No Tav – Tre nuovi arresti tra Milano e Lecce per l’attacco al cantiere del 13 maggio 2013 e comunicati

da radioblackout.org

Verso le 5.30 di questa mattina, la polizia si è presentata in grande stile, incappucciata e con armi alla mano, nelle abitazioni di quattro attivisti no tav. L’operazione ha portato all’arresto di tre persone tra Milano e Lecce e ad almeno una perquisizione, nell’ambito dell’indagine che portò il 9 dicembre scorso all’arresto di 4 attivisti notav, accusati di terrorismo.

A richiedere le misure i due pm con l’elmetto Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, che evidentemente scontenti della decisione della corte di cassazione che ha negato la configurabilità del reato di terrorismo, ora puntano a prendersi la loro personale, quanto ridicola, rivincita, pensando bene di proseguire l’indagine riguardante l’assalto notturno al cantiere della Tav di Chiomonte tra il 13 e il 14 maggio 2013. L’operazione di oggi è significativa di come i due Pm cerchino ora di allargare il raggio di azione, andando a colpire altri compagni e compagne.

Secondo le prime informazioni, i tre arrestati questa mattina sono accusati di fabbricazione e porto d’armi di “armi da guerra e congegni esplosivi”, danneggiamento, incendio e violenza a pubblico ufficiale aggravata. Sono tuttavia da verificare l’esattezza dei capi di imputazione, mentre i tre sono tutt’ora in questura. All’interno dell’operazione di questa mattina, anche una lunga perquisizione a casa di una quarta persona, sempre nel milanese.

Ascolta le dirette con Giuliano – redattore di Radiocane.info e con l’avvocato Eugenio Losco

riceviamo e diffondiamo:

Questa mattina hanno arrestato Lucio, Francesco S. e Graziano, a Milano. 
Un altro compagno, Andrea, è stato perquisito come persona a conoscenza dei fatti.
Tutti e tre sono accusati di aver partecipato a vario titolo all’attacco al cantiere di Chiomonte nella notte del 13-14 maggio, le stesse accuse di Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò.
Ancora non abbiamo i capi d’imputazione, dai giornali leggiamo: danneggiamento, incendio, violenza a pubblico ufficiale, dotazione e fabbricazione di ordigni esplosivi o da guerra.
Stando a queste informazioni sembrerebbe che la sentenza della cassazione abbia costretto la procura di Torino a riformulare le accuse tralasciando l’aggravante di terrorismo.

A presto aggiornamenti

i compagni e le compagne di Milano

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