiamo essere solo la “macchina statale” e non anche il popolo che usa le leggi-che le “individualità anarchiche” portano avanti nel testo scrivendo che:
“Ciò che ci preme, in questo momento, sarebbe avere la possibilità di discutere. Proprio perché non abbiamo delle soluzioni da fornire sul da farsi, né tanto meno siamo alla ricerca di indicazioni operative che siano valide per tutti..”
Perché scrivere di “validità per tutti”?
Come si può conservare la validità di un agire singolo da parte di voi “individualità” se poi si cerca il “tutto “accentratore?
Il problema care “individualità anarchiche” è che andando oltre la mera iniziativa-la dialettica con lo “stato”,si pone nel mentre ci si fa difendere dando l’agire ad un avvocato che-come sopra-pone la propria abilità dialettica e usa tutti i cavilli per annullare ogni testo rivendicativo o ogni azione attentatrice del vivere quotidiano da parte del compagno processato.
Scegliere l’avvocato per poi farsi difendere è riconoscere il ruolo di tutto l’apparato burocratico della società umana-dal cittadino che accetta le leggi al pm che le usa per accusare e fare condannare l’individuo sottoposto a processo penale.
Entrare nel labirinto del diritto è mettersi a dialetizzare con la società e la dottrina giurisprudenziale.
Come proseguimento al “tutto” accentratore del vostro discorrere sulle non differenze:
Perché voi essendo “individualità” parlate di incasellamento come se essere e scegliere ogni volta il proprio modo di agire in maniera singola per unirsi informalmente con chi è affine sia una cosa “estranea”?
Se dovessimo fare dello storicismo si dovrebbe scrivere di grandi differenze tra un modo di agire individuale-con le più sottili differenze per ogni scelta esperita e per ogni individuo che la “sceglie”-da parte degli anarchici individualisti-immoralisti e Nichilisti e il resto dei compagni dietro a sigle formali e regolamentate da uno statuto e una codificazione del comportamento etico e morale dei propri atti-questo in un periodo ormai dimenticato dell’anarchismo.
Si è scritto sopra-che c’entrano i compagni della CCF e quelli del caso “Bombas”?
E i compagni che hanno scelto l’antigiuridismo di pensiero e di azione nell’inchiesta “Ardire” con testi firmati e fatti circolare-tra cui con le solite censure dell’anarchismo moralista-,che c’entrano con coloro che hanno messo piede e mente dentro il burocratico
Ordine forense per farsi difendere?
Nel testo di risposta polemica alle “individualità anarchiche” ci si pone come negatori di un assolutorio siamo “tutti compagni” che nella specificazione di un inchiesta “Ardire” vede delle nette differenze tra chi ha scelto di spezzare il diritto-negando la prassi della difesa tecnica o di “processo politico” che sia e chi si è messo nelle mani di un difensore di fiducia cercando di dettare tempi e modalità di un legale difensivismo-annullando ogni agire anarchico e del proprio vissuto esistenziale.
La polemica egoista nel suo incedere è aperta ad ogni individuo che voglia continuare un dibattito amorale sul tecnicismo di una difesa legale e l’immenso e infinito agire amorale e antigiuridico nel suo frantumare ogni qual volta si presenta-il diritto dovere della società umana e della giurisprudenza.
Federico Buono
A tutti i compagni e le compagne
Cinque minuti di libertà… in carcere!
In data 1 agosto 2012, al mio cinquantesimo giorno di isolamento presso la casa circondariale Don Bosco di Pisa, sono stata trasferita al carcere di Rebibbia di Roma sezione massima sicurezza. l’isolamento è finito! L’“animale sociale”, come qualcuno definisce l’essere umano, ora può stanarsi… la galera rimane la galera!
Venerdì 3 agosto scopro che è stato accolto il ricorso che il difensore aveva, a suo tempo, avanzato pretendendo la nostra scarcerazione (mia e di Stefano): il divieto d’incontro tra imputati e avvocato, ordinato dalla P.M. prima dell’interrogatorio, era immotivato e ledeva il diritto alla difesa. l’intero procedimento a nostro carico è nullo… sono libera… 16,45… ma… la libertà non può certo essere cosa desiderabile da “anarco-terroristi”… così, nell’ufficio matricola dello stesso carcere in cui teoricamente la mia reclusione terminava, due Ros provvedono tempestivamente ad arrestarmi per la seconda volta… 16.50… “pericolo di fuga”! Beh, infilarsi tra le sbarre di un ufficio penitenziario con un agente e due carabinieri presenti è un’abilità che devo ancora acquisire, lo confesso! Non voglio annoiare nessuno mettendomi a spiegare le motivazioni giuridiche ( che tra l’altro ben poco mi interessano) dell’effettiva illegittimità del fermo (il “Corriere della sera” di sabato 4 agosto ha dedicato un breve articolo all’accaduto). Lunedì 6 agosto l’ennesimo giudice ha disposto la conferma dell’arresto reiterando il pericolo di fuga (troppi “anarco-insurrezionalisti” pronti a offrire appoggio tra Cile, Messico, Grecia e altri luoghi). Con questa mossa (ardita) l’accusa e i suoi pupilli confermano i loro sporchi giochi dimostrando il loro reale timore di vederci fuori dalle patrie galere… ma eccomi qua, col morale più alto che mai! Se pensano che questi metodi, e conseguenti inghippi burocratici, mi demoralizzino o sfiniscano si sbagliano di grosso. Su questo fronte la galera non ha alcun effetto “rieducativo” o “riabilitativo”… W l’anarchia!
Elisa Di Bernardo
Prigioniera politica anarchica e vegana
c/c Rebibbia femminile
Via Bartolo Longo, 92
00156 Roma
Sciopero della fame non rivendicativo
Con grande gioia mi unisco a Marco Camenisch nello sciopero della fame non rivendicativo dal 20 agosto al 3 settembre 2012. Il mio corpo sarà il mezzo di lotta preferenziale contro la cosiddetta “operazione Ardire” e la repressione che lo Stato ordina sempre più frequentemente ai suoi burattini da guardia al fine di fermare chiunque osi mettere in discussione il suo potere con parole e azioni.
Contro le galere che in ogni dove pretendono annientare l’individuo e i suoi inevitabili slanci di vitale libertà accanendosi ancor più laddove regnano ribellione, dignità e determinazione.
In solidarietà ai compagni e fratelli Marco Camenisch, che si è visto rifiutare per la seconda volta la libertà condizionale e Gabriel Pombo da Silva, in attesa di essere estradato in Spagna come da lui desiderato. Svolte che proprio quest’anno avrebbero dovuto caratterizzare le loro vite e che l’ardita razzia anti-anarchica del 13 giugno scorso vuole evidentemente ostacolare. Vi abbraccio forte con cuore pieno di complice sovversione.
In solidarietà a@ compagn@ della cospirazione delle cellule di fuoco (determinato il loro comunicato “ccf – il caos è alle porte”) che nelle prigioni greche non fanno un passo indietro rimanendo rimanendo a testa alta anche ora che sei di loro sono sotto indagine perché inclus@ nell’“operazione Ardire”: continuate a combattere la paura come avete sempre fatto… non siete soli! “Sempre in battaglia…” (Olga Ikonomidou dal suo comunicato sulla fine dell’isolamento).
In solidarietà agli anarchici Eat e Billy prigionieri delle carceri indonesiane: l’oceano che ci separa non è altro che un trampolino per la complicità rivoluzionerai internazionale.
In solidarietà al fratello Luciano Pitronello (Tortuga) in sciopero dell’affetto: le tue parole dal lontano/vicino Cile danno conferma della tua forza, del tuo coraggio e della tua natura individualista.
In solidarietà al compagno messicano Mario López rimasto ferito il 26 giugno scorso dall’esplosione accidentale dell’ordigno che pare stesse trasportando, e alla sua compagna Felicity Ryder da allora latitante e ricercata da chi ha già pianificato un’altra feroce ondata repressiva in terra messicana. Resisti Mario! Non sei solo in ospedale oggi, non sarai solo in cella domani! Corri Felicity! Che il vento della rivolta ti accompagni il più a lungo possibile allontanandoti dai tuoi aguzzini!
In solidarietà ai perquisiti e agli indagati della recentissima “operazione Mangiafuoco” messa in atto tra Italia e Germania all’alba dell’8 agosto su iniziativa della famigerata procura di Bologna.
In solidarietà a tutti coloro che, dentro e fuori le galere, combattono con ogni mezzo l’autorità precostituita e il potere predeterminato.
Un grazie a chi non smette di dimostrarmi tutto il suo appoggio e la sua solidale vicinanza.
Onore ai compagni caduti in combattimento! Sono sempre con me!
Con amore e anarchia,
Elisa di Bernardo
Prigioniera politica anarchica e vegana
11 agosto 2012
c/c Rebibbia femminile
Via Bartolo Longo 92
00156 Roma
————————————————————————————-
Venerdì 24 agosto, ore 10.30, sarò al tribunale di Alessandria – C.so Vittorio Emanuele II, 130 per l’udienza (Camera di Consiglio) presso il tribunale del Riesame per il ricorso contro l’ordinanza del Gip di Alessandria del 7 agosto (in pratica, la convalida del primo arresto in carcere). L’udienza sarà a porte chiuse, ma ho chiesto di essere tradotto lo stesso.
Analogo procedimento si terrà a Roma nei confronti di Elisa.
Rispetto all’iniziativa proposta da Marco, ad oggi non sappiamo ancora se vi parteciperanno Elisa e Sergio, con uno sciopero della fame di 20 gg. Da quel che ho capito devono ancora decidere. Noialtri dovremmo partecipare ad una giornata simbolica, ma ci sono delle differenze e forse ci sarà solo spazio per adesioni individuali.
Stefano Gabriele Fosco
Via Casale, 50/A
15122 San Michele (Al)
L’anarchia tornerà ad essere sinonimo di giovinezza. Tornerà a dare calci allo stato dalle cose che ci soffocano e ci schiacciano; per resistere e RESISTERE SEMPRE. Per difendere tutto ciò che è nostro: libertà, diritto alla vita, diritto a tutto ciò che è indispensabile tanto materialmente che spiritualmente.
E se nella lotta cadiamo, almeno avremo la soddisfazione di cadere con le nostre armi in pugno.
E con la giovinezza (quella che non si conta con gli anni, ma con l’ardore sempre nuovo per ogni resistenza ed ogni attacco) marceremo verso il culmine di Ardire..”
Anarchia!, Mario Vando.
(…)
Compagn@,
Che i mass-media siano parte integrante dell’organico del potere è risultato più chiaro che mai in questa occasione Almeno,io mi sono chiesto come sia possibile che nel istante stesso (13 giugno) cento poliziotti stanno assaltando le case (e altri spazi di movimento) di decine di compagni e/o delle loro famiglie già ci sia nel web del ruffiano Silvio Berlusconi, “l’ordinanza di custodia cautelare” pronta per essere scaricata in formato pdf???…Soprattutto tenendo conto che molti degli imputati non avevamo avuto la possibilità di sapere sopra su cosa fosse questo assalto…
Già molto prima di questa “primizia” (accusatoria) e in maniera intermittente lungo gli ultimi anni, altri “pennivendoli” di regime (così come altri “elementi” del “movimento” italiano, svizzero e tedesco) mi (e ci segnalavano ora come “ teorico “, ora come “militante”e/o attivista della Federazione Anarchica Informale ecc.. senza dimenticare gli insulti e squalifiche da parte del “movimento” : “infiltrat* della polizia”, “provocatori”, “agenti della reazione”, ecc…
Ovviamente, e per dotare “di qualche sostanza” una tale “accusa”, era necessario inventare e “trovare” alcuni “complici” sul suolo italiano… ed è qui che inizia la ricerca, sempre nei circoli dei soliti noti come non poteva essere differentemente, anarchici dichiarati, individualisti impenitenti, iconoclasti irredenti, solidali e nichilisti: in tutta sicurezza nessun/a pacifista Tolstoiana in questi giorni dove il pacifismo (scadente) si è imposto come imperativo ideologico in tutti gli “ismi”…
Certamente i servi del potere sono stati incaricati, incentrati e concentrati a colpire vari miei fratelli e sorelle sul suolo italiano… Compagni come Elisa e Stefano che da molti anni si sono curati di riempire la “mia” cella di calore e affetto; di farmi partecipe delle lotte che si tenevano in lungo e in largo nel mondo; di inviarmi riflessioni e discussioni sulle più svariate questioni che potessero interessarci come anarchici; così come testi, notizie, lettere riguardanti le nostri fratelli carcerati, e sulle diverse montature e processi repressivi per apprendere da essi e affilare le nostre armi per la guerra sociale (o antisociale) in corso…
Senza parlare di Giuseppe Lo Turco messo dentro perché “diffonde e traduce” “controinformazione” del “movimento”! E cosa si può commentare/dire di Sergio Maria Stefani e Alessandro Settepani “colpevoli” di partecipare ad uno sciopero della fame! In quanto a Paola, Katia e Giulia: di cosa per la barba di Bakunin le si “accusa”???
In fondo..io non sono avvocato e gli aspetti tecnici e giuridici del linguaggio del potere sono cose che disprezzo apertamente e per questo non vado a “valutare” il “battibecco” di sbirri e imbroglioni.
“CULMINE”
Io consideravo Culmine come una casa, una “voce” nel mondo digitale, per far confluire inquietudini e speranze… Uno spazio dove si poteva”insultare, bestemmiare, sputare” tutti coloro che ostentano il monopolio dell’”informazione e “La violenza”.. E questo, in questi tempi di “incertezza” e “crisi varie” è qualcosa che è più perseguitato e “punito” dei satrapi e della corruzione.
(…)
Perché ai nostri giorni è molto “pericoloso” parlare e diffondere l’ideologia anarchica; il famoso FAI DA TE… Non aspettarti che nessuno, dopo possa metterti un collare e farti passeggiare come “un cagnolino ammaestrato” al guinzaglio. Sii poeta ed espropriatore come Renzo Novatore.
Aver “gestito” questo è un altro “dei delitti” commessi da Elisa e Stefano: “Delitto” aggravato con l’”isolamento giudiziario”, la censura sistematica e la più vile delle vendette che questi topi in uniforme hanno per chi fa uso (abuso?) dei “ sacrosanti diritti”, che presumibilmente hanno “i cittadini” di uno “stato democratico”; come il “diritto” di informazione ecc…
E sì… le carceri della democrazia si caratterizzano per il loro amore per i “diritti umani” , che i suoi carcerieri difendono a colpi di manganello, isolamento, censura, furto, violenza ecc… che bella la democrazia!! Speriamo mi diano altri 30 anni per finire di reinserirmi!
“ Non piangere perché non vedi il sole, perché le lacrime ti impediranno di vedere le stelle…”
Jacques Mesrine (Instinto Asesino).
(…)
Per me è molto chiara quale sia stata la funzione di questa buffa operazione denominata “Ardire”: montata ed orchetrata per “Managers dell’intrattenimento mediatico”; togati/e (come la Comodi) con ansie pazze di scalare i gradini delle loro disgustose carriere; così come i criminali in uniforme (come tutt* i/le criminali!) come Gianpaolo Ganzer con l’aspirazione a “riabilitarsi” per il suo passato di “cammello”…
La funzione è di rimuovere coloro che disturbano diffondendo controinformazione; impedire il comunicare sul nuovo anarchismo rivoluzionario ed essere solidali: tanto nelle lotte antagoniste radicali quanto con i/le prigionier* antiautoritari(e) che proliferano in lungo e in largo nel mondo; seminare “cesoie” tra le diverse realtà del movimento combattivo per pretendere di ridurci ad essere “spettatori” e “consumatori” dei presunti “battibecchi” decontestualizzati, manipolati, tergiversati; esagerati ed apertamente bugiardi, che appaiono nei loro “fascicoli” giuridici; frutto di intercettazioni ambientali, chiamate telefoniche (che ovviamente sapevamo fossero intercettate), di corrispondenza e di testi insorti durante gli ultimi anni di multipli dibattiti/lotte e contesti a livello internazionale…
Quanto dev’essere grande la frustrazione di quest* imbecilli dell’”intelligenza militare” e della magistratura italiota!!! Più di 10 ANNI e non solo non sono riusciti a “rinchiudere” nessun(a) compagn* della Federazione Anarchica Informale (sul suolo italiano) se non e nemmeno a RINCHIUDERE l’avanzata di una proposta di lotta e di organizzazione che è tanto degna e legittima come lo possono essere altre…
Inutile ed assurdo è entrare a valutare e/o argomentare sui deliri e le stronzate scaricate in queste 227 pagine… Insomma mi ci pulisco il culo con l’”ordinanza” come in passato ho fatto con le sentenze dei magistrati post-franchisti…
Epopea d’amore la nostra
Giocare intorno al fuoco che prova sforzi sovrumani per bruciarci;
Volare, come una farfalla intorno alla fiamma;
Creare il pericolo;
Correre per i precipizi più difficili per allenare i muscoli;
Creare la forza;
E corriamo sempre con lo stesso fervore, con lo stesso ritmo;
Agire.
Al di sopra di tutte le critiche.
Al di sopra della “morale”.
Al di sopra del male
Al di sopra della vita.
Per la vita.
E siamo solo all’inizio.
Andremo così, verso la meta irraggiungibile:
Creando,
Conquistando.
Amando.
L’impossibile.
L’intangibile.
La vita.
“Nella morte per la vita.”
Nella morte, per l’amore…
Severino Di Giovanni
(…)
In ciò che mi si riferisce non ho mai occultato (tutto il contrario) le mie “simpatie” e l’affetto per le organizzazioni informali (stabili e con “acronimi”) come la FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE, la CCF, le CARI-G. Praxedis Guerrero (tra le molte altre), così come con tutta quella “galassia” di Gruppi Insurrezionalisti (alcuni sporadici nello spazio/tempo) ed individualità che hanno fatto dell’AZIONE, LA TEORIA e LA COMUNICAZIONE la base e la quintessenza del proprio essere; e dalle quali e con le quali affrontare il sistema di dominio e le sue molteplici appendici repressive…
Non saranno i quasi 30 ANNI che ho trascorso sequestrato e/o le loro minacce di più “processi”/”carcere” ed isolamento ciò che mi faranno rinunciare alle mie IDEE e SENTIMENTI…
Voglio chiarire/specificare che le mie IDEE non si basano “solo” in ciò che ho letto e dibattuto durante tutti questi anni da solo e/o accompagnato; se non e fondamentalmente, su ciò che ho VISSUTO ed OSSERVATO in prima persona nei loro campi di concentramento e di sterminio proletario. Da questo è da dove ho estratto tutta la mia forza, il mio amore ed il mio odio… di cosa cazzo devo io “pentirmi”? Di esser stato testimone dell’eccezione di tanta cattiveria e perversione? di aver resistito (E resistere) un sistema concepito per triturare fino all’ultimo alito di vita? Di sognare, e nel mezzo delle mie limitatissime possibilità dire/gridare: bene, fanculo dio e viva l’anarchia!!!?
Trasgredire con le parole come con l’atto; andare più in là delle carceri “ideologiche” che come una tela di ragno cercano di intrappolarci a tutt* per assorbirci l’individualità e farci “sfilare” marzialmente con una “bandierina” in mano e la testa vuota ripiena degli slogan del momento…
So che per me (come per molt* altr*) non esiste la possibilità di uscire dal carcere basandoci sulle loro leggi… perché la loro legalità richiede la mia rinuncia alla mia identità politica… ed ovviamente chi rinuncia alla propria identità politica non solo tradisce se stesso, ma anche tutt* quell* che ci hanno preceduto in questo lungo cammino per la dignità e la libertà.
Non c’è nulla di eroico né di “martire” (di quest* il cimitero è pieno) in questa considerazione. Lo credo sinceramente e con tutto il mio cuore e perciò sono disposto ad accettare di “pagare il tributo” per essere coerente con me stesso e con quanto penso/sento…
(…)
Desidererei che non si confondesse la cosiddetta “Operazione Ardire” con la presunta disarticolazione della FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE; questo è ciò che piacerebbe (nei loro sogni bagnati) alla coppia Ganzi-Comodi!!!
Ignoro che nel mezzo io possa essere il responsabile nella “creazione”, “organizzazione”, e/o “pianificazione” della FAI/FRI e/o le sue “campagne” ed “azioni”… ma se ciò fosse così potrei solo dire che mi sentirei molto onorato ed orgoglioso di ciò…
(…)
Voglio approfittare di queste lettere per abbracciare tutt* i/le mie(i) “co-imputati” (che parola di merda!) nella cosiddetta “Operazione Ardire” (a quell* conosciut* e sconosciut*) con FORZA e AMORE; di cella in cella; di cuore in cuore… a Marco Camenisch (e che ci mettiamo tutt* subito in movimento per strapparlo dalle grinfie dell’oligarchia atomica e capitalista dello Stato svizzero…) dal quale tanto ho appreso e tanto apprezzo. Abbracciare i/le nostr* fratelli/sorelle incarcerat* in Messico e Mario López (Tripa) desiderando per lui che si rimetta presto e ci continui a rigalare “carezze di carta” che ispirino bagliori nelle notti complici. A Felicity Ryder; fuggi compagna, fuggi! Che le sporche mani dei “valletti” non ti tocchino mai!!! Anche in Messico, un forte abbraccio rabbiosamente anarchico a te, Gustavo Rodriguez (necessario e sveglio il tuo apporto scritto contro gli/le “imbecillis” che dobbiamo continuare a sviluppare), e tutt* i/le nostr* fratelli/sorelle guerrier* in questa latitudine del Globo Terracqueo. In Bolivia a Henry Zegarrundo, sequestrato nelle segrete di Evo Morales e la sua “guardia rossa”… ed un occhiolino amoroso a “Las Noctilucas Descarriadas” che saluto col cuore in mano… In Cile, a tutt* coloro che già “conosco” (a breve scrivo, ricevo la posta… bacetti a Nahual…) ed a quell* che continuano “liberi” a lanciare sabia negli ingranaggi del sistema) ancora so che è da tanto, tantissimo tempo che non do “segni di vita”… Impossibile gestire tanta corrispondenza!!!! E volando dall’altra parte del mondo, in Indonesia, vi saluto ed abbraccio; Eat e Billy, degni ed orgogliosi militanti della FAI, e non solo!
E come ormai è d’abitudine, i/le fratelli/sorelle della CCF che fanno impallidire i boia togat* ed uniformat* con la loro attitudine combattiva e degna… il loro nuovo testo: “Il caos è alle porte” mi fa sentire orgoglioso di essere anarchico…
Con fratelli/sorelle e compagn* come voi è impossibile non camminare eretto e lo sguardo attraversando i muri e le uniformi che oggi “contengono” la nostra avanzata… NON CI FERMERANNO!
VIVANO I/LE COMPAGNI/E!
VIVA L’ANARCHIA!
Gabriel.
PS. 1: Annuncio da qui ai/alle compas che non penso (perché non posso) che parteciperò a nessuno sciopero della fame per questioni di salute, ma che l’appoggerò nel mezzo delle mie possibilità: rifiutando il cibo del carcere, scrivendo, non so… facendo quel che si può…
PS. 2: Questo testo è stato scritto prima che fosse pubblicata la lettera aperta al movimento italiano di Stefano Fosco, alla quale risponderò a breve. Dal momento che rimane chiaro che non voglio che si usi il mio nome come nemmeno che nessuno cerchi di nascondersi dietro di esso, specialmente per sostenere posizioni che non condivido per niente.
riceviamo e pubblichiamo:
MERCOLEDÌ NOTTE È COMPARSA A ROMA SUI MURI DEL VERANO UNA SCRITTA IN SOLIDARIETÀ CON I COMPAGNI INDAGATI PER L’ OPERAZIONE MANGIAFUOCO E CON I COMPAGNI ARRESTATI E INDAGATI PER L’ OPERAZIONE ARDIRE!
UNA ABBRACCIO A TUTTI!
ANARCHICI/E ROMANI/E
Appello importante: assemblea!
Invitiamo tutt* a partecipare all’assemblea che si terrà domenica in Villa vegan, in vista del possibile sgombero, per essere aggiornati sulla situazione reale, scambiarci esperienze di occupazione e difesa degli spazi liberati, per condividere idee e pratiche di resistenza e risposta.
Domenica 12 agosto ore 20.30 in villa
via Litta Modignani 66 – Milano
metro: affori FN o comasina (linea 3 gialla)
villavegansquat@inventati.org
riceviamo e diffondiamo:
A tutt* i/le compagn* solidali di Villa vegan
Avrete già ricevuto qualche giorno fa il nostro comunicato sul rischio sgombero, a seguito delle denunce effettuate dal settore demanio del Comune di Milano, e delle indagini della digos per identificare gli occupanti.
Vi alleghiamo le versioni in varie lingue del comunicato (inglese – francese – spagnolo -tedesco) chiedendovi di farle girare ai vostri contatti all’estero.
Stiamo organizzando una serie di iniziative per agosto-settembre per mantenere viva la Villa anche in questi mesi estivi, con una forte presenza di persone per fare fronte a un eventuale sgombero. Chi volesse venirci a trovare, fermarsi qualche giorno per partecipare alle assemblee, preparare la mobilitazione, organizzare le serate insieme a noi e resistere è il benvenuto! Porta la tenda e lozioni antizanzare!
Chi avesse proposte per serate, concerti, dibattiti, performances, proiezioni, iniziative ci scriva:
villavegansquat@inventati.org
A presto, saluti anarchici!
Villa vegan squat
via Litta Modignani 66
Milano – ITALIA
metro Comasina o Affori FN (linea 3 gialla)
(EN-FR-ESP-DE-IT) Villa vegan squat at risk of eviction – Italy
Hi comrades!
We from the Villa vegan squat (Milano – Italy) send you this call for solidarity because we are at risk of eviction.
Follow communiques in ENGLISH, FRANCAIS, ESPANOL, DEUTSCH, ITALIANO.
If you want to propose events, concerts, performances etc. for the month of august you’re welcome!
If you come to visit us bring a tent and some anti-mosquito lotion!
Please spread the communique and publish it in the (A) websites.
Thanks!
Eviction threat for the Villa Vegan Squat, Milano
In mid-July, 2012, patrols of the carabinieri appeared at the residences of two inhabitants of the Villa Vegan Squat in Milano, to deliver “closure of the investigation” papers related to the occupation of the Squat. The Villa Vegan is an anarchist vegan space that has existed for the past 14 years, serving as a venue for countless events, benefit concerts, mobilizations and ongoing debates and dialogues over many aspects of antiauthoritarian struggle and resistance. The space and its inhabitants have supported feminist and anticapitalist struggles, animal and earth liberation, prison abolition, opposition to the CIE (detention centers for immigrants), anti-civilization movements, and resistance to all forms of repression. The Villa has also operated as an DIY community resource with a bicycle workshop, rehearsal space and recording room, and served as a locus for other forms of underground and non-market cultural production.
For 14 years this place has been the crossroads for many comrades from all over the world, and its walls have reverberated with the energy of all those who have passed through or stayed a while, exchanging political experiences, sharing affection, and building affinity on an international level. In short, the making of politics.
The Villa also serves as a home for many animals rescued from the horrors of factory farming or abusive ownership: dogs, cats, chickens, turkeys, ducks, rabbits, that after a life imprisoned and enslaved now live free in the garden of the Villa alongside people who consider them friends and comrades, not property to be controlled or exploited.
From reading the papers of the inquiry we learned that the complaint comes from Mari Laura, the director of the “Settore Demanio e Patrimonio” (Sector of the State Property and Estate) of the city of Milano, as a first measure preceding a future eviction: “The city asks that, after a prior identification of the squatters, all the appropriate measures are used to remove the squatters from the building, in order to realize as soon as possible the public interests by using it according to the destination given it.”
An investigation has been carried out by the Digos (the political police) of Milano, including surveillance of the gates of the Villa in order to record the entrances and exits, and the invasion of the grounds of the villa by two agents of the local police, in order to record the license plates of the cars and so identify four of the inhabitants of the house, who were later served with the complaints.
Moreover the charge of occupation, there is also a hilarious aggravating circumstance for “deterioration of the state of the places”, for the construction of a wood oven, from which we actually have taken out many outlaw pizzas!
It is clear the city wants to evict the Villa, and so we must begin immediately to mobilize against the eviction and repression. If they think that we’ll let them quietly take this liberated space in order to build the umpteenth concrete monster, result of the building speculation, they are indeed mistaken. We are ready to resist until the end to prevent not only the seizure of these grounds, but the destruction of all we have built here. It is not only the four walls we must protect, but our experiences of affinity, of everyday struggle against a repressive social order, of communal life not driven by profit and material greed. In the face of choking urbanization, we are ready to defend every tree on this land and the freedom of the animals that have found sanctuary here.
And so we invite comrades from everywhere to join us immediately in our resistance to the city of Milano, and, in case of an actual eviction, to in the days just after mobilize a forceful and durable response.
NO EVICTION WITHOUT A RESPONSE!
The way to freedom lies in the ruins of the cities!
Villa Vegan Occupata
Via Litta Modignani 66
Milano
Italy
villavegansquat@inventati.org
if you have something to say…
Settore Demanio e Patrimonio, Via larga 12– 20122 MILANO, IV piano
,Settore Demanio e Patrimonio, stanza 491, 493 ,495
Responsabile: Mari Laura, tel. 02.884.53175 – 02.884.53176
laura.mari@comune.milano.it
Risque d’évacuation à la Villa Vegan de Milan
À la mi-juillet 2012, des patrouilles de flics se sont présentées aux adresses de résidence de deux des habitants de la Villa Vegan occupée à Milan, ces derniers ont délivré des documents de fin d’enquête relative à l’occupation du lieu. Nous rappelons que la Villa est un espace anarchiste vegan, occupé depuis plus de 14 années, pendant lesquelles elle a toujours été un point de référence pour des initiatives, des concerts, des soirées de soutien, des mobilisations et débats sur de nombreux aspects de la lutte antiautoritaire contre la domination, refusant toujours quelconque type de rapport avec les institutions. Entre les luttes portées, il y a celles pour la libération animale et de la terre, contre la civilisation, les centres de rétentions et les prisons, la répression, le sexisme, le capitalisme, etc. De plus, à la Villa il y a aussi un atelier vélo, une salle de répét’ et d’enregistrement et un jardin potager, activités autogérées et hors de toute logique marchande.
Depuis 14 ans, ce lieu est le carrefour de tant de compagnons et compagnonnes du monde entier, qui contribuent à un échange d’expériences politiques et de liens affectifs et d’affinités au niveau international.
Dans cet espace, beaucoup d’animaux sauvés des horreurs de l’élevage, en plus d’autres animaux en difficulté, ont trouvé une vie nouvelle : chiens, chats, poules, dindes, renards, et lapins, vivent maintenant librement dans le parc de la villa après une vie d’enfermement et d’esclavage, sans que personne ne les considère plus comme objets ou ressources à exploiter.
A la lecture des documents de l’enquête, nous apprenons que la dénonciation se base sur la demande de la directrice du secteur domaine public et patrimoine communal de Milan Mari Laura. Comme première mesure en vue d’une future évacuation : « la commune demande que, suite à l’identification des occupants, soient mises en place toutes les mesures nécessaires à l’évacuation des occupants de l’immeuble, dans le but de le restituer le plus tôt possible à son utilisation d’intérêt public pour laquelle il était destiné. »
Les enquêtes ont été réalisées par la Digos (police politique) de Milan qui, à plusieurs occasions a fait poster proche de l’entrée du lieu deux de ses hommes pour épier et faire du fichage sur les entrées et sorties. A une occasion, elle a réussi à introduire deux agents de la police locale dans le parc grâce à un subterfuge, réussissant à noter les numéros de plaques des voitures et à reconnaître l’identité de quatre des nombreux habitants de la maison, ce sont ces derniers à qui ils ont fait parvenir les dénonciations.
En plus des dénonciations pour l’occupation, il y a une aggravation hilarante pour « détérioration des lieux » avec la construction d’un four à bois, dans lequel nous avons en effet enfourné tant de bonnes pizza hors la loi!
La volonté de la ville d’évacuer la Villa est claire, pour cela, nous allons commencer à partir de maintenant à nous mobiliser avec des initiatives contre les évacuations et la répression. S’ils croient que nous les laisserons reprendre cet espace libéré en toute tranquillité pour en faire l’énième monstre de ciment issu de la spéculation immobilière, ils se mettent le doigt dans l’oeil. Nous sommes prêt-e-s à résister jusqu’à la fin pour empêcher l’évacuation de ce qui ne se limite pas à quatre murs, mais qui est une expérience de complicité et de lutte vécue quotidiennement. Face à l’avancée de l’urbanisation et de l’anéantissement de tout espace non utile au profit, nous sommes prêt-e-s à défendre chaque arbre qui se trouve dans ce parc, et la liberté des animaux qui y ont trouvé un lieu de vie.
En cas d’évacuation, nous invitons dès à présent les compagnonnes et les compagnons de partout à nous y rejoindre tout de suite dans les jours qui suivent pour une mobilisation incisive et durable !
Aucune évacuation sans réponse!
Le chemin de la liberté gît dans les ruines de nos villes !
Villa vegan occupée
30/07/2012
contacts :
via liltta modignani 66
milano – italie
villavegansquat@inventati.org
si vous avez quelque chose à dire…
settore demanio e patrimonio, via larga 12- 20122 milano, IVème étage
Settore Demanio e Patrimonio, stanza 491, 493 ,495
Responsabile: Mari Laura, tel. 02.884.53175 – 02.884.53176
laura.mari@comune.milano.it
Villa Vegan okupada en riesgo de desalojo
A mediados de julio del 2012, en los domicilios de dos de las habitantes de la Villa Vegan okupada de Milán se presentaron patrullas de la policía y les entregaron hojas de “fin de las investigaciones” relativas a la okupación del lugar. Recordamos que la Villa es un espacio anarquista vegano, okupado hace ya 14 años durante los cuales ha sido punto de referimiento para iniciativas, conciertos, beneficiencia, movilizaciones y debates relativos a muchos aspectos de la lucha antiautoritaria al dominio, rechazando siempre cualquier tipo de relación con las instituciones. Entre las luchas de combaten: la liberación animal y de la tierra, en contra de la civilización, los CIE y las cárceles, la represión, el capitalismo, etc. Además en la Villa hay una “cicloficina”, una sala de pruebas/grabaciones y un huerto, actividades autogestionadas fuera de la lógica del mercado.
Desde hace 14 años este lugar es la encrucijada de tantos compañeros y compañeras de todo el mundo, que contribuyen a un intercambio de experiencias políticas y lazos de afecto y afinidad a nivel internacional.
En este espacio también han encontrado una nueva vida muchos animales salvados de los horrores de los criaderos, además de animales en dificultad: perrxs, gatxs, gallinas, pavxs, patxs, conejxs, que después de una vida de prisión y esclavitud ahora viven libres en el parque de la Villa, sin que nadie más los considere objetos o recursos para explotar.
Por la lectura de los papeles de la investigación sabemos que la denuncia viene por petición de la directora del Sector Dominio Público y Patrimonio Cultural de Milán: MARI, LAURA; como primera medida en vista de un futuro desalojo: “La Municipalidad pide que, previa identificación de los okupantes, sean adoptadas todas las medidas idóneas a la expulsión de los okupantes del inmueble, con el fin de realizar cuanto antes el interés público a través de su uso según la destinación atribuidale”.
Las investigaciones han sido efectuadas por la Digos de Milán, que en más de una ocasión ha apostado dos de sus hombres cerca al ingreso del lugar para espiar y grabar los ingresos y las salidas, en una ocasión ha logrado introducir dos agentes de la policía local en el parque con un subterfugio, logrando anotar las placas de los automóviles y a reconocer la identidad de cuatro de los numerosos habitantes de la casa, los mismos a los que después ha hecho llegar las denuncias.
Además de la denuncia por okupación hay un hilarante agravante por “deterioramiento del estado del lugar” con la construcción de un horno a leña, en el cual, efectivamente, hemos horneado muchísimas ricas pizzas clandestinas!
Es clara la voluntad por parte de la Municipalidad de desalojar la Villa, por ésto empezaremos des de ahora a movernos con iniciativas en contra de los desalojos y la represión; invitamos lxs compañerxs a compartir con nosotrxs este periòdo de resistencia. Si creen que les dejaremos actuar con tranquilidad en el desalojo de este lugar liberado para hacer de él el enésimo mounstro de cemento fruto de la especulación edilicia: se equivocan, y MUCHO. Estamos listxs para resistir hasta el último para impedir el desalojo de aquellas que no son sólo cuatro paredes sino una experiencia de complicidad y de lucha vivida cotidianamente. En vista del avance de la urbanización y la aniquilación de todo espacio no funcional al provecho, estamos listxs para defender cada árbol que se encuentra en este parque y la libertad de los animales que aquí han encontrado casa.
En caso de efectivo desalojo, invitamos desde ahora las compañeras y los compañeros de todo sitio a reunirnos inmediatamente en los días siguientes para una movilización incisiva y duradera!
Ningún desalojo sin respuesta!
La vía de la libertad yace en la ruina de nuestras ciudades!
Villa Vegan Occupata
30/07/2012
Per contatti:
Via Litta Modignani 66
Milano
villavegansquat@inventati.org
Se avete qualcosa da dire…
Settore Demanio e Patrimonio, Via larga 12– 20122 MILANO, IV piano ,Settore Demanio e Patrimonio, stanza 491, 493 ,495
Responsabile: Mari Laura, tel. 02.884.53175 – 02.884.53176
laura.mari@comune.milano.it
Die Villa Vegan (Mailand) ist räumungsbedroht!
Mitte Juli 2012 bekommen zwei Bewohner der Villa Vegan, an ihrer offiziellen Adresse, Besuch von 2 Patroullien, die Ihnen die Unterlagen der abgeschlossenen Ermittlung, betreffend der Besetzung der Villa, aushändigen. Die Villa Vegan ist ein anarchistischer, veganer Freiraum, der seit 14 Jahren besetzt ist. Sie hat immer als Treffpunkt für Veranstaltungen aller Art gedient: Konzerte, Benefizveranstaltungen, Mobilisierungen, und Diskussionen der verschiedenen Aspekte des antiautoritären Kampfes gegen die Herrschaft. Sie hat immer jegliche Beziehungen zu den Institutionen verweigert.
Dieser Ort und seine Bewohnerinnen und Bewohner haben feministische und anitkapitalistische Kämpfe, die Befreiung der Tiere und der Erde, sowie Anti-Zivilisations Bewegungen unterstützt und sich gegen Ausschaffungszentren und Gefängnisse, Repression, Seximus etc. eingesetzt.
Ausserdem bietet die Villa Raum für diverse DIY-Projekte wie eine Velowerkstatt, ein Bandraum mit Studio, ein Garten, sowie andere selbstverwaltete Aktivitäten jenseits der Logik des Finanzmarktes. Während diesen 14 Jahren war die Villa ein Vernetzungspunkt vieler Genossinnen und Genossen aus der ganzen Welt, welcher ein Austausch politischer Erfahrungen und freundschaftlicher Beziehungen ermöglichte.
An diesem Ort haben auch viele Tiere Zuflucht gefunden, die unter anderem aus dem Horror der Viehzucht gerettet wurden. So leben Hunde, Katzen, Gänse, Enten und Hasen, nach einem Leben in Gefangenschaft und Sklaverei jetzt in Freiheit, im Vorhof der Villa, ohne dass jemand sie als Objekt oder als Konsum-Produkt betrachtet.
Aus den Unterlagen der Ermittlung wissen wir, dass die Anzeige von der Direktorin des “Settore Demanio e Patrimonio” (Amt für Grundstücke und Heimatschutz der Gemeinde Milano) Mari Laura, in Voraussicht einer zukünftigen Räumung, erstattet wurde: “Die Gemeinde verlangt, dass die Bewohner identifiziert werden und alle passenden Mittel genutzt werden, um die Besetzer vom Grundstück zu jagen, damit das öffentliche Interesse so bald wie möglich durch seine vorhergesehene Destination realisiert werden kann”.
Die Untersuchung wurde durch die Digos (Politische Polizei) von Milano durchgeführt. Mehrmals hat sie ihre Männer vor dem Eingang Wache stehen lassen um die Ein- und Ausgänge zu registrieren und auszuspionnieren. Einmal hat sie es geschafft, durch eine hinterhältige Falle, zwei Agenten in den Vorhof einzuschleusen und so Autonummern aufzuschreiben und die Identität von vier, der vielen Einwohner der Villa festzustellen. Diese vier Personen wurden daraufhin angezeigt.
Zur Anzeige für die Besetzung wurde als lächerlicher erschwerende Umstand die Sachbeschädigung, durch den Bau eines Pizzaoffen, beigefügt. Mit diesem Ofen wurden schon zahlreiche leckere gesetzeswidrige Pizzas gebacken.
Der Wille der Gemeinde das Haus zu räumen ist klar. Deswegen werden wir sofort anfangen zu mobilisieren, mit Aktionen gegen die Räumung und die Repression. Wenn sie glauben, dass wir sie ruhig diesen befreiten Raum nehmen lassen, um das nächste Zementmonster zu bauen, Frucht der Spekulation, irren sie sich gewaltig. Um die Räumung zu verhindern sind wir bereit bis zum Ende Widerstand zu leisten, denn die Villa ist mehr als nur 4 Wände, nämlich eine Erfahrung von Komplizenschaft und Kampf, welche täglich gelebt wird.
Angesichts des Vorankommens der Urbanisierung und der Zerstörung von allen Räumen, die dem Profit nicht dienen, sind wir bereit jeden Baum der sich in diesem Vorhof befindet und die Freiheit der Tiere die sich hier befinden, bis zum Ende zu verteidigen.
Wir laden ab sofort alle Genossinnen und Genossen von überall ein, sich unserem Widerstand anzuschliessen, für eine dauernde und greifende Mobilisation.
Keine Räumung ohne Antwort!
Der Weg zur Freiheit liegt in den Ruinen der Städte!
Villa Vegan Occupata
30/07/2012
Kontakt:Via Litta Modignani 66 Milano
villavegansquat@inventati.org <mailto:villavegansquat@inventati.org>
if you have something to say…
Settore Demanio e Patrimonio, Via larga 12– 20122 MILANO, IV piano
,Settore Demanio e Patrimonio, stanza 491, 493 ,495
Direktorin: Mari Laura, tel. 02.884.53175 – 02.884.53176
laura.mari@comune.milano.it
da: Libertari e libertarie San Lorenzo
Nella notte fra il 6 ed il 7 Agosto si consuma l’ennesimo atto intimidatorio e repressivo da parte delle forze di occupazione in Val di Susa nei confronti di un compagno dell’area libertaria romana che si trovava a Chiomonte per partecipare alle iniziative no tav e per godersi un po’ di sano turismo solidale e di lotta. Premettiamo che negli ultimi giorni la morsa repressiva si è ancora di più rafforzata e quotidianamente polizia e carabinieri “circondano” il campeggio autogestito dal popolo no tav.
Ogni giorno, a qualsiasi ora, le forze di occupazione presidiano la zona con posti di blocco, fermi coatti ed intimidazioni ai danni delle compagne e dei compagni che hanno deciso di vivere intensamente una “vacanza di lotta”, alla faccia del turismo capitalista e mercificato. Sono ormai innumerevoli le notizie di fogli di via, denunce e provocazioni di vario genere.Come dicevamo, nella scorsa notte, nella zona antistante il campeggio no tav a Ramatz,vengono fermati un compagno ed una compagna di Roma con la scusa di un normale controllo di “polizia stradale” ma le cose non vanno di certo in quel senso.
Appena i militari capiscono che si tratta di due no tav iniziano le provocazioni e le intimidazioni che per lo più si concentrano nei confronti del ragazzo solo perchè sul terminale risulta qualche piccolo precedente per “oltraggio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale”. Questo basta a far saltare i nervi di qualche omino in divisa: Marko viene fermato e scortato fino alla caserma di Susa per ulteriori accertamenti sulla persona e sul veicolo di sua proprietà. Gli viene notificato un verbale di centinaia di euro per la mancata revisione dell’auto…verbale che poteva essere tranquillamente notificato in strada, davanti al posto di blocco!!! Ecco perchè oggi denunciamo pubblicamente l’accaduto e crediamo sia assurdo costringere delle persone ad andare in caserma per un semplice controllo di “polizia stradale” . La realtà è che le forze dell’ordine cercavano l’ennesimo capro espiatorio da aggiungere alla lista dei “non desiderati” in Valle. L’esito della perquisizione ovviamente è negativo ma non basta a calmare gli animi. Nel frattempo un passaparola spontaneo riesce a mobilitare un centinaio di compagne e di compagni che tempestivamente circondano rumorosamente la caserma dei carabinieri. Sono momenti tesi proprio perchè la situazione è diventata insostenibile e lo Stato di Polizia che si è creato non calma di certo gli animi dei compagni e dei residenti, ormai stufi di subire ed abbozzare davanti a questa paradossale situazione.
La determinazione e la solidarietà dei no tav raggiunge l’obiettivo prefissato: Marko viene dopo poco rilasciato e viene anche evitato il sequestro del veicolo. Il presidio solidale si scioglie solo quando i due escono dal portone della Caserma fra gli abbracci e le urla di libertà dei presenti. La complicità e la solidarietà sono le armi che abbiamo ed ancora una volta alla rassegnazione ed all’indifferenza rispondiamo con la determinazione e con le passioni.
In Val di Susa c’è un clima di guerra: è una guerra che si combatte quotidianamente in varie forme e la cosa più importante è che il movimento sta rispondendo colpo su colpo alle intimidazioni senza arretrare di un solo passo. L’esperienza del campeggio di lotta e le innumerevoli iniziative, organizzate e spontanee, sono la prova lampante che il movimento no tav, nonostante tutto, è sempre vivo e combattivo.
La lotta non si arresta!
Piu’ ci reprimete più resistiamo!
ORA E SEMPRE NO TAV!
Libertari e Libertarie SL
ROZZ FEST #5 DISSEST CHAOS HC BENEFIT FEST
rieccoci…..a muso duro e a testa alta come non mai!!!! ancora una volta per ribadire che l’autoproduzione, la cooperazione e l’hardcore son mezzi necessari per liberare spazi, persone ed emozioni. due giorni di musica, di laboratori, di scambi e di sentimenti veri…..SENZA COMPROMESSI!!!
con Sergino….Claudio…..Sal
FUG – palermo
POLPO POLPO – rovereto
SFC – taranto
SHOCK TROOPERS – palermo
THE MEMORY – basso molise
sabato 11
AFFLUENTE – ascoli piceno
HOBOPHOBIC – taranto
CONGEGNO – trento
LOSCO’S BRIGADE – lecce
MALEVERME – grottaglie
free camping, cessi e docce, colazione-pranzo-cena vegan (porta piatto e forchetta), spazio banchetti, spazio writers, laboratorio di serigrafia, mare a pochi km, cani a casa (ce ne sono già molti!!)
concerti start h 21.00
dj set pomeridiano e ballamento selvaggio all night long
MASSERIA FORESTA DIY ZONE CRISPIANO -TA-
da crispiano prendi per martina franca, vai sempre dritto, supera san simone e il cavalcavia, e dopo 500m ci 6!! da taranto invece prendi la ss 172 taranto-martina, prendi l’uscita crispiano – grottaglie, gira a sx e dopo 500m ci 6!!
riceviamo e pubblichiamo un testo di Federico Buono in polemica con il primo comunicato dal carcere di Stefano Fosco.
“Io mi figuro che ogni corpo specifico si sforzi di diventare padrone dell’intero spazio e di espandere la sua forza(la sua volontà di potenza)e di respingere tutto ciò che si oppone alla sua espansione.Ma si scontra continuamente con gli sforzi uguali di altri corpi e finisce con l’accomodarsi(“unificarsi”)con quelli che gli sono abbastanza affini-che poi insieme cospirano per conseguire la potenza.”
“L’interpretazione meccanicistica del mondo”-”Volontà di potenza” F.Nietzsche
Nel testo qua vergato ed esperenziato-io fiero Nichilista rilevo in un dibattito amoraleconseguente all’endemico ruolo portante di chi derime il proprio essere “individuo”-e vado ad approfondire il punto di provocazione egoista nell’inchiesta “Ardire”:
In specifico nel testo uscito a nome del compagno Stefano di Culmine ma allo stesso tempo di quello della compagna Elisa,anche essa facente parte del blog anarchico,in quanto promulgatori di un sillogismo-colpa-non colpevole:difesa tecnica.
Il punto di provocazione egoista si distingue interamente-e per intensità vissuta-da un semplificativo “dìbattito” e conseguente solidarietà-manifesto della non specificazione di scelte singole e rivendicative.
Non specificazione in quanto l’atto determinato nella sola reazione risiede-e insidianell’attenuare il rivendicativo e indefinibile peculiare moto portante singolativo.
Il punto di provocazione egoista diviene il punto di non ritorno:
In nessun modo accetto l’assolutorio ruolo designato dal compagno Stefano di Culmine( e di rimando anche le poche righe della compagna Elisa).
Scrivo a chiare lettere,che nessuno obbliga niente a nessuno-ma io non obbligo me stesso nel retrocedere in un assunto di compendioso concatenamento della relazione colpa-non colpa:difesa tecnica.
Stefano-e di rimando Elisa-si possono muovere a loro modo-ma io nego in una inchiesta in cui sono coinvolto-di seguire le loro “orme”.
Specifico che dalle note emerse nel testo di Stefano-in primis-sembra che lui voglia dichiarare le sue intenzioni-accentrando la sua modulazione espressiva e testuale in maniera proporzionata a quella degli altri indagati.
Altrui indagati di cui fino ad ora sono usciti i testi-oltre al mio “Un infinito Vertice in un Abisso”, quelli dell’affine Maurizio “Il trionfo del genio distruttore”(testo che condivido in maniera totale)il compagno Tomo e la Cospirazione delle cellule di fuoco,che entrambi firmato con lo stesso titolo-”Il Caos e alle porte” il loro testo rivendicativo.
Il punto di provocazione egoista non asseconda nulla che possa porre una sacrale amicizia come presupposto per l’annullamento della propria specificità.
Se si deve scrivere una cosa che si nega e si rifiuta,la si scrive.
Se si deve polemizzare per affrontare il nemico insidioso del “tutto”,lo si farà, fino-a come espresso prima-al punto del non ritorno-responsabilità di assunzione compresa.
Andiamo ad approfondire nell’esaminare lo scritto di Stefano-per rendere chiaro come io in ambito antigiuridico e amorale mi muoverò-scelta affine che hanno anche fatto Maurizio e Tomo.
“l 16 giugno sono stato interrogato dal gip, ma – ovviamente – mi sono avvalso della facoltà di non rispondere. Il passo successivo a livello legale sarà il tribunale del riesame”
La parte iniziale del testo,già denota una collisione antinomica che parte da una scelta nella facoltà di non rispondere e il riesame.
Nello specifico scrivo una breva nota per chiarire che l’uso del diritto qua è espresso a piene facoltà,anche perchè il “non rispondere” è l’ordinario modo di muoversi che l’avvocato scelto usa come espediente per esaminare le carte e muoversi di conseguenza nel preparare una difesa tecnica.
“aticipo solo che lo schema seguito dagli investigatori sembra ripercorrere in pieno i tanti teoremi accusatori degli anni Settanta e Ottanta. La differenza fondamentale è che stavolta al centro dell’attenzione c’è il blog anarchico “Culmine”. Su questo punto, ovvero sulla presunta libertà di contro-informare ai tempi di internet, sarà doverosa una riflessione all’interno del movimento anarchico internazionale”
Quale riflessione e su che punti?
Se la riflessione parte già dallo schematizzare tutto rendendo inoffensivo un blog come Culmine che negli anni aveva tracciato in maniera essenziale in ambito-cosidetto controinformativo( anche se si dovrebbe anche qua specificare che significato ha “informare”)come punto di raccordo dell’anarchia d’azione e di analisi approfondita dello sperimentare oltre ogni linea ufficiale,che sia la fai tradizionale o che sia l’insurrezionalismo.
La “libertà” così espressa racchiude in sé l’ammonimento a chi,se non al potere formale?
Come pretendere-dopo aver scelto un nome come Culmine(e ricordiamo che Severino di Giovanni era essenzialmente antigiuridico e amorale),di chiedere a qualcuno la “libertà”?
Libertà intesa come uso del diritto ad informare anche “contro”?
Il contro presuppone che ci sia magari un unico nemico nello Stato e non nella società umana,con le sue regole di compensazione e di riduzione di ogni vissuto.
Ridurre un agire come quello che promulgava Culmine,nel “lamentarsi” della non libertà nello scrivere o usare la rete per comunicare,è mettersi sempre da una parte,che è quella vittimista,cosa che Il Culmine di Severino di Giovanni e gli altri compagni Individualisti,fino alla loro fucilazione non hanno fatto agendo e praticando la “parola armata”!
Non ho idea di quanto legale sia tale trattamento e, da anarchico, non mi interessa
impugnarlo.
Come “non interessa”? La nota qua espressa diviene un altra volta l’usare l’effetto del significato che si vuole dare in una scelta legale nella sua negazione.
Prima si scrive di “facoltà di non rispondere”,poi si dice “riesame” e infine si nega il diritto e la non impugnazione.
Di nuovo collima in collisione l’antinomia dell’estensore del testo in difesa di un diritto a farsi difendere in un processo tecnico(come polemica si può partire da questo per criticare anche il cosidetto “processo politico”,che nega allo stesso modo ogni attacco..).
Il giorno stesso dei nostri arresti è intervenuta anche il ministro degli interni, stesso copione già visto con l’arresto dei compas cileni coinvolti nel caso “Bombas”, dei compagni greci della “Cospirazione delle cellule di fuoco”, degli arrestati in Bolivia.
Anche su questo, ovvero sulla internazionale della repressione anti-anarchica, bisognerà riflettere
Su cosa bisogna riflettere?
Ancora una volta,le note qua sopra espresse intendono andare in una completa difesa del proprio vissuto facendo paragoni completamente diversi tra di loro,in antitesi:
Come espresso dall’affine Maurizio,si dovrà approfondire sulla difesa del caso “Bombas”,ma ora se andiamo a leggere le carte,mettere tutto assieme,e di nuovo,annullare ogni differenza peculiare e di scelte,mettendo tutta sotto l’ala protettrice dell’anarchismo dal linguaggio rivoluzionario stereotipato.
Il compagno Stefano come fa a scrivere dell’internazionale repressiva,come se le scelte siano uguali per tutti,lui che si dichiara individualista?
I compagni della Cospirazione delle cellule di fuoco vanno a ribadire il loro antigiuridismo e non hanno a che fare in nessuna maniera con il caso “Bombas”
Perchè allora fare una comparazione simile?
Annuncio che, appena dopo il riesame, inizierò a preparare la mia difesa tecnica con la quale smentirò, punto per punto, le tante menzogne diffuse in questi giorni. I compagni anarchici che mi conoscono da decenni sanno bene che non sono così sprovveduto, come vorrebbero far credere.
Le parole espresse prima vengono completamente ribaltate in uno schizofrenico quanto normale antecedere verso una completa rimozione delle note e dei testi espressi su Culmine/Iconoclasta:
cosa significa in parole povere( la parola ora diviene vuota)scrivere di “menzogne”?
Il significato che sembra voglia dargli il compagno Stefano,è quello nell’esprimere il proprio rifiuto nell’avere qualunque attinenza e affinità con gli attentati della F.A.I. Informale,e prendo spunto per scrivere:si legge solo con qualche sottile differenza le parole di Stefano con quelle delle storiche (in senso ferme in maniera temporale)affermazioni della defunta (esiste in funzione del cadavere di Malatesta) note della fai tradizionale.
Per essere ancora una volta specifico,le differenze ci sono-perchè fino a prima dell’arresto Culmine e Iconoclasta affrontava gli eventi-approfondendo in maniera specifica le svariate sperimentazioni in ambito anarchico-ma con le note soprastanti si riduce tutto allo svuotamento completo di un radicale conflitto con la società umana.
Affermare “menzogna” vuole esprimere a chiare lettere “io non appoggio determinati attentati”!
Ma allora chiedo in sostanza,quali sono le differenze defunti faisti malatestiani?
Per preparare la mia difesa tecnica – si badi bene, senza accettare nessun interrogatorio da parte della giustizia – ho bisogno di un grande aiuto da parte del movimento anarchico, italiano e non solo. In pratica, devo ricostruire con documenti, comunicati, articoli e libri la storia dell’anarchismo d’azione degli ultimi decenni. Di volta in volta segnalerò i materiali dei quali avrò bisogno. Ovviamente mi auguro che qualche compagno smanettone salvi tutto il data-base di Culmine, con una particolare attenzione alla cronologia dei post pubblicati. Più copie saranno salvate e meglio sarà. (Occhio, quando consultate Culmine evitate di fare commenti a voce alta, potreste essere arrestati).
Il punto di polemica egoista arriva ad affondare,dove gli altri per “paura” morale,si fermano: Caro compagno Stefano-e si badi bene anche a chi accetta la difesa legale -come si può andare a scrivere “nessun interrogatorio”,se si sa chiaramente che l’avvocato parlerà a nome di chi lo
sceglie- e poco cambia essere o non essere interrogati?
Qua si deve-come sopra-dire le cose come stanno,e che di solito in ambito processuale non escono mai:
L’avvocato-oltre a essere amico di giudici e pm-usa il suo mestiere per fare sia i propri interessi-i clienti di solito pagano-e congiuntamente per andare avanti nella carrieraderimono ogni peculiarità del proprio assistito per salvarlo con una serie di mirabolanti contorsioni linguistiche atte al configurare la persona difesa come una vittima.
Caro compagno Stefano,ma su Culmine Iconoclasta non si specificava chiaramente la totale contrapposizione tra un certo tipo di anarchismo(quello individualista-nichilista-egoista e d’attacco)e quello del movimento?
Adesso in conformazione della difesa legale,si è diventati “tutti il movimento”?
Per chi come me Fiero Nichilista l’anarchismo d’azione è una parte viva di me stesso con il L’Ego che eiacula spasmodicamente per ogni attentato che si afferma in un mondo “vero” e statico,leggere delle note in cui ci si fa difendere in maniera tecnica e poi si vuole la “ricostruzione” delle azioni degli ultimi decenni,mi fa pensare intensamente?
Da individualista quale sono, ho sempre trovato affascinante il percorso dell’antigiuridismo anarchico, e sulle mie spalle di pregiudicato ho una condanna per “Oltraggio all’onore e al prestigio del corpo giudiziario”, ma credo che tale percorso abbia dei limiti, soprattutto quando ci si trova dinanzi a un teorema accusatorio pieno di menzogne, manipolazioni e clamorosi errori di traduzione.
Le ultime note riportate sono quelle che mi riguardano da più vicino in quanto fautore insieme all’affine Maurizio di un serio approfondimento di non facile conclusione sull’antigiuridismo sia sul piano congiunto del praticare la teoria e teorizzare la pratica-sia con la Cerbero Edizioni-VerticeAbisso-affiancati ora da Tomo,che ha scelto di non farsi difendere nell’inchiesta “Ardire”.
Il compagno Stefano qua si cala nei panni dell’assolutista conclamato nella riduzione a due righe di una scelta antigiuridica.
Come poter non rabbrividire nelle note scritte dalla compagna Olga in ambito di rifiuto del diritto e poi leggere queste due righe,atte-come sopra al “tutto” omologante degli anarchici giuridici?
Le “menzogne” di cui si scrive,le manipolazioni di cui si pensa,e gli errori di traduzione(anche questo adesso..),sono oltrepassando l’atto tecnica della difesa,la completa rimozione di ogni rivendicazione di attinenza e affinità con un percorsi informali e distruttivi che in questi anni sono andati a segno andando ad annientare per un istante di follia la pace sociale,voluta anche da chi come il compagno Stefano si pone come mediatore delle parti,andando a chiedereatutt il movimento anarchico-la ricostruzione delle azioni-di cui io estensore del testo provocatorioposso percepire in me stesso come una sorta di compensazione dei testi marchiati con il sangue su Culmine Iconoclasta.
Per chi convinto assertore della difesa giuridica-si muoverà in tal senso,io fiero Nichilista non aspetterò che il plotone a salve mi venga davanti,e andrò all’attacco con chi sceglierà-a suo modo-di negare ogni diritto e dovere morale!
Federico Buono