riceviamo e diffondiamo:
Ci giunge la notizia delle dichiarazioni vergognose, le ennesime, ma forse le più gravi di tutte, del pm di Perugia, Manuela Comodi.
La Comdi avrebbe affermato che lei non persegue le idee anarchiche, ma soltanto i reati. Che lei, anzi, condivide anche numerose cose del pensiero anarchico.
Una frase del genere è di una retorica spicciola che in altro tempo non avrebbe meritato nota, forse solo sarcarsmo. Ma se detta a pochi giorni dalla morte di Damiano Corrias assume il carattere di una provocazione insopportabile.
Una provocazione a cui non possiamo non rispondere.
La Comodi ha operato negli ultimi anni come macchina da guerra per la distruzione del movimento anarchico. Lo ha fatto scientemente, crudelmente, distruggendo vite umane.
Noi anarchici ce ne infischiamo della differenza fra ciò che è reato e ciò che non lo è. Ma anche volendo assumere – e ci riesce davvero difficile – il punto di vista di un burocrate della repressione…ebbene anche da quel punto di vista la Comodi mente. E noi la accusiamo pubblicamente di essere una bugiarda.
Ci sono numerosi casi in cui Manuela Comodi ha infierito su degli innocenti. Ci sono almeno due persone che sono morte.
Damiano Corrias e Fabrizio Reali sono stati arrestati nell’ottobre del 2007 con l’accusa di terrorismo. Fabrizio dopo tre settimane è stato liberato. La Comodi non aveva nemmeno le prove per chiedere il rinvio a giudizio. Eppure non lo ha nemmeno archiviato. Per anni gli avvocati hanno chiesto la formalizzazione dell’archiviazione, così da poter chiedere ai boia della Procura di Perugia il risarcimento, senza alcun risultato. Alla fine Fabrizio è morto il 23 giugno 2010. Amava l’alcol e se l’è portato via a 40 anni una complicazione intestinale. Senza vedere una lira di risarcimento nè una parola di scuse.
Ancora più violento l’accanimento nei confronti di Damiano. Era accusato di aver fatto una scritta su un muro. Nient’altro. La malafede della Comodi in questo caso è conclamata, confessata addirittura. Lei stessa accusava Damiano solo di quella scritta contro il potestà cittadino. Ma fare quella scritta per Manuela Comodi, contestare un esponente del regime, per questa donna che sostiene di avere così tanti punti di vista in comune con la filosofia anarchica, è un atto di terrorismo. Per questo Damiano Corrias si è fatto 3 settimane di carcere e un anno di domiciliari. Secondo la neo-iscritta al movimento anarchico Manuela Comodi scrivere su un muro insulti contro il regime e i suoi burocrati è un reato che va punito con 6 anni di carcere. Tanti ne chiese nella sua requisitoria finale, al Tribunale di Terni, in un delirio nel quale sbagliò pure i nomi degli imputati e invertì luoghi e date. Tribunale dove sette compagni e compagne veranno condannati a 15 giorni di carcere per manifestazione non autorizzata durante lo stesso processo.
Damiano è morto il 26 ottobre di quest’anno. Il suo cuore non ha retto e si è fermato, di notte, a soli 31 anni.
Damiano e Fabrizio assassinati. In che senso
Non abbiamo certo, ancora, le prove di un assassinio nel senso in cui lo intendono i capoccioni della repressione e i loro esperti tecnici, ma è evidente la volontà omicida di chi distrugge una vita solo perché ha osato contestare con della vernice un esponente del regime. Vogliamo prendere per buone le parole, bellissime, del fratello di Damiano al funerale. “Voglio pensare che il tuo cuore si è fermato per la troppa gioia e non per il troppo dolore che hai avuto nella tua vita”. Senza però dimenticare “le bugie di una giustizia forte coi deboli e debole coi forti”. La stessa giustizia, questo lo diciamo noi, che il giorno del funerale di Damiano liberava la Lorenzetti dopo poche settimane di domiciliari. Sei una corrotta = pochi giorni di domiciliari, scrivi su un muro contro questi politici corrotti = 6 anni di carcere. Questa è la vostra giustizia!
Per questo, anche volendo pensare che il suo cuore si sia fermato per la troppa gioia e non per il troppo dolore, non possiamo non considerare degli assassini gli scagnozzi che ti vengono ad arrestare solo perché contesti con la vernice il potere costituito. Quelli di Damiano e Fabrizio sono stati degli omicidi politici nel senso più alto della parola “politica”. Nel senso che la Comodi da anni mette in pratica il continuo tentativo di distruggere l’intero movimento anarchico. Di ucciderlo.
Ci fermiamo qui, per ora. Lasciamo all’intelligenza del lettore valutare se Manuela Comodi sta combattendo soltanto dei “reati” e in realtà ama pure alcuni aspetti della filosofia anarchica, come sostiene, o se piuttosto è una macchina da guerra che vuole distruggere chiunque si ribella a questo Stato malefico, fosse anche solo con una bomboletta.
In ogni caso…
La dottoressa Comodi lasci in pace i morti.
los amigos de Damiano y Fabrizio