No Tav – Straccetti di benzina, stracci politici e delazione

riceviamo e diffondiamo:

Straccetti di benzina, stracci politici e delazione

Non essendo particolarmente internettari, abbiamo letto diversi giorni dopo la loro pubblicazione l’articolo redazionale I burabacio uscito sul sito notav.info e il comunicato, pubblicato sullo stesso sito, del magistrato Imposimato a proposito dei recenti sabotaggi avvenuti contro l’Alta Velocità in Italia. Mentre stavamo ragionando di scrivere una critica ai contenuti del primo articolo e al fatto stesso di pubblicare una presa di posizione su cosa fanno o non fanno i no tav da parte di un magistrato (e nemmemo uno qualsiasi, bensì un PM responsabile di aver seppellito sotto anni di galere decine di rivoluzionari), abbiamo saputo che la prima versione de I burabacio(prontamente sostituita, senza dirlo, cercando in tal modo di cancellare le tracce) era ben peggiore. Ci sarebbe piaciuto che le nostre critiche circolassero anche in Valsusa in modo diretto (a voce e su carta), poco interessati come siamo ai “dibattiti” virtuali tra militanti e componenti politiche. Ma la faccenda è così grave da spingerci alla forma-tempo del comunicato in internet, con tutti i suoi limiti.

Nella prima versione de I burabacio, la redazione di notav.info indica i redattori del sito finimondo.org come coloro che “fino a qualche annetto fa usavano i loro petardoni postali che qualche rintocco facevano, ora usano qualche straccetto di benzina inneggiando alla rabbia generale…” (la seconda versione diventa “andavano in estasi per i petardoni postali … e ora per qualche straccetto di benzina …”).

Indicare pubblicamente degli individui quali autori di determinati reati è, a casa nostra, delazione, pratica indegna per chiunque si consideri rivoluzionario o anche solo genericamente “compagno”. Quando si criticano (o si dileggiano) delle pratiche di azione diretta, c’è la polemica, anche dura, anche aspra. Quando si afferma che Tizio o Caio hanno compiuto questo o quel sabotaggio, si fa qualcosa che è semplicemente inaccettabile. “Delazione” non è parola che usiamo alla leggera, ma con quel peso e con quella precisione che scavano fossati tra chi accetta e chi rifiuta un tale modo di fare.

E siccome in queste faccende la precisione è fondamentale, va detto che di quell’articolo sono responsabili i redattori di notav.info (cioè alcuni militanti del centro sociale Askatasuna e del comitato di lotta popolare di Bussoleno), certo non un generico e inesistente “Signor Movimento No Tav”. Ci sono decine e decine di compagni (e non) che nella lotta valsusina contro il TAV hanno messo idee, impegno e cuore, che non si sono mai dissociati da alcuna pratica di attacco al potere e che non hanno mai indicato nessuno – né direttamente né indirettamente – alla polizia.

Detto ciò, e con la consapevolezza che una simile questione non si affronta attraverso un semplice, ancorché doveroso, comunicato, vogliamo aggiungere qualcosa sulle saccenti e sprezzanti parole con cui i redattori di no tav.info parlano dei “fan di due cavi bruciati” o “qualche straccetto imbevuto di benzina”, loro che sanno, dall’alto della loro scienza, che “il sabotaggio è una pratica seria”.

I sabotaggi di dicembre (come vari altri che li hanno preceduti) hanno dimostrato che l’Alta Velcità è un gigante dai piedi di argilla, che può essere bloccato, danneggiato, sabotato anche con mezzi alla portata di chiunque. Proprio come molte delle azioni che sono avvenute in Valsusa. Questo difendere o condannare la benzina (cos’hanno usato i compagni che si sono rivendicati l’attacco al cantiere di Chiomonte? Le bottiglie hanno più “dignità politica” degli stracci, oppure è la “narrazione tossica” dei media che decide quale sabotaggio sia legittimo e quale no?) a seconda dell’opportunismo del momento (che si spinge fino a far da cassa di risonanza a “uno che di terrorismo se ne intende”… come Imposimato) nasconde ben altro timore: quello di non poter centralizzare, e quindi controllare, la lotta contro il TAV. Per quanto ci riguarda, invece, difendiamo i blocchi di massa come le azioni in pochi, le bottiglie contro i macchinari di un cantiere come gli stracci contro i cavi dei Frecciarossa, le manifestazioni tranquille come i sassi contro la sbirraglia, i sabotaggi in Valsusa come sull’Appennino (e cogliamo anche l’occasione per esprimere tutta la nostra solidarietà ai compagni anarchici perquisiti a Bologna).

Questo, e altro ancora, avremmo voluto dire.

Ma l’attacco contro i redattori di finimondo si è spinto ben oltre.

Saremmo antiquati, ma chiamiamo gatto un gatto. E delazione la delazione.

Che nessuno provi a liquidare tutto ciò come “polemica tra componenti politiche”. Ci sono princìpi che vanno difesi come le barricate.

Trento, 6 gennaio 2015

anarchiche e anarchici di Trento e Rovereto

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[Roma] Metal afternoon a sostegno della biblioteca l’Idea

11gennaio2015

TORRE MAURA OCCUPATA

DOMENICA 11 GENNAIO 2015

METAL AFTERNOON dalle 5,30 a sostegno della Biblioteca L’Idea

Concerto dalle 6.66

MESSERSCHMITT Italian Heavy Metal Defenders since 1983

INJURY BROADCAST Thrash Metal from Rome

CENA VEGAN e…DJT8INO

sottoscrizione libera distro anarchiche e d.i.y. gran bazar der raccatto …e sempre riecheggia il battito di un cuore anarchico e metallaro! TORRE MAURA OCCUPATA via delle averle 10 bus 556-105-313 Tranvetto Roma-Giardinetti
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No Tav – Riportiamo il discorso sui binari

Riceviamo e diffondiamo:

Riportiamo il discorso sui binari

I fatti avvenuti il 21 dicembre a Firenze e il 23 a Bologna hanno avuto un grande risalto mediatico a livello nazionale e in tanti hanno sentito l’esigenza di prendere parola, lanciandosi in più o meno fantasiosi voli pindarici, per cercare di analizzare e spiegare gli eventi. Dal momento che da più parti  -sbirri, media e non solo- siamo stati chiamati in causa (vedi perquisizioni, dichiarazioni, allusioni…) ci sentiamo di dire la nostra per provare, con un po’ di lucidità, a ri-centrare il discorso e a riportarlo sui binari.

Partiamo dai fatti:  tutti abbiamo letto di cavi del sistema di gestione e controllo del traffico ferroviario incendiati nei pozzetti accanto ai binari e, nel caso di Bologna, di  scritte no tav in vernice verde (diverse dalle tag “tau” ) su un muro lungo i binari.
La conseguenza: treni  AV con enormi ritardi o soppressi e anche treni di altre categorie (anche perché le Ferrovie, pur di ridurre i ritardi delle frecce, posticipavano la partenza dei regionali sfruttandone le linee).

Tempistiche: qualcuno può vedere la vicinanza dei fatti con il giorno di Natale,  e dispiacersene per i passeggeri che hanno subito disagi; questo, del resto, avviene anche per gli sfortunati automobilisti che incappano nei blocchi autostradali, altra pratica spesso usata in valle e a fianco della valle (ci ricordiamo quanto avvenuto in tutta Italia dopo l’indotta caduta di Luca Abbà dal traliccio da parte degli sbirri?). Qualcun altro, invece, può rintracciare la vicinanza dei fatti con la sentenza di primo grado che ha portato alla condanna di 3 anni e 6 mesi Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, seppur contestualmente alla loro assoluzione dal reato di terrorismo. Lo stesso reato, pochi giorni prima, era stato contestato anche a Francesco, Graziano e Lucio in carcere per gli stessi fatti, con conseguente inasprimento delle misure detentive.

Al di là dei commenti di politicanti vari che hanno subito soffiato sul fuoco per alimentare letture farcite di terrore, e delle tesi complottiste che si sono fatte lentamente strada anche tra i nemici del tav, ci piacerebbe riprendere quanto oggettivamente accaduto per tornare a ragionare sulla pratica del sabotaggio. Ai tempi delle prime azioni di sabotaggio in Val Susa alla fine degli anni ’90, diverse voci erano distanti dal sentire questa pratica come “compagna di lotta”. Nel tempo, forse e soprattutto in seguito all’attacco al cantiere del 13 maggio 2013 e ai conseguenti arresti, molti hanno iniziato a considerarla come tale.

Nella lotta contro il treno veloce si intrecciano pratiche diverse e in questo sta la sua grande forza. Dai picchetti davanti alle aziende ai blocchi stradali, dalle marce popolari alle passeggiate notturne, dalle assemblee popolari alle discussioni serali ai campeggi, dall’apertura dei caselli autostradali all’imbrattamento delle sedi dei partiti del tav,  dalle azioni di attacco al cantiere agli attacchi incendiari e non diffusi in tutta la penisola contro le aziende del tav, dal blocco dei treni AV nelle stazioni di mezza Italia -e non solo- al blocco delle linee ferroviarie attraverso azioni di sabotaggio di vario genere. Esatto, anche il sabotaggio fra queste pratiche, fra i metodi che un movimento coeso ma plurimo ha fatto proprie. Allora perché volersi girare dall’altra parte  e chiamare le cose con un altro nome ora? Terrorismo? Servizi segreti? Vandalismo? Neofascisti? Furti di rame?

Il sabotaggio è stata una pratica di base nella storia dei movimenti di lotta e rivoluzionari. Di volta in volta è servito ad inceppare dei meccanismi, fossero essi di sfruttamento, di produzione, di reclusione, nocività ecc.  Qui ed ora ne stiamo parlando nei termini di una pratica che mira a danneggiare ciò che fa parte del sistema di funzionamento di una macchina economica e politica che in questo caso è rinchiusa nelle vesti di un treno che si vuol far passare per quella montagna. Un treno che prima di arrivare in Val Susa ha attraversato mezza penisola, distrutto interi territori (pensiamo agli effetti ambientali oltreché economici che i cantieri del TAV hanno avuto  -e si apprestano ad avere-  al Terzo Valico, nel bresciano, in Trentino, nel Mugello, oltreché dove sono state realizzate le grandi nuove stazioni) e fruttato fior di quattrini ai soliti noti.

Tanti e tante provenienti da ogni dove in questi anni hanno partecipato a giornate di lotta contro il tav in valle (ricordiamo ad esempio il 27 giugno e il 3 luglio), così come ne hanno organizzate a casa propria in seguito ad appelli arrivati dalla Valle, ma anche per propria spontanea volontà. Tanti e diversi sono stati i contributi che, in ogni dove, si sono fatti sentire a fianco dei valsusini in lotta e di chi, per quella lotta, stava e sta pagando con la privazione della propria libertà. Dal famoso “portiamo la Valle in città”, lo slancio partito con la pratica dei blocchi ha contagiato i solidali di ogni dove che hanno dato così un senso concreto a quelle parole, uscendo dagli slogan ed entrando in autostrada.  Dopo gli arresti per il sabotaggio al cantiere di Chiomonte nel maggio 2013 il ragionamento si è ampliato, e come qualcuno ricordava in un bell’opuscolo appositamente redatto, “siccome le parole, quando scaturiscono da un’esperienza reale, fatta da individui reali e non già da sembianti, hanno un senso, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno dello stesso anno ci fu una serie significativa di sabotaggi ai danni delle strutture e delle aziende collegate con l’impresa del Tav”.

Crediamo che ciò che è accaduto parli in modo chiaro e trovi una sua precisa collocazione nel tempo, nello spazio e nelle pratiche di un movimento che lotta contro il tav e che ha sostenuto per oltre un anno i compagni accusati di terrorismo per un atto di sabotaggio contro il cantiere.

A ciascuno le proprie analisi, senza ammettere delazioni e infamie.

E chiamiamo le cose con il proprio nome.

anarchici e anarchiche bolognesi

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Modena – Rinvenuta microspia al Laboratorio Libertario Ligéra

Riceviamo e diffondiamo:

Giovedì 18 dicembre al Laboratorio Libertario Ligera abbiamo rinvenuto una microspia all’interno di un neon sul soffitto, costituita da 3 batterie da 9 volt legate da nastro isolante, con alle due estremità un microfono e un’antenna.
Giorno dopo giorno, con l’inasprirsi delle tensioni sociali, spioni affaccendati guidati da pm isterici non esitano a tentare di reprimere quelle esperienze di conflittualità in cui si portano avanti con determinazione percorsi di contrasto e critica radicale a ogni forma di sfruttamento da parte del dominio. Non c’è spazio per il vittimismo, non ricerchiamo compromessi con alcun tipo di sponda istituzionale e autoritaria, non riconosciamo in loro gli interlocutori; di conseguenza non esigiamo un trattamento equo o rispettoso. Siamo consci che il potere punti a eliminare ogni forma di dissenso per preservarsi, mirando a ostacolare rapporti di affinità e solidarietà, criminalizzando chiunque si opponga e aizzandovi contro l’opinione pubblica, ormai totalmente plagiata dalle politiche securitarie.
Non ci lasceremo intimidire dalla macchina repressiva e continueremo incorreggibili a stare al fianco di chi quotidianamente ostacola il proseguimento di questo alienante esistente.

Laboratorio Libertario Ligera

Immagini della microspia piazzata in plafoniera neon:

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[Roma] De riffa e d’arraffa 2015 alla biblioteca l’Idea

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[Roma] Torre Maura occupata: GAS ATTACK ultimo concerto – a sostegno dei compagni colpiti dalla repressione negli sgomberi di Milano.

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SABATO 1.3.1.2 2014 TORRE MAURA OCCUPATA

Volevano cambiare il punk e non ci sono riusciti…

GAS ATTACK l’ultimo live, poi basta

GLI ULTIMI amabile combat punk – Roma

ANTIDIGOS hc liberato Bari

ASTENSIONE anarchoi!dalla B.A.T.

Cena vegan, distro anarchiche e D.I.Y. A sostegno dei compagni colpiti dalla repressione negli sgomberi di Milano.  Allarme sicurezza…La divisa porta morte è una certezza A.C.A.B!.

TORRE MAURA VIA DELLE AVERLE 10 Bus 105, 313, 556, Tramvetto Roma-Giardinetti…MetroCci loro

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[Roma] CacAdArteCheConCinema – rassegna settimanale del martedì all’Idea

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[Roma] Merende RigenerANTI d’Autunno alla Biblioteca L’Idea

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[Roma] Alla MENSA imBANDITA delL’IDEA

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Milano – Sgombero Corvaccio e Rosa Nera: resistenza, solidarietà e barricate [aggiornato]

Apprendiam102012486-557ecb38-f8c8-49d0-a154-73adff49d946o dai compagni che in mattinata sono iniziate le operazioni per tentare di sgomberare l’occupazione del Corvaccio e lo spazio anarchico Rosa Nera, entrambi in via Ravenna nel quartiere di Corvetto a Milano. Gli sbirri sono entrati all’interno degli spazi, alcuni occupanti del Corvaccio sono riusciti a raggiungere il tetto e hanno resistito per alcune ore, diversi solidali da Milano e non solo si sono radunati all’esterno nei pressi di via Ravenna 30.


Seguono aggiornamenti e dirette da RadioBlackout.org

Ancora sgomberi questa mattina dopo la fiaccolata di ieri sera, quando centinaia di abitanti del quartiere Corvetto hanno risposto alle operazioni repressive e agli sfratti della mattinata.

La risposta polizesca non si è fatta attendere, così questa mattina le forze di polizia hanno deciso di attacare le occupazioni abitative di Corvaccio e Rosa Nera nello stesso quartiere, un messaggio chiaro e intimidatorio a chi da anni spalleggia le occupazioni di case nei quartieri polpolari della città meneghina. Ne sono seguiti scontri e cariche, con un centinaio tra compagn* e abitanti del quartiere che hanno tenuto impegnate le forze dell’ordine per qualche ora.

Una diretta con un compagno di Milano

Aggiornamento h 13.30: A fine mattinata sono stati eseguiti numerosi fermi: 3 compagni sono stati tratti in arresto per resistenza, gli altri denuciati a piede libero. Ora è in corso un presidio permanente in via dei 500. Per le h 17 è stato indetto un concentramento cittadino, sempre in via dei 500 (Metro Corvetto): per rilanciare l’autodifesa dei quartieri popolari. Per la solidarietà! Contro la prepotenza delle guardie e dei padroni! Per fermare immediatamente sfratti e sgomberi! Per la liberazione immediata di tutt*!

da: informa-azione
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