Repressione Torino – Iniziative e azioni solidali con arrestati/e e indagati/e

Iniziative solidali dopo gli arresti di Torino


ROMA – 3 giugno

Circa 300 compagne e compagni hanno solidarizzato con gli/le attivisti/e colpiti/e  dalla repressione a Torino.
Un corteo selvaggio e chiassoso ha bloccato per qualche ora una parte del quadrante est di Roma.
Da Torino a Roma nessuno arretra!
Complici e solidali
(A)
Liber* tutt* 

  



MILANO – 3 giugno

Nel tardo pomeriggio, per un paio d’ore, una sessantina di solidali ha improvvisato un presidio in Piazzale Cadorna, di fronte alla stazione FS, con interventi al microfono, volantinaggio e stricioni quali “La lotta per la casa non si tocca” – “Solidarietà per i ragazzi e le ragazze di Torino” – “da Torino a Roma le case si occupano e si difendono“.  



TORINO – 3 giugno

Dopo l’assemblea indetta all’Asilo Occupato, un corteo spontaneo parte per le vie del quartiere: scritte solidali, banche imbrattate, qualche bancomat reso inagibile.

segue da macerie:

Nella città sabauda, dopo un’assemblea molto partecipata all’Asilo Occupato, si decide di partire in corteo per le vie di Aurora. Sotto una pioggia battente, circa un centinaio di persone hanno intonato cori per la liberazione dei tanti arrestati. Dalle finestre, dai bar, ai lati delle strade, gli abitanti della zona hanno mostrato la loro solidarietà, tutti d’accordo nel gridare che gli unici stranieri sono gli sbirri nei nostri quartieri. D’altro canto tutti, in quartiere, sanno cosa vuol dire avere uno sfratto, e molti di loro hanno imparato a non viverlo come una disgrazia personale, ma a resistere insieme, proroga dopo proroga, e sanno cosa vuol dire vivere sotto il ricatto di un permesso di soggiorno che tante volte non c’è, con la minaccia costante di un controllo di polizia.

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[Roma] Albe di Cartone al Tramonto di un’Era di Plastica: proiezioni alla Biblioteca L’Idea

BIBLIOTECA L’IDEA

Caca ad arte che ConCinema
Rassegna settimanale del Martedì
Matinée ore 11  e pranzo vegan
Replica ore 21,30

GIUGNO 2014
ALBE DI CARTONE AL TRAMONTO DI UN’ERA DI PLASTICA


3/6  I FRATELLI DINAMITE Nino Pagot – 1949 – 87’

Libri e periodici – dissetamenti vari – tisane pomeridiane – cena vegan a sottoscrizione

Allo Spigolo della Biblioteca Anarchica l’Idea
tra Via Braccio da Montone e Via Fanfulla da Lodi  al Pigneto

La biblioteca è aperta ogni martedì e venerdì dalle 17.00 in Via Braccio da Montone 71a

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Torino – Operazione repressiva: misure cautelari e sbirri dentro Asilo Occupato e via Lanino [AGGIORNATO]

Dalle prime ore della mattina di oggi, 3 giugno 2014, è scattata un’operazione repressiva orchestrata dalla pm Pedrotta e dal pm “frammassone” Rinaudo, contro diverse realtà conflittuali anarchiche. Per ora le notizie sono frammentarie, ma sarebbero in corso 25 perquisizioni a Torino e in Piemonte, tra cui quelle dell’Asilo Occupato e dell’occupazione abitativa di via Lanino, oltre alla notifica e all’esecuzione di diverse misure cautelari: 11 in carcere, 6 ai domiciliari, 4 obblighi di dimora, 4 divieti di dimora, 4 obblighi di firma. Vi sarebbero complessivamente 111 indagati e i reati contestati vanno dalla “devastazione e saccheggio” al “vilipendio alla nazione”, passando per “invito all’insurrezione armata contro lo Stato”, “sequestro di persona”, “danneggiamento”, “resistenza a pubblico ufficiale” e “occupazione di edifici”; la scelta strategica degli inquisitori non prevede l’utilizzo di strumenti quali i reati associativi, bensì il “concorso” nella commissione dei suddetti reati.

Fondamentalmente un’inchiesta imbastita con la pretesa di compiacere i grandi poteri della città: palazzinari, banchieri, cementificatori e Partito Democratico, che notoriamente a Torino si sovrappongono e si miscelano senza soluzione di continuità.

Le accuse mosse contro compagne e compagni riguarderebbero principalmente le pratiche di resistenza agli sfratti (dai picchetti all’occupazione della sede degli ufficiali giudiziari), i cortei spontanei e gli attacchi alle sedi del Pd degli ultimi mesi, nel tentativo di sedare a colpi di misure cautelari chi, in diversi quartieri cittadini, sta promuovendo l’autorganizzazione di sfruttati e sfrattati nella riappropriazione di spazi abitativi, nella lotta contro la gentrification, contro la speculazione edilizia e contro i soggetti politici e finanziari che saccheggiano ovunque le nostre esistenze.

Aggiornamento: dopo ore di resistenza sul tetto gli sbirri lasciano l’Asilo Occupato. 
L’invito è quello di passare in via Alessandria 12 per contribuire a sistemare la devastazione lasciata dai servi in divisa.

ASSEMBLEA APERTA ALLE 17.30 ALL’ASILO OCCUPATO – a seguire cena benefit arrestati e indagati 

[AGGIORNAMENTI del 4-6]

Per scrivere agli arrestati:

Daniele Altoè C.C. Piazza Don Soria, 37 – 15121 Alessandria (NON E’ AL SAN MICHELE)
Andrea Ventrella C.C. Via Port’Aurea, 57 – 48121 Ravenna
Paolo Milan C.C. Brissogne, Loc. Les Iles, 14 – 11020 Aosta
Toshiyuki Hosokawa C.C. Brissogne, Loc. Les Iles, 14 – 11020 Aosta
Giuseppe De Salvatore C.C. Via dei Tigli 14 – 13900 Biella
Francesco Di Berardo C.C. Via Roncata 75 – 12100 Cuneo
Nicolò Angelino C.C. via Maria Adelaide Aglietta 35 – 10151 Torino
Marianna Valenti – C.C. via del Rollone 19 – 13100 Vercelli
Fabio Milan – C.C. via del Rollone 19 – 13100 Vercelli
Michele Garau – Strada Quarto inferiore 266 – Loc. Quarto Inferiore – 14030 

Nicco,
Chiara, Claudio, prigionieri No Tav raggiunti da nuove misure
cautelari, rimangono nelle galere in cui erano precedentemente detenuti:


Claudio Alberto C.C. Via Arginone 327 – 44122 Ferrara
Niccolò Blasi C.C. Via Casale San Michele 50 – 15100 Alessandria
Chiara Zenobi C.C. Via Bartolo Longo 92 – 00156 Roma

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Roma – Compagno anarchico avvicinato dai servizi segreti e successivamente minacciato con pistola

riceviamo e diffondiamo:

Roma, servizi indiscreti.

Ieri, 20/5/2014, poco prima delle 13, appena uscito dal lavoro e dopo aver messo in moto la vespa per tornare a casa sono stato avvicinato da una donna. Credevo volesse qualche informazione stradale invece chiamandomi per nome e cognome si presenta con un po’ di imbarazzo per una funzionaria dei servizi segreti. Mi chiede cortesemente di ascoltarla solo due minuti al fine di una proposta lavorativa… declino e rimando, senza darle modo di aggiungere altro, la proposta al mittente in modo meno garbato di lei; appena partito urlando ha ripetuto di farle il piacere di ascoltarla, pronunciando il nome di un compagno che frequento e dicendo che costui già forniva loro dei piaceri… a proposito di ciò, approfitto anche in questa sede per rinnovare tutta la mia stima, affetto, fiducia e solidarietà alla persona tacciata di questa infamia. 

Niente di nuovo, ovvio, se non fosse che a pochi isolati da casa mentre mi fermo al semaforo rosso, mi si accosta uno scooter con 2 ragazzi a bordo, casco ed occhialoni da sole indossati, mi puntano una pistola sotto l’ascella e premono il grilletto più volte, ovviamente il ferro era scarico sennò non starei qui, praticamente una manciata di secondi dopo, ripartono facendo inversione, non prima di assicurarmi che la prossima volta la pistola sarebbe stata carica. Confermo che non ho intenzione di sparire dalla circolazione, non ho viaggi in programma e non mi sfiora l’idea di un suicidio. Scrivo per mia tutela e per conoscenza dei compagni confermando il mio anarchismo determinato ed intransigente. Adesso, per onestà, non necessariamente deve esserci un nesso tra i due episodi, il tipo col ferro non ha accennato nient’altro oltre a quello che già  ho scritto, rassicuro che non ho problemi con nessuno, di nessuna natura, qualche ovvia antipatia ma impossibile pensare che questa possa trasformarsi in una minaccia armata. Quindi o le cose sono collegate oppure dei tipi qualsiasi mi hanno scambiato per qualcun’altro…

Questo, in modo sintetico ciò che è successo, sarebbe da ragionare e discutere molto su queste ed altre dinamiche degli apparati repressivi, nel frattempo la logica consiglia che ove e quando simili episodi si verificassero di far circolare il più possibile tali nefandezze tra i compagni.

La salute sia in voi…

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Prigionieri – Verso il processo del 26 maggio contro Gianluca e Adriano

riceviamo e diffondiamo:

Si muove la solidarietà nei confronti di Gianluca ed Adriano, in vista della prima udienza del 26 Maggio a Roma.
Di sotto il volantino che lancia l’appuntamento dinanzi la Corte d’Assise ed in allegato le cartoline che ha disegnato Gianluca in carcere.

Per riceverne copie si può scrivere a evasioni@canaglie.org, indicando nell’oggetto “Cartoline per Gianluca ed Adriano”.

Per scrivere ai compagni:

Adriano Antonacci

CC di Ferrara
Via Arginone 327
44122

Gianluca Iacovacci
Via Casale 50/A
15122 San Michele (AL)





Verso il processo del 26 Maggio a Roma contro Gianluca ed Adriano

Gianluca ed Adriano, ragazzi dei Castelli Romani, anarchici, vengono arrestati il 19 Settembre dell’anno scorso.

Un’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo del pool antiterrorismo e dal generale Mario Parente comandante dei Ros, li ha ritenuti gli artefici di una serie di danneggiamenti di varia natura avvenuti nella provincia di Roma: si tratta di tredici sabotaggi compiuti nei confronti di alcune banche, di una pellicceria, di sedi distaccate di Eni ed Enel e della discarica di Roncigliano.

Vengono fatte pesare su di loro le accuse di associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, oltre quelle di incendio, furto aggravato in concorso, deturpamento e imbrattamento di cose altrui.
Dal giorno del loro arresto, per Gianluca ed Adriano, c’è stato solo il carcere in regime di isolamento: il primo ad Alessandria ed il secondo a Ferrara, all’interno di quelle sezioni speciali dove vengono reclusi uomini e donne la cui prima colpa a loro attribuita è il pensiero di cui sono portatori.

Nell’udienza preliminare che si è svolta il 26 Marzo scorso Gianluca ed Adriano sono stati rinviati a giudizio; in quella stessa sede il GUP D’Alessandro si è assunta la responsabilità di disporre che gli imputati debbano partecipare alle udienze tramite videoconferenza: la decisione sarebbe motivata da una circolare del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria che prevede l’utilizzo di questo strumento come misura di contenzione dei detenuti “più pericolosi”, adottata in seguito all’evasione di Domenico Cutrì, avvenuta nel corso di un trasferimento giudiziario. Nella realtà l’attuazione dei processi per video conferenza accresce la condizione di isolamento, demonizzando e disumanizzando ancor di più i prigionieri a cui si sta cominciando ad applicare.

Il 26 Maggio presso la Corte d’Assise di Roma si svolgerà la prima udienza con rito abbreviato ed il Pm presenterà la richiesta di condanna.

Esprimiamo con forza la nostra solidarietà e vicinanza a Gianluca ed Adriano, consapevoli che la vicenda che li riguarda è parte di tutte/i coloro che mettono in gioco sé stessi, per esprimere e praticare le proprie idee di libertà ed uguaglianza, senza distinzioni, nel rispetto delle diversità di ogni vita.

Anche quel giorno Gianluca ed Adriano non saranno soli.

26 Maggio, Corte d’Assise di Roma, a fianco di Gianluca ed Adriano.

Compagni e compagne di Roma

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L’unico verdetto è vendicarsi

Dopo un mese di fermo, vogliamo riprendere le pubblicazioni con questa riflessione inviataci da Fausto Ricchi, compagno detenuto agli arresti domiciliari con l’accusa di tentata rapina della pistola di un agente di polizia, ribadendo la nostra totale avversione all’autorità costituita e a tutte le forme di restrizione delle libertà individuali.

Fuoco alle carceri!

Velen(A) 

L’UNICO VERDETTO È VENDICARSI – V

La solidarietà sembra diventata una parola svuotata, predicata da persone ostentanti la libertà individuale al seguito della predicazione di un’idea, quella anarchica. Un movimento attaccato alla flebo della povertà d’animo in cui la macchina sociale l’ha prodotto e rinchiuso.

Questa considerazione verrà più facilmente colta da chi con quella società non ha più niente a che fare perchè non vuole averci niente a che fare. Naturalmente non voglio discutere della sussistenza e della sopravvivenza in cui ogni essere vivente deve districarsi perchè i maghi e i preti delle parole ne farebbero avido bottino per le loro speculazioni sociali sottraendosi a un confronto diretto e sincero con le loro paure che ben si nascondono dietro lo spettro della massa popolare e che di conseguenza precludono ogni sviluppo di prospettive successive al superamento delle sudette.

Quando poi questa pietosa solidarietà implode nel totale fallimento con la pretesa di avere uno status sociale in quanto si crede di svolgere un lavoro importante e rilevante, i piagnistei si sprecano e la frustrazione dilaga. Basta guardare bene poi per capire che più che una torre d’avorio con cui porsi come avanguardia assomiglia solamente ad un castello di stuzzicadenti.

Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

La solidarietà non può essere che una vendetta perchè significa un legame fra due o più individui, un legame che se viene spezzato genera un’esplosione e non un’implosione nella paura del crollo del nostro castello, perchè il castello non ha alcun significato se non quello che gli attribuiamo noi individualmente come facciamo con un’autorità esterna.

Sono accusato della tentata rapina della pistola di un agente di polizia. Episodio per la quale dal 17 ottobre 2013 sono detenuto agli arresti domiciliari nel modenese. Per quanto stia vivendo questa prigionia non so affermare cosa sia peggio fra la repressione e la delusione amplificata da fattori tanto semplici quanto subdoli come lo sfiatamento dei rapporti d’affinità, successivo alla frattura tra i percorsi di lotta seguiti insieme ad altri/e compagni/e prima e l’arresto in seguito, creando una spaccatura netta fra ciò che si considera mero sostegno e solidarietà rivoluzionaria.

Io non voglio questa millantata solidarietà (ricevuta o mancata che sia), oggi più che mai, diventata parvenza del cancro dell’intero movimento anarchico. Ciò che voglio sono compagni a cui il mio pensiero si rimanda, nel tempo scandito di tanto in tanto dalle loro azioni che mi raggiungono e mi fanno stringere i pugni. Sperando poi di poter ricambiare un giorno o l’altro. Sapendo che non importa la distanza, sai di poter affidare quel pensiero di rivalsa a tutti/e i/le più probabili e improbabili compagni/e là fuori.

Ciò che voglio sono quelle “strane creature”, infinitamente diverse fra loro ma che considero egualmente fratelli e sorelle in questa guerra, le cui diversità non sono difetti ma peculiarità. In tempi più sereni il riso e lo scherzo segnavano i primi passi della via giusta, ma altrettanto ci si riconosce con quelle stesse creature a combattere insieme nel buio e nell’ombra.

Ciò che voglio sono quelle “strane creature”, ognuna con le proprie possibilità e ognuna coi propri ritmi, dettati dalle inifinite connotazioni personali e dagli infiniti fattori psicologici, fisici e momentanei. Ritrovandosi poi nei momenti pericolosi in cui escono le persone per come sono veramente, e dimostrare al nostro nemico che non potrà mai isolare coloro che costantemente cerca di reprimere e dividere.

Io voglio tutto, dichiarando guerra contro ciò che distrugge la vita e tutti coloro che sostengono qualsiasi muro di una prigione, precludendo conflitti. Solo tentando di estendere dappertutto lo stato di conflittualità permanente possiamo trovare la liberazione che cerchiamo.

Liberazione dal dominio del cemento e dalla legge del denaro.

Se questo non è il senso del risultato che bisogna ottenere, mi domando cosa vuole dire distruggere un palazzo; mi domando cosa vuole dire far esplodere un bancomat; mi domando cosa vogliano dire tutti gli ammassi teorici di parole che si continuano impassibilmente ad accumulare, in attesa di chissà quale propizio utilizzo o momento migliore in cui sfoderarle.

Dare fuoco a tutte le prigioni,

così come incendiare tutte le parole pensate e non dette;

così come incendiare noi stessi di passione.

LA MIGLIORE DIFESA È L’ATTACCO!

/Fausto Ricchi “Aksl”

 

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[Acilia – Roma] Tattoo Circus benefit prigionieri/e all’Ateneo Occupato


TATTOO CIRCUS
ROMA
2-3-4 MAGGIO 2014


“…neanche la macchinetta per tagliare i capelli è consentita a Regina Coeli. Tutto ciò con la scusa che modifichiamo tutto per fare i tatuaggi…come se bastasse a distogliere dalla volontà, o necessità a volte di imprimersi un nome sulla pelle…l’unico risultato sono tanti tattoo sbilenchi e tante teste rasate a zero e graffiate dalle lamette…Complici e solidali di ogni uomo che alza la testa.”

           da una Lettera di Enrico Cortese dal carcere di Rebibbia

La Tattoo Circus è un’ iniziativa che nasce a Roma nel 2007 con la collaborazione di alcuni spazi occupati della città su tematiche anticarcerarie. Riportando il tatuaggio tradizionale occidentale alle sue origini galeotte e di strada abbiamo pensato che sarebbe stato bello creare un raduno di tatuator@, pierciers e artist@ vari che, attraverso la loro arte, avessero voglia di sostenere concretamente i detenut@ e allo stesso tempo supportare una critica radicale del carcere e della società che lo produce. È un’iniziativa che, negli anni, è stata ospitata in innumerevoli spazi occupati (anche oltre confine) ed ha intrapreso la via itinerante da subito,  poiché in molt@ hanno trovato interessante questo esperimento di convergenza fra modificazioni del corpo, spettacoli circensi, musicali e momenti di informazione e riflessione su tematiche di controllo, dominio e repressione, pratiche di sostegno attivo ai detenuti come i presidi sotto le carceri.

Quest’anno l’ateneo occupato tornerà ad ospitare l’edizione romana 2014 della Circus, il 2, 3 e  4 Maggio. Durante la tre giorni:
La “pain room” non stop, dalle 11 della mattina alle 20 della sera,con una ventina di artisti arrivat@ da tutta Italia e poi teatro ,musica, performance ,proiezioni video, momenti di informazione e riflessione, cibarie vegane, distro anarchiche…
La domenica mattina si andrà insieme a portare un saluto al carcere di Regina Coeli.
Inoltre il venerdi 2 alle 17 ci sarà un’assemblea aperta a tutte le individualità e gruppi libertari/e che potranno portare liberamente il proprio contributo su e contro il carcere.

Saranno anche allestite mostre ed esposto materiale informativo inerente il business carcerario, sulle mobilitazioni che dal Settembre 2013 stanno attraversando le carceri e sui CIE. Ci sarà anche un workshop sulla costruzione di  macchinette artigianali come quelle che si autocostruiscono “dentro”, con quel poco che si ha a disposizione e con tanta fantasia.
Tutto il ricavato della Circus sarà destinato ai detenut@ che per noi non si differenziano in politici e comuni, perchè non ci piace etichettare nessuno,  tantomeno chi è costrett@ dietro quelle sbarre. Il carcere è solo l’ultimo infame strumento della macchina repressiva che oggi non risparmia nessuno, sia chi porta avanti percorsi di lotta, sia di tutti gli individui che vedono restringersi giorno dopo giorno ogni minimo spazio di libertà.

Quest’anno abbiamo richiesto la partecipazione attiva ai detenuti e alle detenute con i quali abbiamo già delle relazioni, per sentirli/e parte attiva nella realizzazione di questo evento: abbiamo chiesto di inviarci contributi scritti che verranno letti durante le giornate e opere grafiche che saranno messe all’asta benefit insieme alle tavole dei tatuator@ nella serata del sabato 3 a ZK squatt.

Questa collaborazione tra diverse realtà cerca di ampliare le forme di dissenso e di lotta, battendo mille e diversi sentieri. Pensiamo che la rivolta, dentro come fuori, sia necessaria alla sovversione di questo sistema che ci ingabbia in ogni aspetto della nostra esistenza.
Non rimane altro che alzare la testa, armare la nostra fantasia, e attaccare il carcere e i suoi ingranaggi.

Dentro o fuori, sempre complici, sempre solidali !


Assemblea romana tattoo circus 2014

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Appello per giornate di solidarietà [16 – 22 maggio 2014]

riceviamo e pubblichiamo:

manifestosolidarieta

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[Roma] Giornata di rianimazione primaverile a Torre Maura

rianima2014web

 

Domenica 27 aprile 2014 ore 11
Giornata di rianimazione primaverile vegan godereccia
per rivoltifioritura antiurbanistica
In condivisione autogestita contro ruoli, deleghe, e logiche di profitto
IL DONARE RIGETTA IL DENARO!

Pranzo con barbecue:
ognuno porti il vegetale che gli va di grigliare e da bere quel che vuol far assaggiare
Ristoro all’Hostaria de Porta e Pja senza oste né clienti
Gran bazar der raccatto cambio de staggione prendi ciò di cui hai bisogno lascia qual che non usi

Diffusione di piante e semi non mercificati
Tramandi erborei
Costruzione di forno in argilla

Alla riconquista della propria autonomia
In aria acqua fuoco terra….rivitalizzazione avversa al tecnoannichilimento
Idee in libera propulsione …nel rammentare che…il godimento dipende anche da te!

TORRE MAURA OCCUPATA
Via delle Averle 10 – Bus 105-312-556 Tranvetto Roma Giardinetti

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Prigionieri – Per l’anarchia selvaggia! In solidarietà a Gianluca e Adriano

riceviamo e diffondiamo:

Per l’anarchia selvaggia! In solidarietà a Gianluca e Adriano

“Da prigioniero non smetto di sognare né d’immaginare un mondo libero dalla violenza autoritaria, e dai binomi oppressi-oppressori, sfruttati-sfruttatori. Libero da freni morali e sociali regolatori-inibitori di appetiti e delimitatori di orizzonti. Un mondo libero da ogni gabbia…
…vergogna dell’umanità. Un mondo dove l’umana arroganza venga messa da parte per una simbiotica ed empatica coesistenza con i viventi tutti, nel rispetto dei naturali equilibri e dove la ricerca della libertà individuale sia l’unico percorso da tracciare per una reale e collettiva autodeterminazione.”

[da una lettera di Adriano]

Da settembre 2013 due anarchici di Albano Laziale e Frascati (Roma) si trovano rinchiusi nelle sezioni di alta sicurezza dei carceri di Ferrara ed Alessandria, insieme ad altri prigionieri anarchici e rivoluzionari. L’accusa di associazione sovversiva con finalità di terrorismo, che li vedrà andare a processo il prossimo 26 maggio, fa riferimento a 13 attacchi incendiari e sabotaggi contro diverse banche, una sede dell’ENEL, un distributore di benzina ENI, il cantiere di una discarica e altre aziende responsabili di devastazione ecologica e sfruttamento animale.

In una lettera pubblicata a gennaio 2014 sul giornale anarchico La Miccia, Gianluca si assume la responsabilità di alcune delle azioni di cui è accusato:

“Le azioni a cui si riferiscono nello specifico, che non eseguono nessun “programma”, sono state messe in pratica da me e dichiarate con comunicati FRONTE RIVOLUZIONARIO INTERNAZIONALE – FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE / Individualità Sovversive Anticivilizzazione e sanno bene, grazie alle loro amate telecamere, che sono state eseguite da una sola persona, cioè io, in risposta alla devastazione, per logiche di profitto, del Pianeta e delle terre in cui vivo e in Solidarietà con i ribelli in conflitto con l’esistente.
Il GPS, e altre diavolerie, che gentilmente i militari hanno installato su un’auto da me in uso da un paio di anni, mi collegherebbero, in modo indiziario o più, ad altre azioni dirette e sabotaggi. (…) Per non intaccare la mia integrità, il coraggio e il sacrificio non mi piego al “colpevole-innocente”, è veramente troppo. Che siano trenta o cento azioni poco importa, vorrà dire che in Italia sono mille e nel mondo diecimila!
Comunque è ridicolo e banalmente sminuitivo discuterne dei fatti, sarebbe come annullare la visione reale di conflitto e Resistenza, e riconoscere la logica democratica del “gioco finito male” o dei buoni contro cattivi.”

Nei confronti di Gianluca e Adriano è stata scarsa la solidarietà espressa fino ad ora da parte del movimento anarchico, forse perchè non si tratta di compagni già conosciuti ai più o attivi nelle lotte sociali che vanno per la maggiore. Questo dovrebbe farci riflettere, poiché il fatto che degli anarchici decidano di vivere e mettere in pratica le proprie idee secondo percorsi individuali o al di fuori di una logica di “movimento” non significa che la loro tensione sia meno forte o che i nostri sguardi non siano puntati verso gli stessi orizzonti.

Dagli scritti e dai testi che Gianluca e Adriano hanno fatto uscire dalle loro celle, riconosciamo degli spiriti affini, refrattari ad ogni autorità, e in guerra contro la mega-macchina della civilizzazione, quell’insieme di apparati tecnologici e politici responsabili dell’addomesticamento e dello sfruttamento di esseri umani e animali, nonché della devastazione del pianeta.

Tra le righe delle loro lettere traspaiono la determinazione, il coraggio e la sensibilità di due compagni che, nonostante la privazione della libertà a cui sono sottoposti, non hanno alcuna intenzione di abbassare la testa, ma che anzi continuano a testa alta a rivendicare le loro idee e la loro lotta per la liberazione totale, contro la società tecnologica alienata e contro ogni forma di dominio.

Da più di sei mesi sono rinchiusi lontano dai loro affetti e, come animali in cattività, privati della possibilità di sentire il sole sulla pelle, l’erba sotto i piedi, il vento sul viso, l’arrivo della primavera.

Come se non bastasse, burocrati senza volto rappresentanti del potere hanno deciso di privarli anche della possibilità di sentire il calore di persone solidali al loro processo, visto che nei loro confronti è stato predisposto il processo per videoconferenza. Resteranno quindi rinchiusi nelle loro celle mentre p.m. e giudici, a centinaia di chilometri di distanza, decideranno se e quanti anni dovranno restare ancora tra quelle mura, comunicandoglielo attraverso degli schermi.

La tecnologia ancora una volta conferma il suo essere al servizio completo del potere, di chi non si fa scrupoli a utilizzare qualunque mezzo per cercare di schiacciare la ribellione, la solidarietà tra affini, la personalità stessa di chi è anarchico e quindi ostile al loro sistema di morte… senza peraltro riuscirci, scatenando anzi una rabbia ancora più grande.

E’ ora di portare avanti la lotta, anche per Gianluca e Adriano.

“Hanno trasformato questo Mondo in una torta da spartirsi tra risorse energetiche e frontiere di Stato.
Ci negano ogni giorno una Vita che valga la pena di essere vissuta.
Ma è ad ogni attacco e azione diretta che ce la riprendiamo e ne viviamo a pieno forza e Amore.
Farò tutto il possibile, anche l’impossibile dei sogni, con ogni mezzo necessario.
Sarà una Resistenza e lotta all’ultimo respiro ovunque un vivente sarà rinchiuso, ovunque ci sarà autorità o un mostro di nocività del progresso.
Questa non è una promessa da mantenere,
la mia è una dichiarazione di guerra.

PER L’ANARCHIA SELVAGGIA”

[da una lettera di Gianluca]
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